L'esecutore
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Morire non è il peggiore degli incubi
Sulla scia di Stieg Larsson, i Lars Kepler proseguono idealmente un filone di letteratura poliziesca scandinava che sfrutta il genere thriller senza rinunciare ad una critica sociale e politica volta a scardinare l’ idea di paese pulito e immacolato che contraddistingue la Svezia.
Non a caso il nome fittizio della coppia di coniugi scrittori è un omaggio non soltanto allo scienziato Keplero ma anche al compianto Stieg Larsson.
In questo caso si parla di armi, in particolare dal romanzo la Svezia risulta essere l’ ottavo paese esportatore di armi al mondo.
Ed è in questo terreno minato che si muove l’ indagine dell’ ispettore finlandese Joona Linna, collocato alla sezione omicidi della polizia di Stoccolma.
Già nel primo romanzo della serie, il caso editoriale “ L’ ipnotista “, abbiamo avuto modo di conoscere la scaltrezza, la straordinaria capacità deduttiva e la sensibilità del protagonista. Ad aiutarlo nell’ indagine un personaggio che con ogni probabilità troverò anche nei successivi libri della coppia di scrittori. Sto parlando di Saga Bauer, commissario della Sapo tanto bella quanto competente.
Ma di quale indagine si tratta ? I casi da affrontare sono apparentemente due. Il primo ha tutta l’ aria di essere un suicidio e riguarda la morte del direttore generale dell’ Autorità per il controllo dei prodotti strategici, un ente che si occupa di autorizzare le operazioni di esportazione di armi.
Il secondo è a tutti gli effetti un omicidio, a bordo di una barca. Sembra si tratti di Penelope Fernandez, una nota e convinta pacifista e attivista.
“ L’ esecutore “ è stata la mia terza fatica letteraria targata Lars Kepler.
La prima, “ L’ ipnotista “, fu dettata dalla curiosità di un successo in termini di vendite clamoroso. Curiosità parzialmente ripagata da un onesto romanzo d’ intrattenimento. Invece portare a termine la seconda, l’ autoconclusivo “ Il porto delle anime “, fu una vera e propria fatica.
“ L’ esecutore “ per fortuna ricorda più la prima della seconda, pur soffrendo di eccessiva lunghezza, avvertita soprattutto nella parte centrale e non corrisposta da un’ adeguata qualità dei colpi di scena che in compenso sono numerosi.
Laddove il primo romanzo della serie si dilungava in flashback in parte evitabili, qui c’è più azione di stampo cinematografico.
La tensione emotiva è tutt’ altro che elevata ma i capitoli brevi snelliscono la lettura ( e rimandano il sonno ) oltre a favorire un ritmo narrativo tutto sommato incalzante.
Resta il consueto fascino della capitale svedese, anche se stavolta la vicenda è ambientata in estate e non c’ è spazio per il tipico romanticismo da paesaggio invernale. Come spesso capita in una serie di romanzi, dal secondo capitolo in poi inizia un percorso di approfondimento psicologico dei protagonisti da proseguire nelle prossime letture che stando a quanto ho letto e sentito dire dovrebbero essere di un livello superiore rispetto a “ L’ esecutore “ che resta tuttavia un dignitoso thriller.
Contenuti interessanti...ma poco dinamici
Ho letto tutti e tre i romanzi di Lars Kepler, ad eccezione dell' ipnotista che ho trovato sensibilmente sotto tono gli altri due sono letture discretamente fluide e gradevoli, polizieschi dinamici allestiti nel nord Europa, con Joona Lynna che più che come protagonista dei romanzi ricopre il ruolo di coordinatore delle indagini.
Il romanzo apre le danze con un drammatico inseguimento di un killer, la coppia inseguita si dilegua nel panico più attanagliante cercando di sfuggirgli nelle radure e foreste di alcune isolette scandinave...
Tutto è legato ad una fotografia misteriosa che sembra essere per qualcuno molto compromettente e che trascina in un vortice torbido, un suicidio di un alto funzionario svedese e alcuni incidenti solo apparentemente casuali ma orditi da mani criminali capaci e risolute.
Cosa ritrae la fotografia? Da chi è stata scattata? Come mai catalizza tanta violenza attorno a se?
Joona Lynna e Saga Bauer ( quest'ultima protagonista anche del terzo libro con un ruolo adrenalinico ) sono incaricati dai vertici della polizia di indagare sul caso e risolverlo, salvando la vita alla coppia in fuga dall'Esecutore.
Nella cornice scandinava, dentro un intricato caso poliziesco dove un'ingente vendita di armi ad un paese africano vede la regia di cupi funzionari statali e di un mercenario senza scrupoli Raphael Guidi, le indagini proseguiranno con ritmi serrati e capovolgimenti di fronte fino all'epilogo finale su una nave in alto mare...
Vedo dei temi duttili in questi romanzi e mi domando come mai non siano ancora state preparate delle pellicole cinematografiche, i contenuti non sono ai livelli di Stiegg Larsson ma forse proprio per questo motivo il romanzo risulta più sobrio e scorrevole, anche se con ciò non dico assolutamente che sia migliore.
L'ultima nota, il violino di Paganini, compositore illustre con dubbia fama demoniaca ( perfettamente in "sintonia" con il trafficante Raphael Guidi ) che tesse in questo libro la colonna sonora del suo Capriccio n.24.
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Interminabile
Libro molto lento. Sicuramente non il mio genere. Cerco sempre di tenermi alla larga dai Thriller Politici ma in questo ci sono caduta dentro con tutte le scarpe. Anche se i colpi di scena sono tanti, troppi, non ho mai provato nessuna curiosità di sapere cosa sarebbe successo dopo. I personaggi sono freddi come gli svedesi. Le ultime cento pagine sono più scorrevoli... ma nel complesso non è una lettura che posso consigliare.
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MAMBO MAGIC ( DE TODO UN POCO )
Carl Palmcrona faceva parte dell’Autorità Controllo Prodotti Strategici. In sostanza decideva le sorti delle
esportazioni di armi del proprio paese nel mondo. Viene trovato impiccato con un cavetto sottilissimo fissato al soffitto. In una stanza pressoché vuota se non fosse per la musica in sottofondo di Paganini in filo diffusione e qualche mosca. L’effetto ottico è incredibile, Carl sembra sospeso nell’aria. Del caso si occupa Joona Linna ( già protagonista de l’IPNOTISTA), poliziotto dall’intuito degno di Sherlock Holmes. La domanda è obbligatoria, suicidio o omicidio? Sicuramente la prima ipotesi è scartata ….
Penelope Fernandez è una attivista pacifista molto nota in Svezia. Viene trovata senza vita in mare, su una barca abbandonata al largo. Giace su un letto, in cabina e l’autopsia non promette niente di semplice. La ragazza è morta annegata ma i suoi abiti sono completamente asciutti ….
Per Joona si prospetta un periodo di straordinari. Le due vittime, oltre ad essere personaggi in vista, si conoscevano. Carl Palmcrona e Penelope Fernandez avevano partecipato ad un acceso dibattito televisivo. Le loro posizioni erano agli antipodi, per ovvi motivi. Durante le indagini viene scoperto un piano ben architettato da un professionista. Ma è il movente il nodo da sciogliere.
Il titolo, la copertina e addirittura il ritrovamento della prima vittima traggono in inganno. Questo libro non è un thriller, ma un poliziesco con tanta azione. Tanta carne al fuoco, tanto ritmo, tanti personaggi. Ma anche poca linearità e molte situazioni irreali . Nonostante le 570 pagine non vengono approfonditi molti argomenti toccati dagli autori ( Stieg Larsson aveva indicato la via …). Questo perché quando un libro è scritto a quattro mani ci vuole intesa. Invece nell’Esecutore ci sono troppi intrecci che appaiono forzati, come se ognuno degli autori tentasse di incastrare a forza la propria idea. Il grande burattinaio del romanzo mi è parso poco credibile. E l’esecutore vero e proprio della storia mi è sembrato un po’ goffo.
NON CONSIGLIO QUESTO LIBRO NEANCHE IN SPIAGGIA. MANGIATEVI UN CALIPPO E GIOCATE A BANDIERA … L’ESECUTORE E’ PIU’ NOIOSO DELLA FILA AL CASELLO !!
P.S.
Lars ( in onore di Stieg Larsson) Kepler ( in onore di Keplero) sono in realtà i coniugi AHNDORIL. Spero trovino l’intesa giusta ….
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per chi ama i coniugi Ahndoril
L'ipnotista non mi aveva entusiasmato, La testimone del fuoco sì, così sono andato a leggere il libro intermedio e ne sono rimasto contento. I tre libri sono diversi tra loro pur avendo il detective Joona Linna in comune, ma L'esecutore mi sembra il più riuscito. L'unico neo è che si ferma un pò troppo su qualche situazione arrivando a riempire circa seicento pagine che non sono poche, ma nel complesso si lascia leggere con piacere. Assolutamente consigliato a chi ama la narrativa scandinava.
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TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO..
Lars Kepler è in realtà lo pseudonimo di due scrittori (Alexander e Alexandra, così non ci si sbaglia) marito e moglie, che invece di discutere come tutte le coppie normali per l’arredamento del salotto, si beccano su cosa far dire e fare al personaggio di loro invenzione, Joona Linna.
Quando hanno scritto il loro primo romanzo “L’ipnotista”, doveva essere un periodo di forte intesa, poi probabilmente il ménage domestico ha subito qualche scossone, visto il ritmo altalenante di “L’esecutore”.
Il libro inizia con da-dan! un uomo che sembra sospeso nell’aria in mezzo ad una stanza, musica di sottofondo. Allora tu pensi che ci sarà una buona dose di mistero, magari qualche magia, qualche trucco, qualche setta da stanare. Sbagliato!L’uomo penzola attaccato ad un filo da bucato, che semplicemente, controluce non si vede. In barba al mistero e alle teorie assurde che nascono da questo inizio, la storia si snoda in tutt’altra direzione.
C’è una ragazza, Penelope, che è a capo di una associazione pacifista, che se ne va tranquilla in barca col ragazzo Bjorn e la sorella Viola. Dopo aver approdato su un’isoletta in parte deserta, Penelope e il fidanzato scendono per una passeggiata “romantica”. Al ritorno trovano la povera Viola morta e si accorgono quasi istantaneamente che c’è un uomo che li insegue e che non ha buone intenzioni.
Mentre i due tentano la fuga nei meandri dell’isola, la barca viene rinvenuta e con essa il cadavere, che presenta però un’anomalia: la morte è per annegamento, ma i vestiti sono completamente asciutti.
Joona Linna capisce che la ragazza è stata uccisa, affogata in una tinozza e che la barca è stata manomessa per far si che, una volta eliminati tutti e tre i passeggeri, potesse saltare in aria e non lasciare traccia.
Chi ha architettato un piano così preciso? Soprattutto perché?
Trafficanti d’armi, leggi internazionali sull’esportazione di materiale bellico, il Darfur, la musica, Paganini e i suoi violini. C’è di tutto in questo thriller. Tanti personaggi, tante storie intrecciate che finiscono per intontire anziché interessare. Tanti spunti promettenti che non vengono approfonditi o risultano deludenti dopo tanto disperare.
Joona Linna è sonnacchioso. Me lo immagino lì, seduto tra Alexander e Alexandra, con il mento tra le mani che sospira nell’attesa che i due si decidano su cosa scrivere.
Le due mani si sentono, ma sembra che vogliano prendersi un po’ a pugni.
Visto che questo è il secondo di una serie di otto, confido nel ritorno della quiete familiare e leggerò prima o poi il terzo, “La testimone del fuoco”.
Da sconsigliare totalmente no, ma da leggere senza aspettarsi faville.
PS: sento la mancanza di Henning Mankell!
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- sì
- no
Sottofondo di violino
L'incipit è intrigante. In una stanza vuotoa un uomo è sospeso, a pochi centimetri dal pavimento e sembra ondeggiare nell'aria, seguendo il placido suono di un violino, suonato da un esecutore impareggiabile. Questa è la scena del "crimine" che Joona Linna deve capire per risolverlo, perchè c'è qualcosa, molto, di inspiegabile. Non può essere suicidio. Non può essere mocidio. Il libro strada facendo accelera e, quando arrivi verso la fine degli eventi, aspettandoti il colpo di scena, ti lascia un pò di senso di incompletezza, non ti dà tutto quello che ti aspetti. Rispetto a "L'ipnotista" forse questo libro perde un pò sotto il piano psicologico e l'epilogo risulta un pò misterioso. Le apparenze sono soltanto il velo ingannatore dietro cui si nascondono i crimini. E i crimini nascono da una cosa sola: i desideri.
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Se te lo regalano, corri a fartelo cambiare !!!
Dopo aver letto l'ipnotista, e averlo ritenuto "senza pretese" mi sono lasicato convincere e ho deciso di dare una seconda opportunita ai due svedesi:mi sono detto peggio non possono fare...
invece si ! sono riusciti entrare nella mia lista nera...
Trama confusa, stile scadente (e qui forse complice la traduzione)
Spendete i soldi altrove.
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L'esecutore
La coppia di coniugi che si cela sotto il nome di Lars Kepler,torna dopo il best-seller de "L'ipnotista" a mietere copie,ma non anime e cuori."L'esecutore" è un lento thriller-noir scandinavo,profondamente politico e confuso,che vorrebbe imitare lontanamente i prototipi,anche cinematografici anni cinquanta.Parte da un'azione importante,il romanzo:La sorella di una nota pacifista viene uccisa,ma la vittima era lei.Intanto il commissario Joona Linna(lo stesso del capolavoro "L'ipnotista"),indaga sulla morte di Carl Palmcrona,un importante industriale coinvolto in un complotto internazionale che potrebbe cambiare per sempre il mondo.Probabilmente risente di una urbanità troppo stilizzata e si affida a una non-curanza stilistica notevole,patendo come thriller metafisico e sfociando negli oscuri terreni del political-thriller.Un noir scandinavo che prova a strizzare l'occhio al compianto Larsson,ma che non riesce nella sua impresa.All'inizio,per le prime 100-120 pagine il romanzo riesce quasi ad appassionare,ma alla fine si raggiunge uno stato per nulla discreto e che si allontana notevolmente dai risultati precedentemente raggiunti dai coniugi.Poca l'introspezione,poco lo sviluppo dei personaggi.E poca la piacevolezza arrivata dalla lettura. Voto: 4
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Bellino
Un deciso passo avanti rispetto a l ipnotista (precedente romanzo dei coniugi kepler con protagonista joona).
La storia stenta a decollare all inizio ma poi parte in quarta di colpo e si rivela divertente e dal ritmo molto veloce.
Concordo con chi dice che il commissario Liina è un pò troppo saputello anche se come personaggio non è male (solito piacevole stereotipo). Il cosidetto esecutore appare un pò troppo come il robot cattivo di Terminator (giuro che ci avevo pensato anch io prima di leggere il commento precedente) non solo nel nome ma anche nel suo modo di agire, insomma esagerato.
Ma a parte questo la miscelanza della trama con la musica di Paganini e anche di Ravel è svolta in maniera impeccabile e conferisce alla trama un che di misterioso e esoterico, elementi che non guastano mai.
I personaggi attorno al commissario sono tutti simpatici e piacevoli: a me piace il giovanotto che da una mano in centrale, quello che va a vedere i megadeth, gli entombed e porta le magliette degli Europe.
insomma un acquisto consigliato, ma non scoraggiatevi se le prime impressioni non saranno delle migliori