L'attesa L'attesa

L'attesa

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Quanto a lungo può aspettare una madre? Fino a che limite può sostenere il peso di un’assenza, il senso di colpa per i gesti mancati, per le parole non dette, per quello che non ha saputo comprendere in tempo? Anne de Quémeneur, vedova Le Floch, scruta l’orizzonte, quel mare che, per un piccolo borgo di pescatori in Bretagna, è l’estremo giudice della vita e della morte, un giudice ancora più minaccioso e spietato in tempi di guerra. Dopo la resa dei tedeschi, nel 1945, non si combatte più, i soldati nemici hanno abbandonato il paese, ma le ferite che hanno lasciato dietro di sé, nelle vite di uomini, donne e bambini, bruciano ancora. Anne ha perso Yvon, suo marito, e ha lottato insieme al figlio Louis, prima per sopravvivere, poi per ricominciare. Con un nuovo matrimonio, più agiato e confortevole del precedente, consacrato dalla nascita di altri figli, Gabriel e Jeanne, adorati. Fino a che, in un giorno d’aprile, Louis scompare senza una parola. Imbarcato, chissà per dove, e per quanto tempo. Anne non smette di guardare la fine del cielo, di sperare, di progettare una festa per il suo ritorno. Mentre ogni giorno si affanna per non far mancare niente al marito Étienne e ai bambini, il suo cuore è lontano, la sua solitudine assoluta, il pensiero costantemente rivolto al figlio perduto.



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L'attesa 2019-06-25 14:32:59 68
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68 Opinione inserita da 68    25 Giugno, 2019
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Dolorosa assenza protratta

Una vita lacerata e ricomposta a fatica, l’ inutile tentativo di entrare in grandi stanze che non le appartengono, il ritorno nella vecchia casa dalle imposte blu, l’ attesa di un figlio improvvisamente dissolto.
Anne ha vissuto intimamente il dolore e la rabbia della guerra, il corpo del marito Yvon inghiottito dal mare, una nuova vita condivisa con Etienne e due figli, congiunzione tra passato e presente, continuando ad amare Louis, frutto del primo matrimonio, un misto di dolore e speranza.
Oggi l’ amato figlio è scomparso, dopo l’ ennesimo litigio con Etienne, si è imbarcato e forse non tornerà, riesumando ombre ingombranti, un’ assenza definitiva, ed un marito colpevole di gelosia, crudeltà e noncuranza, in un presente non condiviso.
Lei vive la disperazione di una madre abbandonata in attesa del figlio prediletto, con il quale ha respirato un rapporto speciale ed un linguaggio che oggi le manca. Ne rigetta l’ assenza, si interroga sul significato di un gesto, incolpandosi, ed ogni giorno percorre lo stesso sentiero, attendendo il ritorno di una nave, scrive lunghe lettere, imbandisce la tavola di ogni prelibatezza, rimanda il presente, persa nel proprio mutismo, tra solitudine ed attesa estenuanti.
Il suo respiro è sempre più lento, un dolore silente, le giornate si somigliano, le stagioni anche, in attesa di Louis.
Nella grande dimora dove la aspettano, la casa della vita che scorre, che grida, che ride, che la reclama, si sente così poco a casa, perché la sua casa è l’ attesa, l’oceano, la barca di Louis, l’ incertezza, gesti quotidiani svuotati di senso, una vita rallentata, immobile, minerale.
Ogni giorno si inventa nuovi piaceri per non affogare, per consolarsi, famigliari di cui occuparsi ed a cui non può rivelare niente di quello che le sta accadendo, un marito che ama una donna senza alcun talento, abitata dalla assenza, una vedova abituata ad esserlo.
Ed allora, nelle stanze della memoria e della speranza, alberga un dolore viscerale, il grido inascoltato di una madre.
Perché’ ...” le madri corrono sempre, corrono e si preoccupano di tutto, di una fronte calda, di un colpo di tosse, di un pallore, di una caduta, di un sonno agitato, di una stanchezza, di un pianto, di un lamento, di un dolore... “
La vita alterna partenze e ritorni, alcuni definitivi, ed uno scambio di esperienze, affetti, sentimenti, accettazione, ricordi...
Un ribaltamento di ruoli consegnerà una nuova assenza ed un provvisorio ritorno, l’ intimità della scoperta, il perdono, un microcosmo di condivisione affettiva, con la certezza, un giorno, di approdare in un luogo dove non sentirsi più soli....
Romanzo intimo, monologo di donna e di madre, una confessione e ricerca inevase. Scrittura essenziale, aperta ad interrogativi ed interpretazioni difformi agli occhi degli stessi protagonisti, che inseguono vite ed ombre celate, un’ incomunicabilità di fondo ed un percorso parallelo ( le due vite di Anne tra passato e presente ed il sogno di un’ armonia famigliare non solo apparente ) che divengono condivisione del profondo.
Per gli interessati al genere, il romanzo si apre ad una lunga ed appassionata digressione introspettiva a metà tra la lettera ed il memoriale, una riflessione psico esistenziale costruita e consumata con tormentata eleganza, un’ ossessiva presenza che include senso e destino, il doloroso viaggio di una madre violata nella sua più intima essenza.

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