Narrativa straniera Romanzi L'eco della pioggia
 

L'eco della pioggia L'eco della pioggia

L'eco della pioggia

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Il giovane Sun Guanglin riannoda i fili della propria esistenza, lasciando che i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza riportino alla luce le storie tragiche e spassose dei suoi familiari, amici e compaesani. In un ritmo lento e cadenzato come lo scorrere del fiume, che fa al tempo stesso da sfondo e da personaggio del romanzo, assistiamo alle sue prime esperienze: la scoperta della sessualità, la gioia e il tormento dell'amicizia, la solitudine e l'abbandono degli adulti, che accomunano, riunendole, la generazione dei vecchi e quella dei bambini. Un romanzo della memoria, un romanzo di formazione, un quadro della società cinese contemporanea. Tutta la società cinese postrivoluzionaria, soprattutto quella contadina, trova in questo libro una rappresentazione corale, un'importante voce "dall'interno".



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L'eco della pioggia 2020-04-14 19:28:03 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Aprile, 2020
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La vita in fiamme

Sun Guanglin racconta la sua vita in un villaggio poverissimo della Cina, in una famiglia particolarmente povera. Rispetto ad altri romanzi di Hua il racconto è più serio, realistico e dà l'impressione che ci sia del vero in quello che racconta. La vita del protagonista è piena di episodi tragici e di personaggi grotteschi come il padre e il nonno e la nonna ripudiata dal primo marito perchè sorpresa dalla suocera a guardare gli uccelli in sottoveste. E' un romanzo di formazione. Sono raccontate le amicizie del protagonista, la morte di un fratello, le vicende della sua famiglia di origine, soprattutto del padre, le prime esperienze di vita, l'affido presso una famiglia un po' più danarosa e affettuosa, episodi di scuola. Alcune storie sono terribili, ad esempio quella del suo amichetto di nove anni abbandonato dal padre completamente solo per un'altra donna. Il bambino viene poi mantenuto dagli zii che gli passano dei soldi lasciandolo però solo a casa sua, con la infantile e consolatoria convinzione che il padre quando si ammalerà lo verrà a cercare. La storia della terribile solitudine di questo bambino mi ha colpito molto e anticipa la vicenda simile, anzi ancora più drammatica,e in crescendo, del protagonista. La parte finale del libro è ila più bella per il taglio e per il ritmo e perchè si ricollega splendidamente all'inizio. Il crescendo parte dalla vicenda dell'amico abbandonato per passare a quella del protagonista, che descrive prima ill rapporto idilliaco e tenero con i genitori affidatari fino alla follia della loro sorte e del ritorno a casa. Questa parte è di una bellezza eccezionale, è accompagnata da descrizioni che rendono benissimo il ritmo emotivo: il tramonto con il sole che affonda nelle nuvole nere, il temporale, l'incontro con il nonno e infine l'incendio. Una totale devastazione della vita del protagonista, in cui il fuoco della sua casa pare alimentato dalla pioggia battente in modo surreale e vivissimo, Un ritorno sinistro, scandito dalla corsa del bambino inseguito dal nonno demente che il bambino non riconosce e che pur non riconoscendolo a sua volta, lo insegue correndo senza fiato. La follia della situazione culmina nel ritorno alla casa in fiamme con i fratelli che il bambino non riconosce e la figura folle del padre che nemmeno riconosce e da cui si sente inspiegabilmente attratto e a cui chiede: cerco Sun Guan Cai. Il finale è eccezionale.

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L'eco della pioggia 2020-04-14 17:46:30 68
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68 Opinione inserita da 68    14 Aprile, 2020
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Il cuore dell’esistenza








Un viaggio a ritroso nella propria infanzia e la constatazione, reale ed amara, che i ricordi e le sensazioni di oggi non sono più quelle di un tempo, ne contengono solamente il guscio, sottratti al proprio stato interiore, scenari diversi scavati nella memoria.
Nel cuore di una Cina trasformista, che vive il profondo contrasto città-campagna, il protagonista tratteggia la propria crescita in due archi temporali ed in due famiglie, allontanato per cinque anni dal nucleo d’ origine.
Un iter temporale scandito dai ritmi interiori e della natura ( “ nacqui nella stagione in cui si taglia il riso “ ), la consapevolezza di non vivere sulla terra, ma in un tempo che sospinge avanti o riporta indietro trasformando il proprio aspetto.
La vita è un fiume pulsante che scorre imperturbabile ingoiando il presente, amici, parenti, compagni di scuola, conoscenti accompagnano una ridda di sentimenti, una educazione sentimentale che ha forgiato sensazioni indelebili, visi, profumi, immagini che un tempo parevano insipide ed oggi prevedono una lettura diversa, sensazioni uniche sospese nell’io più profondo.
Ecco susseguirsi, in un tempo dilatato che segue la logica del ricordo, amicizie vere e presunte, la bellezza crudelmente esposta, appassita, caduta e dispersa, l’ importanza di fantasia e speranza, il senso del tempo, vita e morte, gli incomprensibili comportamenti degli adulti, il giocoso ed immaginifico universo infantile preventivamente sottratto alla proprio destino o ad esso irrimediabilmente indirizzato, il ritorno all’ infanzia alle soglie della vecchiaia accompagnati da un senso di pacificazione.
C’è una lentezza, costante, inesorabile, onnipresente, l’ arrestarsi di immagini tra gli avvenimenti, una concezione temporale diversa, oggi, la constatazione del protagonista di essere stato poco amato se non in alcuni momenti, ma anche che ciascuno ha lasciato delle gocce indelebili nella memoria.
C’è una vita semplice nel proprio manifestarsi e crudelmente esposta al ciclo stagionale della campagna, a fame e carestia, dettata da ritmi e tradizioni secolari, strani accadimenti, superstizioni obsolete, ma anche la vivacità ed istintualità di un piccolo mondo infantile rarefatto, nel quale i gesti assumono contorni e forma .
C’è una vita che non ha altro significato se non il continuare a viverla ed un destino comune, parte di un tutto, nelle lacrime di un bufalo che sta per essere sgozzato e che cadono sul fango come gocce di pioggia durante un temporale.

... “ la vita, di fronte al proprio annientamento, appare piuttosto restia ad abbandonare il passato, l’ espressione del bufalo non era soltanto di dolore, era una sorta di disperazione, i suoi occhi si erano arrossati, quel suo rinunciare con umiltà alla vita, morendo senza opporre alcuna resistenza, palesava ai miei occhi una inquietante visione frantumata “...

Questo il mondo di Yu Hua, un microcosmo di sensazioni vivide scandite da un moto perpetuo, armoniosa presenza in un caos apparente che coglie e fissa sensazioni che furono trasformandole in sentimenti, attimi eterni di un’ esistenza pulsante.

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