L'arte di bruciare
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Isolamento d’amore
… sono io la legna del fuoco. Ho fatto esperienza, sono mutata nella natura. Sono stata bruciata, danneggiata, e ora sono più resistente. Una vita è come una perlina d’acqua sulla superficie nera, così fragile, così forte, il suo mondo incredibilmente compatto…
Lo scorrere di una vita, tra passato e presente, ricordi e rimpianti, una voce che si affida al tempo nel cuore di una pandemia che non concede sconti. Racconto d’ amore e morte, resurrezione e sentimenti, carne e brama artistica in evoluzione continua, una storia da raccontare per cercare di sopravvivere.
La voce narrante è una scultrice di successo oggi sola, pronta ad accogliere la propria fine in una dimora isolata, con lei mille ricordi, i cocci di un’ infanzia nelle vesti di una madre menomata che ha cercato vanamente di fare la madre, un padre assente, il proprio talento artistico, un amore improvviso e unico in un periodo di contumacia, quando la forza del virus sradica percezione e sentimenti e il respiro illogico della malattia impregna ogni dove.
Il lockdawn, un destino incerto, la lotta contro un nemico forte e invisibile, anima e corpo forgiati dalla voglia di vivere ogni singolo istante. Domande sulla propria infanzia, la voglia di riviverla, una nuova versione dei fatti che non si può avere, riassetti temporali, il significato della vita impossibile da carpire.
Vige una neo dimensione famigliare, intrappolata dentro casa in compagnia di un amante che sembra possedere l’ intensità di un sogno, un vicendevole scambio in un contesto che ha poco di umano, la lotta per sopravvivere, infettati nel corpo e nella mente, all’ esterno un paese impegnato a non cadere a pezzi, a curare i malati, a controllare che cosa è rimasto in dispensa, a piangere la libertà perduta.
Un giorno ci sarà un post pandemia, e allora come saremo, o meglio, cosa sarà rimasto di noi? Forse l’ esperienza ci avrà forgiati e saremo più forti o forse avremo imparato che cos’è la transitorietà e la capacità di resistere. Nell’ ultimo anno si sono viste cose diaboliche e avvertito la vicinanza della morte, ma …”noi siamo le nostre tendenze peggiori, restiamo quello che siamo, tra l’ evidenza e l’ illusione, è lì che siamo tutti..”.
Un breve romanzo che abbraccia un flusso di coscienza ininterrotto, flashback, immagini e voci spezzettate all’ interno di una fragilità che impregna ogni cosa, nessuna risposta se non i cocci di una vita complessa e imperscrutabile, costretta all’ isolamento forzato, una nuova dimensione che, contravvenendo ai sintomi della malattia, acuisce i sensi e le sensazioni, ridiscute il quotidiano, ridefinisce l’ essere, nel frattempo la propria creazione artistica è più violenta e accompagna un amante a scrivere un’ altra storia altrettanto crudele.
Sarah Hall ridiscute le tonalità di una vita in un’epoca indecifrabile, ne coglie le necessità, i cambiamenti, la disperazione, dibatte in prevalenza con se stessa su amore e morte, arte, relazioni, sentimenti, in un quotidiano nel quale le priorità sono mutate, la carnalità esplosa, la sofferenza amplificata, le perdite improvvise e inaspettate e l’ arte va ridefinendo il proprio linguaggio. Quale esito e quale destino?