L'estate del bene e del male
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Gruppo di famiglia in un inferno
il testo contiene spoiler
Muoversi al confine tra il bene e il male, tra la luce e l'ombra, tra l'inferno e il paradiso, in un equilibrio perfetto e compiuto sul più sottile dei fili. E' questo la delicatissima sfida a cui Miranda Beverly Whittemore chiama la sua protagonista, Mabel, ragazza brillante ma povera e piuttosto racchia, benedetta dall'amicizia con Ev, ricca, bella e viziata, che la porterà a trascorrere un'estate di incanti e misteri nella proprietà della famiglia di lei, i potentissimi Winslow. E' la sfida a cui chiama anche se stessa, come narratrice di una storia di intrighi, incesti, amori, delitti, suicidi, pazzia, lusso, lussuria, sesso, misteri, addirittura crimini contro l'umanità. Non facendosi scrupolo alcuno di riempire il racconto di così tanti ingredienti, episodi, personaggi, nomi, case, cani, andirivieni da un posto all'altro, gente che sparisce e ritorna, ricerche, indizi, frasi a effetto, vecchie zie svitate, citazioni e nequizie di un cattivone come nemmeno in James Bond, da farla ruzzolare dalle alte vette che evidentemente ambiva sorvolare al più prosaico territorio del "mo' bbasta, pero'" pronunciato dal lettore vagamente esasperato. “L'estate del bene e nel male” non funziona come favola nera - benché ci siano le fanciulle in fiore, l’orrore, l'orco e la natura matrigna –perché l’autrice avrebbe dovuto lavorare di sottrazione, compito che si è evidentemente si è ben guardata dal perseguire. E non funziona come giallo, genere complesso, dalle architetture delicate, in cui la sospensione dell’incredulità che il lettore è pronto a concedere è di solito scarsa. E che qui viene invece risulta indispensabile più volte per proseguire in una trama così farraginosa da costringere la scrittrice a buttar giù dialoghi-spiegone tra i personaggi ad uso e consumo del lettore così inverosimili da risultare quasi (quasi) spassosi. Ma se c’è una cosa su cui Whittemore fallisce, ed è questo il suo peccato originale - lei che mette in mezzo il Paradiso perduto con annessi e connessi a ogni piè sospinto (Miranda, non serviva che lo infilassi in ogni angolo del libro, avevamo capito) – è nella costruzione dei personaggi. Non ce n’è uno che risulti costruito con capacità o, almeno, con destrezza. Urlano, piangono, si pentono, si arrabbiano, si confessano, uccidono, ma non risultano mai, nemmeno per un secondo, interessanti. Compresa la protagonista-narratrice, sembrano tutti pupazzi che la scrittrice manovra per far quadrare la storia. E questa, per chi vuole ficcare le mani nella bellezza e nell’orrore dell’animo umano, e raccontarlo, sia pure in una letteratura di genere, è una colpa che non si può perdonare.
Indicazioni utili
Impareggiabile gotico contemporaneo
È una storia particolarmente interessante quella proposta dalla scrittrice americana Miranda Beverly-Whittemore.
Ha saputo colpirmi per le idee alla base della trama.
Bella l’ambientazione aristocratica dai retroscena gotici, che tende a trasformarsi e ad essere percepita come diversa, quando le vicende si complicano per la protagonista Mabel Dagmar.
È una ragazza intelligente ma ordinaria e si trova a essere compagna di stanza della ricca e capricciosa Genevra Winslow. È così che cambia la sua vita. È così che prende avvio questa storia dai tanti e inaspettati retroscena. L’indagine dilettantesca di Mabel è intrisa di suspense psicologica.
Mabel viene subito stregata dal mondo aristocratico di Ev e tra le due ragazze nasce una forte amicizia. Così, quando Ev invita Mabel a passare l’estate a Winloch, la centenaria proprietà di famiglia affacciata su un lago del Vermont dove il potente clan Winslow ama radunarsi, Mabel, senza pensarci troppo, accetta immediatamente. Lì, per Mabel, tutto diventa possibile.
Tuttavia, a mano a mano che l’estate avanza, Mabel avverte che la perfezione dei Winslow nasconde ombre inquietanti, che affondano le radici in un tempo lontano. Mabel è curiosa ed indaga sui loro segreti, ma si ritrova a lottare principalmente con i demoni che si annidano nel suo stesso passato. Mabel scopre che a volte il Bene non è altro che una maschera, dietro cui si cela il Male. E a Winloch si nasconde un Male che forse solo lei è in grado di vedere e fermare.
Affrontare l’orrore diventa indispensabile per Mabel che si sente combattuta tra la verità che si cela dietro le cose e l’attrazione per quel paradiso, che le promette uno splendente futuro nell’agiatezza dei Winslow.
Il romanzo L’ESTATE DEL BENE E DEL MALE di Miranda Beverly-Whittemore è narrato con uno stile elegante, vivace e fluido. La storia è avvincente e ricca di suspense. L’aspetto psicologico, sapientemente descritto, affascina il lettore mentre gli spiega le oscure profondità dell’animo umano.
È il miglior libro letto quest’anno.