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L'eleganza del riccio

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Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita. Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre come tutte le altre. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, il solo che saprà smascherare Renée.



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L'eleganza del riccio 2020-12-12 20:01:02 Anna_
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Anna_ Opinione inserita da Anna_    12 Dicembre, 2020
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Tra parentesi, una camelia.

"Come facciamo presto, dall'apparenza e dalla posizione, a trarre conclusioni sull'intelligenza di tutti gli esseri".

Bassa, brutta, grassottella, sempre educata, consapevole di non essere amata ma tollerata perché "corrispondo fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire": Madame Michel, Renée, è, da ventisette anni, lì nella guardiola del lussuoso palazzo al numero 7 di rue de Grenelle, a Parigi.

Ma com'è una portinaia secondo "il comune sentire"? Per certo non può leggere Marx né Husserl, o avere interesse per opere di storia e di letteratura (soprattutto letteratura russa), per la cultura giapponese, il cinema e l'arte; e se per il "comune sentire" non sorprende che una portinaia scambi un incunabolo per "qualcosa di scabroso", non altrettanto normale è che chiuda la porta in faccia alla ricca e saccente di turno ("Questa poi, è il colmo!"), che però bussa alla guardiola un'ora prima dell'orario di apertura, o che si astenga dall'annaffiare le piante, anche se è domenica.

Renée (con la sua attitudine alla filosofia -materia di cui l'autrice è stata docente - che proprio non riesco a condividere, mi ha reso un po' pesante la lettura di alcune pagine) ci tiene a "rimanere discreta", a tenere celata la sua identità di colta autodidatta, e può di certo stare tranquilla: quando, incauta, con quel suo "modo strampalato" cita al giovane Antoine Pallières "L'ideologia tedesca", a proteggerla c'è la "forza di pregiudizi millenari" a cui il Pallières non sfugge; lì nel palazzo i ricchi (eccetto qualcuno), troppo pieni della convinzione che "la loro vita segue un solco celeste scavato naturalmente per loro dal potere del denaro", la conoscono sì, "ma non l'hanno mai vista" per cui come potrebbero cogliere ciò che lei da tempo ha racchiuso nella sua "interiorità inaccessibile a chiunque"?

Anche la dodicenne Paloma, che vive nello stesso stabile, in uno dei suoi lussuosi appartamenti, ha un'interiorità di cui nessuno si accorge. Suo padre è un ricco politico, sua madre "si è letta l'opera omnia di Balzac e cita Flaubert a tutte le cene" ma vede la vita come "una serie di azioni esorcizzanti... che danno una breve illusione di sicurezza", sua sorella Colombe pensa che lei sia un'idiota. Consapevole della sua ''intelligenza addirittura eccezionale" nonché di essere, rispetto agli adulti, "molto più furba della maggior parte di loro", Paloma non condivide il modo di vivere e vedere il mondo né dei genitori né della sorella, lei da grande "nella boccia dei pesci rossi" non vuole finirci. Lei (la cui sensibilità ci sta, ma la cui genialità e lucidità di critica mi sembrano po' eccessive per i suoi dodici anni) capisce quando qualcuno è "uno cattivo sul serio", osservando ciò che succede intorno a lei, sa scorgere l'intelligenza dietro un'apparente stupidità. Il suo malessere la porta a meditare di suicidarsi nel giorno del suo tredicesimo compleanno.

L'asimmetria per età, condizione sociale e vissuto non impediscono l'amicizia tra Renée e Paloma, possibile grazie all'arrivo di Monsieur Ozu.

"Si direbbe che voglia essere smascherata".

Monsieur Ozu. Il senso e la bellezza del libro, per me, risiedono in lui: uomo "piuttosto basso, magro, il viso rugoso ma ben delineato. Tutta la sua persona trasuda benevolenza, ma avverto anche decisione, allegria e una bella determinazione". Monsieur Ozu, ricco sì pure lui, "che cerca le persone e che vede oltre", scorge i dettagli, e si fa strada verso quell'interiorità che, poggiando su un'antica paura, per Madame Michel è divenuta nel tempo rifugio (e anche un po' prigione). Perché Renée con suo marito Lucien è stata felice, alla sua amica Manuela affiderebbe la sua vita, ma "affidare la propria vita a qualcuno non è la stessa cosa che aprire il proprio animo".

Chiudersi a riccio è difesa, bisogno, assenza di attese, ma quell' "insaputo" prima o poi trova il modo di percorrere la sua strada in noi per trasformare, a suo tempo, quell' "interiorità inaccessibile a chiunque" in porta che si (ri)apre alla ricerca del proprio, personale "istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso".

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L'eleganza del riccio 2020-09-21 08:42:49 SaRA8993
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SaRA8993 Opinione inserita da SaRA8993    21 Settembre, 2020
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L'APPARENZA INGANNA

E’ un libro molto introspettivo che ha un messaggio importante al suo interno: vivi come credi, credi in te stesso che prima o poi troverai una persona che ti apprezzerà per quello che sei. Il titolo rimanda proprio a questa frase facendo la similitudine con il comportamento di un riccio: esattamente come il riccio che sotto la sua corazza di spine che lo fa sembrare ostile in realtà nasconde un animale dolce e pacato, bisognerebbe vivere così, accettando i propri difetti, le proprie diversità che ci rendono unici nel nostro genere. Le due protagoniste della storia, Paloma, ragazzina di dodici anni che vuole suicidarsi e Renee, portinaia del palazzo in cui entrambe vivono, nonostante la differenza di età, sono più simili di quello che credono: nascondono entrambe una personalità ben diversa da quella si nota in apparenza, nascosta bene perchè chi è accanto non ne capirebbe il reale valore. In sostanza, il libro ci vuole far capire di non sprecare i pensieri con chiunque; bisogna dagli valore, condividere se stessi solo con chi ci apprezza veramente. Grazie alla scoperta di una nuova amica con cui confidarsi e condividere interessi comuni, Renee cambia completamente la sua visione pessimistica della vita.
Consigliato assolutamente a chi vuole farsi un viaggio introspettivo alla ricerca di se stesso.
Alcune pagine sono un po’ pesanti da leggere perché sono scritte in un linguaggio un po’ filosofico che rischiano di annoiare di tanto in tanto il lettore ma questo risulta del tutto comprensibile in quanto la scrittrice è un’insegnante di filosofia di professione.
Rimane comunque uno dei pochi libri che, attraverso una storia romanzata, riesce a trasmettere un messaggio forte come questo.

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L'eleganza del riccio 2020-09-14 08:43:56 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Settembre, 2020
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Io credo che lei non sia come crediamo

Siamo a Parigi, in un elegante palazzo dove risiede l'alta borghesia. Sono tutte persone che vivono di apparenza e di schemi già prefissati. In questo palazzo però vivono anche due persone che pur di riuscire a passare inosservate si nascondono, prima fra tutti troviamo madame Michel, la portinaia:

“Come sempre, mi salva l'incapacità del genere umano di credere a ciò che manda in frantumi gli schemi di abitudini mentali meschine. Una portinaia non legge L'ideologia tedesca e di conseguenza non sarebbe affatto in grado di citare l'undicesima tesi su Feuerbach.”

Ma Renée non è la sola, in quel palazzo vive anche una ragazzina di dodici anni, il suo nome è Paloma:

“Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età c'è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome nelle famiglie dove l'intelligenza è un valore supremo una bambina superdotata non avrebbe mai pace, a scuola cerco di ridurre le mie prestazioni, ma anche facendo così sono sempre la prima della classe.”

Due persone con indosso due maschere che a un certo punto dovranno decidere se mettersi in gioco oppure continuare a nascondersi.

“L'eleganza del riccio” è molto particolare, ho deciso di leggerlo perché è un libro che solitamente divide i lettori, o viene amato oppure odiato. Lo stile è insolito e le pagine si alternano fra le impressioni della portinaia e di Paloma, spesso anche con digressioni che possono un po' annoiare il lettore, ma il messaggio che vuole mandare l'autrice è importante. Tante persone vivono in incognito perché non vogliono mostrarsi e uscire dagli schemi in cui la vita li ha classificati. Ho apprezzato molto anche le interazioni fra i vari personaggi, in particolare Manuela e Ozu.

Sono decisamente combattuta, lo stile non mi ha colpito particolarmente, ma questo è uno dei casi in cui il contenuto e il messaggio riescono anche a far digerire una scrittura non proprio eccellente.

“Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.”

Buona lettura!

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L'eleganza del riccio 2020-06-16 07:42:34 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    16 Giugno, 2020
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l'abito non fa il monaco

Il piccolo appartamento nasconde i suoi segreti protetto dalla guardiola, dove lo stereotipo della sciatta portinaia ingrigita assolve ai suoi compiti con il dovuto rigore. In contrasto, le eleganti, immense residenze ai piani alti del numero 7 di rue de Grenelle risplendono nei fasti dei loro ricchi e odiosi proprietari.
Quello che nessuno nota, perché abilmente occultato da Renée, è la fine intelligenza -glorificata da grande erudizione autodidatta- di questa sfortunata donna nata molto brutta ed altrettanto povera.

Questo è l’incipit su cui si schiude il racconto dove lo snobismo spocchioso della ricca e colta élite francese viene ampiamente criticato dallo snobismo inacidito di uno zoccolo più basso della scala sociale.
Snob incorna snob, mi ritrovo tra le mani un libro che ostenta un’intellettualità egocentrica e che ritendo nei modi e nei personaggi estremamente antipatico.
Poi ricordo una recensione in cui si raccomandava di tenere duro, così faccio per mezzo libro e qui vi invito a sfoderare tutta la vostra resilienza, prima di demordere. Perché poi una camelia spunta da un letto di muschio, elegantemente ospitato da una fine tovaglia di seta il tè al gelsomino profuma l’ambiente, delle fettine sottili di funghi condiscono il brodo di verdure, la pioggia estiva bagna le spalle di Len che falcia l’erba e io mi elettrizzo quando la distrofia della Saccenteria si scioglie nell’armonia del Sapere.
Inforco il mio Stabilo e mi diletto a riempire le pagine di sole, quasi dovessi in pochi minuti portare a maturazione un campo intero di pomodori acerbi. Come può un libro tanto odioso divenire di colpo così bello, divertente, emozionante, commovente?

L’eleganza del riccio è un romanzo d’amore, l’amore in ogni sua forma. Verso un amico, un figlio, un uomo, un’opera d’arte, un gatto, una betulla, un libro, una fantasia.
E’un amore delicato timido e introverso, che si concede solo a chi avrà la pazienza di aspettare che il riccio ritiri, coi tempi propri ad ogni riccio, i suoi aculei pungenti.

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L'eleganza del riccio 2020-05-01 15:31:52 Clangi89
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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    01 Mag, 2020
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Animi femminili, virtù e pensieri

Cosa succede al n. 7 di Rue de Grenelle, palazzo signorile di famiglie con la puzza sotto il naso e l'intelligenza scarsamente lungimirante? Ce lo raccontano due protagoniste poste agli antipodi: Renée la portinaia vedova cinquantaquattrenne sovrappeso, di povere origini e Paloma, ragazzina inquilina di questo palazzo, ricca e sagace.
C'è una nota stonata in entrambe queste vite: ognuna nasconde una profonda intelligenza, due animi delicati che vibrano della cultura e dei piccoli piaceri. La ragazzina è nobile dentro, non ama le frivolezze della sua famiglia ma ha un progetto molto negativo contro la sua esistenza. Solo sul finire delle vicende imparerà quanto di bello può svelare la vita umana.
Renée ci sospende fin dalle prime righe. Solitaria, una sola amica, Monica, la donna delle pulizie che agli occhi della portinaia è aristocratica dentro; due volte a settimana scambiano del tempo insieme, la pausa per il tè, il dolce e l'aroma del caffè e si scambiano idee e sorrisi. Poi c'è Lev, il gatto dal nome letterario che le fa costantemente compagnia. Donna dall'aspetto trasandato, appare volutamente ottusa e taciturna ma nasconde riflessioni, passioni filosofiche, storiche, letterarie che approfondisce nel suo piccolo mondo. La passione del sapere le ha permesso di osservare meglio lo spirito umano, di scorgere quanto possa donare un sorriso sincero ed un fiore inatteso. Una conoscenza che però è sotterrato con ogni astuzia a causa di preconcetti e traumi vissuti. Sarà lei stessa ad accorgersi di quanta ricchezza c'è nei momenti in cui si vive intensamente in sintonia con persone dall'animo nobile, carismatico e umoristico.
Tutto cambia infatti con l'attivo di un signore giapponese che tesse una rete attorno alla nostra Renée, si avvicina a lei poco a poco, in punta di piedi e con la collaborazione di Paloma. E man mano che ci addentriamo nella nostra eroina ce ne innamoriamo, una portinaia che legge Tolstoj e ascolta Mozart!
Il libro è strutturato in capitoli narrati in prima persona da Renée e Paloma. Pochi sono i fatti significativi, molti i nomi che entrano in scena, sembra di assistere alla sfilata delle ricche famiglie che varca o la portineria. Moltissimi i pensieri e le riflessioni, spesso di stampo filosofico e letterario con collegamenti alla cinematografia ed alla introspezione dell'animo umano. Entrambe scrivono infatti un diario, un flusso libero della mente che si sprigiona.
Un libro complesso nel senso che, per me, le prime 80 pagine sono state difficili, ma superato il primo approccio ci si fa travolgere. È sorprendente assistere alla gioia dei piccoli momenti della vita, al sapore che assume il calore umano tra persone affini, una sorta di legame invisibile che si fa strada e si rafforza magicamente. Lo scorrere del tempo come metro di misura delle proprie azioni, di quanto fatto e di quanto perso.

"dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole cose che, senza nessuna pretesa, sanno incastonate nell'attimo una gemma di infinito?"(pag. 83 Renée)
"il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l'effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte" (pag. 266 Paloma)

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L'eleganza del riccio 2019-10-15 21:10:11 cristiano75
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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    15 Ottobre, 2019
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La Francia feconda

Gran bel libro.
Con una storia semplice e lineare che potrebbe riguardare chiunque.
Il nascondersi dal mondo, nel sentirsi diversi e allo stesso tempo trascorrere il tempo cercando di imparare il più possibile e arricchirsi dentro.
Cosa accade quando una persona, non nasce con delle caratteristiche fisiche che per la società sono essenziali per la propria ascesa sociale? succede che la persona in questione si isola e combatte il sistema opprimente creando un proprio mondo e trovando da se i modi per ritagliarsi uno spazio tra gli altri.
Il libro è molto delicato, tocca temi importanti e spesso dimenticati. Essendo stato scritto diversi anni fa, in periodi in cui il "selfie" ancora non esisteva, con i social che non avevano completamente ridisegnato e devastato i rapporti reali tra le persone, è questo un romanzo anticipatore appunto dei cupi e fasulli periodi che presto avrebbero portato la nostra società sempre più verso il culto di se stessi, dell'edonismo e della ipocrita socievolezza della rete.
I protagonisti sono due persone agi antipodi, almeno per età ed estrazione sociale. Una ragazzina agiata e un portiera semi anziana di un palazzo signorile. Entrambe vivono nel proprio modo una sorta di vita limite, ai margini della società.
La Parigi delle luci, dei boulevard, della ricchezza ostentata, ma anche la capitale della solitudine e dell'a apparenza.
Spesso sento la frase fatta, ridicola: "nasciamo tutti uguali"......provate a dirlo alle due splendide creature protagoniste del libro....sarei curioso di sentire la loro risposta.

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L'eleganza del riccio 2019-03-21 09:50:53 levante
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levante Opinione inserita da levante    21 Marzo, 2019
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L'irritante eleganza

Paloma e Renèe sono le protagoniste di questo romanzo ambientato a Parigi. La prima ha solo 12 anni, figlia di un ex-ministro ora deputato della Repubblica, brillante ragazzina con quoziente intellettivo fuori serie stanca già di stare al mondo poichè circondata da persone mediocri primi tra i quali il padre assente e ottuso uomo politico preso dal suo ruolo istituzionale, sua madre perennemente in psicanalisi e sua sorella Colombe studentessa di filosofia solo per fini speculativi. Paloma passa il suo tempo a congetturare il fallimento umano e le speranze deluse dei propri genitori che da giovani volevano mettere al servizio del mondo la propria intelligenza e i propri studi per poi occupare posizioni verticali nella società e condurre per sempre una vana esistenza. Ha progettato il proprio suicidio il giorno del suo tredicesimo compleanno dando fuoco alla casa in modo che i genitori oltre a perdere la loro figlia sapranno cosa significa essere dei senzatetto. Nel frattempo scrive ben due diari: uno riguarda i suoi pensieri profondi tradotti in hokku o tanka giapponesi, l'altro diario riguarda il movimento del mondo....."sarà dedicato al moto delle persone,oppure....a quello degli oggetti, per trovare qualcosa che sia abbastanza esteticoda dare valore all'esistenza" "...se in mancanza di una bella idea per la mente , trovo un bel movimento di corpi allora forse penserò che la vita vale la pena di essere vissuta".
Paloma vive nel superlussuoso condominio abitato da otto famiglie rappresentanti la classe agiata di Parigi, politici, banchieri affaristi insomma gente molto ricca ed influente.

La seconda, Renèe ha 54 anni ed è invece la portinaia del condominio di lusso, vedova da molti anni di Lucien, vive arroccata nella sua guardiola in compagnia di un gatto di nome Lev così chiamato in onore di Tolstoj. Anche Renèe ha problemi con il mondo e con l'umanità, per questo è ben decisa a vivere secondo il comune stereotipo della portinaia quindi sciatta, pigra, poco intelligente in ciabatte e con la televisione come fonte di conoscenza perennemente accesa. In realtà anche lei ha un alter ego che nasconde per non destare sospetti e curiosità: e' una autodidatta, colta e raffinata, esperta di arte, musica, filosofia e cultura giapponese e ovviamente di letteratura russa .Convive con un grande e segreto dolore familiare che le ha indurito il cuore.

Paloma e Renèe sono due anime gemelle: si nascondono, rinunciano, mettono distanze, alzano muri e presumono quai sempre di sapere tutto e di tutti. Difficile empatizzare con loro. l'intensità della loro arroganza è pari alla mediocrità delle persone che hanno intorno, forse anche superiore: impressionante la carrellata di luoghi comuni che vengono snocciolati su povertà/ricchezza, bisogni/desideri su gli stili di vita; cadono esse stesse in un linguaggio stereotipato dal quale credono di essere immuni.

Molte pagine se non interi capitoli sacrificati alla narrazione dettagliata del come dissimulare il loro reale sentire ed essere, spesso emergono come profili pedanti, pignoli, risentiti ed arroganti suscitando in me che leggo fastidio ed irritazione. Cerco di comprendere il senso del loro valore narrativo ma francamente trovo sia una impresa faticosa e vana. Non capisco tutto questo snocciolare la filosofia moderna e contemporanea che non crea legami con la trama, nè a me pare la spiega o sostiene. Avrei apprezzato le incursioni di Kant, Cartesio, Racine Occam e gli altri pensatori balzati nel romanzo se avessero avuto una funzione pedagogica.

L'arrivo del deus ex-machina Ozu rende poco più piacevole la trama, la alleggerisce introducendo le novità di cui è portatore e il suo sguardo libero e vitale ricapitolerà la storia, sollecitando domande a Paloma e Renèe, aiutandole a cambiare e a scoprire il senso vero della loro esistenza.

In generale poco piacevole. Non molto onesta come proposta. Statico

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L'eleganza del riccio 2018-10-20 14:50:31 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    20 Ottobre, 2018
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Oltre l'apparenza

Libro delicatissimo e davvero emozionante, che racconta la storia di due belle anime, fragili ed in qualche modo gemelle: una donna adulta, Renée, portinaia, che legge Tolstoj ed ascolta Mozart ed una ragazzina di 12 anni, Paloma, un po’ ribelle ma molto sensibile. È una storia che ci insegna ad andare al di là dei pregiudizi e delle apparenze, perché non bisogna giudicare, ma cercare le persone e vedere oltre. Oltre l’apparenza si scoprirà la bellezza e la bellezza è ovunque: nella lingua, svelata dalla grammatica, nella letteratura, che è rifugio dalle angosce quotidiane, nell’arte, che è emozione, nella musica che dà equilibrio. Lo stile è ricercato, raffinato, non di semplice lettura, perché ricco e intriso di riferimenti culturali. Il messaggio è un messaggio di vita, perché occorre guardare al futuro, perché esso ci permette di costruire il presente con veri progetti di vita; perché occorre amarla questa vita. È molta disperazione, ma è anche qualche istante di bellezza, in cui il tempo non è più lo stesso. E anche per uno solo di quegli istanti, vale la pena viverla.

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L'eleganza del riccio 2018-06-18 11:02:05 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    18 Giugno, 2018
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SIAMO TUTTI APPRENDISTI

Questo libro ha la capacità di rivoltare l'animo del lettore come un calzino, estirpandone pregiudizi, certezze e cliché, fino a far tabula rasa di ogni credenza precedente su quanto incidano gli stati sociali ed economici sulla ricchezza d'animo e la nobiltà dello spirito. Abituati come siamo a giudicare dalle apparenze (e lo siamo un po' tutti, anche i più aperti non si aspetterebbero mai di parlare di opere liriche, pittoriche o letterarie con un esercente di umili mestieri….. perché certi ambienti sono ormai di interesse esclusivo di circolo prestigiosi e ristretti ,secondo la comune mentalità), la lettura di questo libro ci riporta invece alla base dell'interesse per il sapere e l'arte, e alla base dell'accettazione di certi modelli imposti e pre-imposti. Nelle difficoltà di adattamento estreme di una ragazzina dodicenne e nella vita quotidiana non proprio stimolante di una portinaia ultra cinquantenne abbiamo la possibilità di riconoscerci, di vedere anche i nostri limiti e le nostre perplessità ,magari sepolte sotto lo scorrere di una quotidianità che non ammette dubbi né cambiamenti troppo radicali. Ma dopo aver letto "L'eleganza del riccio" niente, e dico NIENTE sarà più come prima……. L'autrice, tramite l'intreccio di queste due storie a cui si aggiunge, in modo discreto ma fondamentale, la terza storia del ricco regista giapponese, ci regala un'opera che oserei definire rivoluzionaria, molto più rivoluzionaria di trattati o opere a tal fine elaborati, perché qui si parla di intima rivoluzione dell'animo umano…. Le scoperte adolescenziali di una ragazzina non hanno età, possono avvenire in ogni momento della vita, o anche mai, nei casi più ostinati…… Le conquiste umane e personali di una donna matura sono anch'esse maturate nei vari momenti della vita, senza data o scadenza, ma in relazione ai vari incontri e alle vicissitudini che della vita stessa fanno parte. Un libro scritto con grazia, con delicatezza anche se si affrontano argomenti molto forti e pesanti, un libro, soprattutto, scritto con amore, che invita ad aprire mente e cuore.
Perchè, senza cuore "lo sguardo è come una mano che tenta inutilmente di afferrare l'acqua che scorre. Si, l'occhio percepisce ma non scruta, crede ma non interroga, recepisce ma non indaga, è privo di desiderio e non persegue nessuna crociata."

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L'eleganza del riccio 2017-11-07 19:12:53 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Novembre, 2017
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Troppa eleganza per me

Questa è una storia di solitudine e incomprensioni. Renée portinaia per lavoro e filosofa per vocazione si incontra con Paloma ricca borghese per nascita e ragazzina impreparata al mondo per scelta dei genitori disattenti. Il loro incontro, l'abbozzo di amicizia che riescono a creare le ammorbidisce, le fa avvicinare l'una all'altra ed al mondo reale. Mondo che così dedite a nascondersi hanno fino ad allora temuto e travisato. Fino a qui l'idea dell'autrice mi è piaciuta. Non riesco ad avere per le protagoniste molta simpatia, perché pur concordando sulla necessità di omologarsi quando si ha a che fare con persone mediocri, mi sembra che loro eccedano fino a diventare loro stesse prevenute e con un certo complesso di superiorità. Ma del resto i protagonisti di un libro devono intrigarci, non piacerci per forza.
Nonostante abbia apprezzato la trama tutta la parte di contorno alla vera e propria narrazione, mi ha rovinato la lettura. Le riflessioni di Renée e il diario di Paloma sono troppo complesse per me e anche fuori luogo in un romanzo mentre starebbero perfettamente a loro agio in un saggio. Ho comunque letto il volume fino alla fine, perché la curiosità ha avuto la meglio sulla noia e il finale mi ha sorpreso e mi ha fatto rivalutare tutto il romanzo..

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