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L'amore ai tempi del colera

Letteratura straniera

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Un amore romantico e infinito, capace di pazientare, con fede incrollabile, per "cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese". Tanto deve infatti aspettare Florentino Aziza, poeta e proprietario della Compagnia Fluviale del Caribe, prima di poter finalmente vedere realizzato il suo sogno con Fermina Daza, la più bella ragazza della Colombia. La cronaca di una lunga e fiduciosa attesa, di un desiderio che non si sopisce ma viene accresciuto dagli anni, superando tutti gli ostacoli. Un romanzo atipico e splendido da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell'assolato Caribe e della sua gente.



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L'amore ai tempi del colera 2020-12-01 14:51:11 Martina248
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Martina248 Opinione inserita da Martina248    01 Dicembre, 2020
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L'odore delle mandorle amare...

Leggere questa recensione, richiederà qualche piccolo spoiler, che però non credo in nessun modo possa rovinare la lettura di questo libro, che non si gioca nella trama, quanto più nelle suggestioni, nei sentimenti evocati e nell’interiorità dei protagonisti.

L’incipit de “L’amore ai tempi del colera” rimarrà sempre nei miei ricordi per la sua estrema poeticità:

“Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati.”

E quello tra Fermina Daza e Florentino Ariza è certamente uno degli amori più travagliati di tutta la letteratura. Questo inizio ad effetto si apre su una vicenda estranea ai due protagonisti eppure tanto simile, il suicidio dell’esule Geremia Saint-Amour, amico intimo del dottor Juvenal Urbino, marito della nostra Fermina.
Proprio questo inizio pare essere un preludio all’accidentale morte del dottore, avvenuta lo stesso giorno, che, inaspettatamente, mostra uno spiraglio di luce a quell’amore tanto disperato di Florentino Ariza, ormai anziano, che attende l’amata da “Cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese”.

Il filone narrativo salta poi verso la giovinezza dei nostri protagonisti: dalle poetiche lettere del nostro amato , ai suoi nascondigli, da cui osservare l’amata in un quadro tanto poetico quanto romantico.
E’ la separazione imposta, però, che segna una svolta: le vite di Florentino e Fermina, che si svolgono nella medesima città, paiono da questo momento agli antipodi. Da una parte il matrimonio di Fermina, nato senza amore e sviluppatosi a in un affetto quotidiano tanto infelice e tedioso quanto sincero, che i giorni intessono tra un battibecco e l’altro. Dall’altra la vita vagabonda di Florentino che oscilla tra i successi alla “Compagnia fluviale dei Caraibi” e gli amori che si succedono l’uno dopo l’altro, lasciando qualche vago e lieto ricordo ma mai la traccia che ha impresso, ormai anni ed anni prima, Fermina.
Sono proprio gli eventi paralleli tra queste due vite che mostrano la loro intima inconciliabilità: la prima notte di nozze di Fermina, tanto straniante e assurda quanto intimorita, non ha nulla a che vedere col primo fuggente e quasi feroce amore di Florentino, a cui non è concesso conoscere il volto né l’identità della sua prima amante.

In un altro salto temporale, torniamo al presente, dove si gioca l’amore senile dei nostri protagonisti. Un amore denso di limiti ma anche di dolcezze che risorgono inaspettatamente in anni avanzati, tanto apprezzate proprio perché ricordato un’età giovanile ormai passata. Con tutti i suoi limiti, le sue attese, i suoi disguidi può ora sbocciare un amore compiuto eppure vissuto attimo per attimo, giorno per giorno, gustando ciò che l’amore e la vita offrono, proprio quando parevano essere volti al termine.

Di questa lettura ho amato particolarmente la parte svolta nel presente (Incipit e parte finale) mentre il flashback centrale mi è parso piuttosto lento ed eccessivamente lungo. Ciò che mi ha, invece, stupito positivamente è stata la trattazione di un amore senile, che non ricordo essere stato affrontato in molti altri classici da me letti e che conserva una sua peculiarità e una sua dolcezza. Altra nota positiva è stata lo stile dell’autore, a volte poetico, a volte ironico e divertito nel raccontare dei particolari tanto irrilevanti quanto espressivi che rendono la narrazione in un certo modo “frizzante”.

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L'amore ai tempi del colera 2020-11-18 08:47:51 SaRA8993
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SaRA8993 Opinione inserita da SaRA8993    18 Novembre, 2020
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QUANTO E' FORTE L'AMORE PLATONICO? UNPOPOLAR OPINI

Ci troviamo negli ultimi anni dell’Ottocento.
Florentino Ariza è innamorato della giovane colombiana Fermina Daza con cui ha un rapporto solo epistolare per un breve tempo poiché lei è promessa sposa ad un uomo molto importante,sicuramente di un ceto sociale maggiore di quello di Florentino, Juvenal Urbino. Piano piano i due si conoscono e vivono una vita abbastanza felice, nonostante le liti
Intanto Florentino per essere degno della sua amata e guadagnarsi una posizione di più alto e rispettabile livello sociale, decide di lavorare nella Compagnia Fluviale dei Caraibi, sotto le ali di suo zio e alla morte di Juvenal, prende la palla al balzo: non resiste e rincomincia il feroce corteggiamento epistolare verso Fermina, la donna che ha sempre amato, nonostante le innumerevoli donne conquistate durante la vita e innumerevoli passioni effimere consumate nel tempo. Nessuna donna è come lei e dopo cinquantatrè anni riescono finalmente a coronare il loro sogno d’amore, vissuto sino a quel tempo in maniera platonica ma costante.
Gabriel Garcia Marquez è riuscito a trascrivere in un libro una storia dal sapore di soap opera: un amore complicato, speranze tradimenti, gioie e dolori.
Si potrebbe definire il personaggio di Florentino, in un’analisi in linea con la storia di cui è protagonista, come un uomo solo forse un po’ debole che affoga i suoi dispiaceri di non poter vivere il suo unico vero amore per Fermina, lasciandosi trasportare dai piaceri della carne con donne dissolute, a volte prostitute a volte semplicemente vogliose. Nessuna però lo coinvolge emotivamente poiché il suo cuore rimane incatenato ad una sola donna.
Ma c’è da chiedersi: quanto è potente un amore platonico? Così tanto da poter giustificare l’atteggiamento di Florentino? Dice la verità un uomo che afferma di amare una ed una sola donna e poi si lascia ammaliare dalle passioni terrene travolgenti e effimere con altre donne?
L’unica cosa certa è che a Fermina sembra non importare molto. D’altronde è stata lei a rifiutarlo parecchie volte, a rimarcargli quanto non fosse più innamorata di lui e ad essere inizialmente dubbiosa e riluttante al suo rinnovato corteggiamento epistolare dopo la morte del marito ma alla fine cede alle lusinghe per abbandonarsi a quell’uomo che con ostinata pazienza l’ha aspettata per cinquantatrè lunghissimi anni,segno di un amore forte che lo ha incastrato prima nell’anima e poi nel fisico.
A differenza di altre storie sentimentali in cui i due amanti lottano contro i giudizi, i pregiudizi, le discordie nelle famiglie, solo per affermare il loro unico, sincero e strabiliante amore (Romeo e Giulietta docet) in questa, l’amore platonico la fa da padrone: i due amanti si aspettano a vicenda per vivere davvero gli ultimi anni della loro vita insieme, concretizzando anche quella che è la parte fisica del rapporto, che è quello che hanno sempre desiderato.
Un capolavoro dello scrittore, diventato uno dei libri inseriti nella classifica di quelli da leggere prima di morire, per alcuni sopravvalutato, per altri superbo.
Tradotto in varie lingue del mondo è sicuramente consigliato da leggere per le ragioni scritte sopra.

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L'amore ai tempi del colera 2020-05-29 10:09:22 AngieJ
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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    29 Mag, 2020
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Un cerchio che non riesco a chiudere


L’amore che ci disegna Màrquez è un amore prorompente, travolgente, disarmante. La sua lancia trafigge il giovanissimo Florentino Ariza e vi rimarrà incoccata nella sua carne fino al riposo eterno: ma non è la lancia dell’amore passeggero, di più amori cartavelinati, nonostante Florentino sperimenti un numero discreto di legami, ma è la lancia di quell’amore, che ti colpisce quando sei impegnato a studiare le circonferenze degli uccelli nel cielo, a contare i secondi di vita già trastullati nella tristezza, a mangiare lentamente la fetta di noia che un nuovo giorno ti sta servendo sul tavolo della tua esistenza. Florentino si abbevera a questa fontana riverberante, si incensa ogni giorno di questo profumo invadente, sguazza ad occhi spalancati nella granitica convinzione che il suo amore, mai dischiuso e mai fattosi carne, un giorno potrà incendiare con la sua miccia una caterva di legna come mai gli è stato concesso. Dall’altra parte del fiume, dall’altra parte del sole, Fermina Daza lo osserva struggersi per lei, tasta nel buio di fogli madidi d’inchiostro la sua follia, annusa nelle strade assolate la puzza di un uomo che per una sola donna ha fatto a pezzi la sua vita, ha frullato il suo futuro, ha incenerito ogni via di fuga. Fermina guarda Florentino avvizzirsi sotto la cenere della loro vecchiaia e ogni giorno firma sorridente la sua condanna: no, non ha rifiutato Florentino perché suo padre glielo ha impedito; e nemmeno perché ha sposato un altro uomo; lo ha rifiutato perché ogni sua cellula ha scelto, ogni giorno della sua vita, di farlo.
Fino a quando, nell’ultimo tramonto dell’ultima sera, il sole decide di lasciar spazio alla luna un attimo più tardi, per illuminare, per quell’unica e brevissima volta, due figure indistinguibili su una barca. In un attimo che, per un uomo distrutto, durerà per tutta la vita. Perché è per tutta la vita che, quell’uomo, è stato a vegliare, in silenzio, in attesa che accadesse, in attesa che la morte si rivelasse dolce e si prendesse la rivincita su una vita dilaniata, scuoiata da un mostro chiamato Amore.
L’amore ai tempi del Colera è un romanzo scritto da un Marquez che si rivela un egregio maestro nell’arte della scrittura. Finemente ricucito in ogni sua parola, in ogni sua riflessione, racconta una storia lunghissima, costruendo due personaggi perfettamente definiti. Ma il lettore, forse con una punta di delusione, si chiede quando e se mai arriverà ciò che sta aspettando sin dalla prima pagina: non sa esattamente definire cosa, ma sa che è in attesa di qualcosa, che non arriverà mai.
All’intelligenza grigia, il romanzo quadra alla perfezione. Ma è il cuore del lettore che, forse, si preparava a divampare in un milione di battiti ma, invece, rimane con un libro in più sugli scaffali e un’emozione che si pensava, fino alla fine, potesse esplodere. Ma resta lì, assopita, e poi si addormenta. Per sempre.

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Anna Karen
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L'amore ai tempi del colera 2020-03-08 13:44:29 Beatricenevolo
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Beatricenevolo Opinione inserita da Beatricenevolo    08 Marzo, 2020
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L'ATTESA E POI PER TUTTA LA VITA:

Il titolo della recensione fa già presagire un pò quanto possa essere dura raggiungere i propri obiettivi.
"Un'attesa lunga 53 anni,7 mesi e 11 giorni" dal momento in cui Florentino Ariza vide Fermina Daza per la prima volta fino a quando il suo sogno si coronerà. L'amore che prova per questa donna ,vista da fanciulla,lo porterà ad avere molte relazioni e amori,ma mai nessuno paragonabile a quello per questa donna, o tale da indurlo a rinunciare all'oggetto del suo desiderio.La considera "la più bella del Caribe",ma sarà a causa del padre di lei se saranno presenti delle lungaggini.Nonostante tutto ,prima del matrimonio di lei ,tra i due si verrà a creare una lunga e fitta corrispondenza che per un pò reggerà alle varie difficoltà ma successivamente verrà pian piano scemando ,nonostante la tenacia di Florentino ,che con il passare degli anni diverrà compositore di lettere e soprattutto libri d'amore.
Per quanto riguarda Fermina,la sua vita sarà particolare e ricca di eventi ,tra cui il suo matrimonio che la porterà a viaggiare molto,avere molte conoscenze ,molta vita mondana ma non solo.Dolorosa sarà la morte del marito nonostante molte volte la sua presenza e le sue abitudini la infastidissero. Un amore strano il loro(non per forza ciò va visto in chiave negativa),particolare e unico nel suo genere.
Anomalo è più che altro il rapporto tra i due protagonisti principali.
Meraviglioso sarà però il loro incontro,dopo tutto questo tempo ,il loro amarsi e innamorarsi sempre di più,come fossero due giovanotti,nonostante la loro età avanzata ,il loro voler continuare il viaggio intrapreso e ostacolato dal colera.
Gli ambienti e i paesaggi descritti sono vari,molteplici. Molte le città europee ,ma anche i luoghi chiusi come teatri,uffici,mura domestiche .Il tutto è narrato con molta maestria,leggerezza ma soprattutto quotidianità.
La flora e la fauna vengono descritte come se fossimo noi stessi ad osservare il tutto,come protagonisti invisibili all'interno della narrazione .
Tendiamo a percepire la tensione,gioia,il dolore dei personaggi,rimanendo poi intrappolati nel capolavoro.
Lo stile di Garcia è sempre più magico,unico nel suo genere,ricco e splendido ,da far venire la pelle d'oca grazie alla cura che mette in ciò che fa,l'amore e la passione che trasmettono le sue parole ,le emozioni che sgorgano fuori dall'opera .
Il lieto fine tanto agognato e atteso,che riempie di gioia e speranza il cuore. DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE E DA LEGGERE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA.

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L'amore ai tempi del colera 2019-03-18 07:32:01 kafka62
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kafka62 Opinione inserita da kafka62    18 Marzo, 2019
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L'AMORE PIU' FORTE DEL TEMPO

Gabriel Garcia Marquez è un grande inventore di storie, capace con la sua penna – come un prestigiatore con la sua bacchetta magica – di portare a spasso per decine di pagine l’attenzione del lettore dove vuole lui, magari per poi svelargli sotto il naso che il segreto e il fascino promessi con carismatica abilità erano altrove e che la storia finora narrata era solo una falsa pista, un trucco. Come Hitchcock in “Psycho” aveva sviato il pubblico con la storia della giovane donna in fuga con i soldi del principale, per poi sbarazzarsene improvvisamente (e inopinatamente) con la famosa sequenza dell’assassinio sotto la doccia e iniziare un altro film senza più nessuna attinenza con la mezz’ora precedente, così lo scrittore colombiano ci presenta il dottor Juvenal Urbino come se fosse lui il protagonista del romanzo, descrive minuziosamente la sua vita e il suo ambiente, crea persino le premesse di un possibile intreccio (il suicidio dell’amico scacchista, la scoperta nella lettera di addio di una sua storia d’amore segreto con una donna che, seguendo le volontà del defunto, si reca perfino ad incontrare), per poi farlo morire dopo sessanta pagine senza preavviso alcuno. A questo punto la figura della moglie di Juvenal, Fermina Daza, che sembrava destinata a un ruolo del tutto secondario, sale sul proscenio e diventa la protagonista indiscussa, insieme a Florentino Ariza, di una vicenda di cui non sospettavamo neppure, non diciamo l’esistenza, ma neppure la possibilità romanzesca.
Con questo azzardato salto mortale, in grado di sovvertire le più elementari e canoniche regole narrative, Garcia Marquez getta il lettore in medias res, nel bel mezzo di un melodramma che, raccontato in estrema sintesi con le parole dell’autore, “è la storia di un uomo e di una donna che si amano disperatamente ma non possono sposarsi a venti anni perché sono troppo giovani, e non possono farlo a ottanta perché sono troppo vecchi”. Dalla platonica passione adolescenziale di Fermina Daza e Florentino Ariza, fatta di sguardi furtivi alla messa della Cattedrale, di serenate notturne e di bigliettini nascosti nei posti più disparati della città, e troncata, piuttosto che dalla feroce ostilità del padre della ragazza, dall’improvvisa scoperta di lei che non di amore si trattava ma di una sorta di compassione sublimata fino all’autoinganno, per giungere al sospirato coronamento senile di un sentimento portato avanti dal protagonista con stoica e persino masochistica ostinazione, e mai lasciato sopire nonostante le scarse probabilità di successo, il lettore deve percorrere più di mezzo secolo in cui le vite parallele di Fermina e Florentino, sposata con un medico ricco e famoso la prima, single per vocazione con uno sterminato numero di amanti il secondo, si sfiorano, talvolta si incrociano per brevi attimi, altre volte rischiano di perdersi, ma sempre ritornano a viaggiare, sia pure quasi l’una all’insaputa dell’altra, come i due binari di un treno. Questo lunghissimo (anche in termini di pagine) tragitto romanzesco comportava il rischio di smarrire per strada la straordinaria forza di concentrazione insita nella maniacale e quasi religiosa devozione pluridecennale di Florentino per la sua dama, oltre a quello di cadere facilmente nel feuilleton. Ma la grande sapienza narrativa di Garcia Marquez riesce sempre a districarsi tra le numerose insidie di questa storia da romanzo rosa. Persino la descrizione apparentemente indifferenziata delle numerose amanti di Florentino Ariza (che poteva trasformare buona parte del romanzo in una serie di episodi e di aneddoti a se stanti) viene trattata con una inesauribile fantasia che non porta mai lo scrittore colombiano a ripetersi (un po’ come il Truffaut de “L’uomo che amava le donne”), e anzi risulta funzionale a mettere in ancor maggiore evidenza la persistenza nel tempo, a dispetto di ogni altra attrattiva della vita, del sublime sentimento del protagonista, oltre a rivelare al lettore la sorprendente varietà in cui si declina l’amore nella vita degli uomini. Ma nonostante che “L’amore al tempo del colera” sia a tutti gli effetti un romanzo sull’amore, esso non può essere definito un libro romantico, al contrario. Pur nelle infinite sfaccettature con cui Garcia Marquez descrive l’amore carnale da cacciatore notturno di Florentino, l’amore coniugale da borghese soddisfatta di Fermina o quello segreto e platonico di lui per lei, non appare mai in nessuna delle pagine del romanzo l’amore perfetto, capace di resistere all’eternità, giacché anche la realizzazione tardiva del sogno d’amore di Florentino Ariza, dopo oltre cinquanta anni di attesa, ha più a che vedere con una volontà ed una caparbietà di ferro piuttosto che con un sentimento moralmente sublime. Infatti “nulla a questo mondo era più difficile dell’amore”, e litigi, incomprensioni, delusioni, tradimenti e rotture abbondano nel romanzo, pur lasciando sostanzialmente inalterato il giudizio positivo, ancorché realisticamente critico, della vita a due. Se a questo si aggiunge il gusto di Garcia Marquez di demistificare i momenti più “alti” della vicenda con la comica inopportunità di defecazioni di uccelli, attacchi di diarrea e impotenze virili, si può agevolmente capire come quello di cui “L’amore al tempo del colera” tratta è quanto di più vicino all’amore della porta accanto - quello prosaico di ogni giorno con cui praticamente tutti noi abbiamo a che fare nella vita - si possa pensare. Del resto, i due protagonisti non sono certo delle creature idealizzate create per provocare nel lettore delle facili identificazioni. Fermina Daza infatti è sì una donna affascinante e sensuale, ma è altresì altera, orgogliosa, volubile, facilmente preda della rabbia e perfino razzista (quando scopre che il marito la tradisce, ciò che le fa più male è che lo abbia fatto con una donna di colore). Dal canto suo, Florentino Ariza è un uomo antiquato, maniacalmente dedito alla forma e all’esteriorità (vedi i patetici tentativi di contrastare l’alopecia), affamato d’amore ma restio a concederlo, e in ultimo addirittura pedofilo (il rapporto erotico con la sua pupilla quindicenne). Quando poi l’amore tra i due viene infine consumato, lo scrittore non sorvola affatto sui più minuti particolari della decadenza fisica dei loro corpi, quasi a togliere anche l’ultima parvenza di sublimazione erotica. Ciononostante “L’amore ai tempi del colera” resta una delle più credibili, appassionate e affettuose trattazioni sulla fenomenologia amorosa che mi sia mai capitato di leggere, e credo che in questo giudizio non sia estranea la stupenda cornice ambientale (la pigra, sonnacchiosa e decadente città di Cartagena, soprattutto) creata da quel grande scrittore che è Garcia Marquez, cui non è neppure necessario il ricorso al realismo magico di “Cent’anni di solitudine” per fare sognare ad occhi aperti il lettore.

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L'amore ai tempi del colera 2016-10-07 10:44:52 Flamingo
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Flamingo Opinione inserita da Flamingo    07 Ottobre, 2016
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"Quello sguardo casuale fu l'origine di un catacli

CONTIENE SPOILER

Si può continuare ad amare una persona che ci ha respinti e costruire la propria vita nella speranza di un futuro incerto con questa persona?
Siamo nei Caraibi,negli ultimi anni dell'ottocento. Florentino Ariza ,giovane romantico e a tratti malinconico si innamora della bella e misteriosa Ferminia Daza ,i due giovani iniziano la loro conoscenza scambiandosi lettere,il loro è un amore tenero,puro e corrisposto,ma il padre di Ferminia non approva la storia d'amore della figlia, decidendo di darla in sposa a Juvenal Urbino giovane e ricco medico appena tornato in città dopo aver concluso gli studi di medicina a Parigi. Il matrimonio tra Ferminia ed il dottor Urbino non è un matrimonio d'amore ,ma di "stabilità" ,con il trascorrere degli anni i due diventeranno l'uno complementare dell'altro ed impareranno ad amarsi. L'unione tra Ferminia Daza e Juvenal Urbino non scoraggia per nulla il sentimento di Florentino Ariza , anzi lo sprona a diventare un uomo degno dell'amore di Ferminia , nonostante i suoi innumerevoli amori clandestini , lui nel cuore ha sempre e solo una donna Ferminia Daza.
"Dopo cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni , notti comprese " il sogno di Florentino si realizza quando incredulo udì i rintocchi che lui aveva desiderato più di qualunque altra cosa udire da quando aveva visto Ferminia in dolce attesa.

E' la prima opera di Gabriel Garcia Marquez che ho letto, ho apprezzato molto il contenuto e lo stile . L'autore mette a nudo i sentimenti e le emozioni dei personaggi , potrebbe essere definito il romanzo della speranza e della forza dell'amore, " Amor omnia vincit" , l'amore tra Florentino e Ferminia ha vinto su tutto,sul tempo e persino sull'età che i due hanno quando si rincontrano, i due rischiavano di apparire ridicoli per la loro età,ma Ferminia decide finalmente di dar retta al proprio cuore senza curarsi più degli altri facendo una confidenza alla nuora " Un secolo fa mi hanno rovinato la vita con quel pover'uomo perchè eravamo troppo giovani, e adesso vogliono farcelo di nuovo perchè siamo troppo vecchi".

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L'amore ai tempi del colera 2016-10-03 07:27:12 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    03 Ottobre, 2016
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53 anni, 7 mesi e 11 giorni, notti comprese.



SPOILER - SPOILER - SPOILER

"53 anni, 7 mesi e 11 giorni, notti comprese".
In questi numeri è racchiuso tutto il senso di questo grandissimo romanzo.
Ho cercato "la storia d'amore" in tutte le sue pagine, senza trovarla (se non alla fine)...ho trovato invece la struggente storia di "un amore unilaterale", idealizzato, nutrito da pensieri, fantasie, voci, profumi, ricordi di un uomo al limite della follia...un'ossessione disperata e senza fine che ha superato la barriera del tempo, dello spazio, del corpo...
Florentino ama, ama Fermina di un amore totale, bruciante, spossante: le ha parlato solo una volta, si sono scritti delle lettere d'amore furtive, l'ha seguita, spiata, adorata da lontano.
Ma alla fine lei sceglie altro...si accorge di non amarlo, di non conoscere quest'ombra scura che un giorno, all'improvviso, incontra al mercato.
Lei sceglie il buon matrimonio anelato da suo padre, non un matrimonio d'amore, felice, ma "stabile", rassicurante...e con gli anni impara ad amare suo marito, fino a diventare indispensabili l'uno per l'altra...(e Florentino non è mai nei suoi pensieri, se non per qualche strascico di senso di colpa che talvolta raffiora).

"Il problema del matrimonio è che finisce tutte le notti dopo che si è fatto l'amore, e bisogna ricostruirlo tutte le mattine prima della colazione".

Lui è affamato d'amore, si consuma in un fuoco che scaverà dentro di lui una voragine immensa...e che cercherà di colmare amando mille donne, senza amarne nessuna.
Giovani, mature, sposate, vedove, quasi bambine...non importa. Lui le amerà tutte.

"...aveva imparato che si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna.
Il cuore ha più stanze di un casino."

Ma non s'impegnerà mai davvero con nessuna, lui deve mantenersi "libero" per Fermina, perché lui lo sa, sa che un giorno sarà sua. 
E non importa se quel giorno arriverà mezzo secolo più tardi, quando ormai la pelle è avvizzita, gli occhi sono liquidi, le membra stanche...
Fermina s'innamorerà di Florentino, sì...ma non del ragazzo che è stato, non del ricordo di lui, ma amerà il vecchio, l'ultrasettantenne senza capelli e senza più ardore, ma in grado di emozionarsi ancora per una mano nella mano, per un bacio a fior di labbra dal leggero sentore acido, per il suo corpo di donna che ha ceduto al tempo, alla gravità, alla vita.
Ho trovato in questo romanzo una sensualità disarmante, un erotismo raffinatissimo e una delicatezza senza pari nell'affrontare l'amore che passa attraverso le trasformazioni del corpo.
Una storia di speranza, quella che davvero non muore mai...
Ringrazio Garcia Marquez per averci regalato l'illusione che davvero i sogni si realizzino, prima o poi...e spero mi voglia perdonare per le mie parole indegne.



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L'amore ai tempi del colera 2016-06-11 19:48:04 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    11 Giugno, 2016
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L'amore ha i sintomi del colera

Non posso negare la difficoltà che trovo nel dare la mia opinione su questo libro. È stato il mio battesimo con Màrquez, un autore che mi ha sempre attirato ma che fino ad ora non avevo ancora avuto il coraggio di affrontare. Il suo stile è particolare e ha una prosa simile a quella di José Saramago, anche se molto diversa nei contenuti. Lo stile è davvero eccelso, anche se risulta un po' pesante, perché Màrquez fa uso di dialoghi col contagocce e racconta tantissimi eventi arricchendoli con infiniti (forse troppi) dettagli. Se non fosse così bravo a usare questo stile, che non facilita la lettura, mi sarei sicuramente suicidato prima di finirla.
Fortunatamente, l'autore è un maestro.

Florentino Ariza è un giovane impiegato con la passione per le poesie d'amore, che un giorno si innamora follemente della bellissima Fermina Daza. Fin dal primo momento, capisce che è donna della sua vita. Comincia ad aspettarla per ore per vederla passare in un momento fugace. Le scrive poesie e canzoni d'amore. Le suona serenate controvento, in modo che l'aria turbolenta porti le note fino alla tanto amata finestra. Il loro amore fiorisce gradualmente, per poi sbocciare in un uragano indomabile.
Purtroppo, gli ostacoli non saranno pochi. Primo fra tutti il padre di lei, che opporrà il suo veto incontestabile, deciso a farla sposare con un buon partito, cosa che Florentino non è assolutamente. Ma quando anche l'ultima barriera è stata superata, e i due potrebbero finalmente godere del proprio amore, vedendo l'amante dopo tanti mesi di lontananza forzata Fermina ha un lampo. Nella sua testa scatta qualcosa di repentino che le dice che Florentino non è l'uomo che sposerà. Lo respinge, dopo un pò di tempo si sposa con il rinomato dottore Juvenal Urbino e va avanti per la propria strada, dimenticandolo. Per Ariza si spalanca un oblio che durerà oltre cinquant'anni.
Avete capito bene. Perché lui l'aspetterà, attenderà pazientemente la morte del suo attuale marito per ripresentarsi da lei, sapendo che di fronte a tale perseveranza, a tale amore, non potrà che essere sua.
Un amore immenso, eterno, indistruttibile. Un amore che nemmeno altre donne hanno potuto sostituire, perché potevano anche essere migliori di Fermina, ma non erano lei. Lei che gli ha pervaso l'anima, che lo ha legato come un condannato alla prigionia, che lo ha infettato come il colera, e che come quest'ultimo non ha termine se non con la morte, nella maggior parte dei casi.
Un amore che non si spegne nemmeno nella vecchiaia, né nella morte.

"Ma la visita riveló che non aveva febbre né dolori in alcuna parte e che l'unica cosa concreta che sentiva era un bisogno urgente di morire. Gli bastó un interrogatorio insidioso, prima lui e poi alla madre, per constatare un'ennesima volta che sintomi dell'amore sono gli stessi del colera."

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L'amore ai tempi del colera 2016-04-27 15:02:56 marika_pasqualini
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marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    27 Aprile, 2016
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La vita, la morte, l'amore.

Storia di vita, di morte, d'amore. Per tutta la vita. Al di là della morte.
Florentino Ariza, piccolo sognatore, si innamora di Fermina Daza, e lei sembra contraccambiarlo all'inizio. ma poi si tira indietro...."Pover'uomo!". Lui persiste, rimarrà ancorato a lei per tutti gli anni che gli rimarranno da vivere, è una promessa a sè stesso. La strada intanto va avanti, la sua, quella di Fermina e quella di suo marito, dei suoi figli, della sua famiglia. Non ci sono ostacoli che tengano: Florentino è sempre lì, dietro le quinte, a guardare da lontano la sua amata che procede nei suoi passi, fino a quando questi diventano insicuri. la vecchiaia si affaccia nella loro esistenza... e il finale è tutto da vivere....
Ancora. La vita. Due vite, che si intrecciano all'inizio e alla fine. In mezzo ci sono solo fili sfilacciati di un paese in comune e niente più.
La morte. Quella sperata per il marito di Fermina Daza, quella che sembra essere lì pronta a prendersi i protagonisti da un momento all'altro, quella portata dal colera.
L'amore. L'amore. Eterno, etereo, reale.

Scritto in modo sublime, chiama i personaggi perennemente con nome e cognome. Ci racconta una storia, nella storia della Colombia, fatta di immagini e avvenimenti, di malattia e feste di paese. è antico e moderno, letteratura vintage, ma senza essere stucchevole.
è ironico, melanconico, divertente e scioccante. è L'amore ai tempi del colera.

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L'amore ai tempi del colera 2016-02-08 21:52:21 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    08 Febbraio, 2016
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Che amore sia!

Questo è il primo romanzo che leggo di Márquez ed è stato un caso che in questo periodo abbia visto anche il film di Ciro Guerra, “Los viajes del viento”, rimanendo in tema di autori colombiani…

Gabriel García Márquez è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano, morto da quasi due anni or sono (nell’aprile 2014). Famiglia molto numerosa la sua (primogenito di 16 fratelli), il padre era telegrafista e la madre una sedicente chiaroveggente mentre i nonni materni, con i quali crebbe, erano uno, colonnello liberale, l’altra, una grande conoscitrice di fiabe e leggende locali. Dopo aver tentato di intraprendere gli studi di giurisprudenza e scienze politiche, abbandonò l’università per lo scarso interesse nelle materie di studio. La sua carriera nel giornalismo iniziò con il trasferimento a Cartagena dopo i disordini del 1948 (periodo del “la Violencia”), nel 1949 si trasferì a Barranquilla e nel 1955 si trasferì a Roma per seguire corsi di regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nella sua vita girò molto, finendo in Messico dopo aver perso, per ragioni politiche, l’autorizzazione alla residenza permanente come cronista negli Stati Uniti. Tra le varie vicissitudini che caratterizzarono la vita di Gabriel, c’è la co-fondazione della Scuola Internazionale di Cinema e TV di Cuba.
La sua attività letteraria inizia nel 1955 con il romanzo “Foglie morte” fino all’ultimo romanzo risalente al 2004, “Memorie delle mie puttane tristi”. Morirà in una clinica di Città del Messico, dopo aver combattuto con un linfoma di Hodgkin .

“L’amore ai tempi del colera” mi è sempre sembrato uno di quei classici della letteratura che andrebbero letti per cultura generale però, leggendo la produzione letteraria di questo autore, mi sono resa conto che non sono partita dal suo romanzo più famoso… Ormai è andata.
La Trama in breve: I personaggi principali sono 3: Florentino Ariza, Fermina Daza e Juvenal Urbino. Il libro è strutturato a flashback, la primissima parte del romanzo non è altro che l’inizio di quello che sarà poi l’epilogo della storia, il resto è un percorso a ritroso nelle vite dei nostri 3 personaggi. Florentino Ariza è il vero protagonista, è un ragazzo schivo, criptico e dall’aspetto indecifrabile; Fermina Daza è una ragazza bella, fresca ma per certi aspetti ribelle per l’epoca, una ragazza posata incline alla “selvatichezza”. I due si innamorano e tra loro si instaura una fitta corrispondenza ricca di promesse e parole d’amore. Il padre di Fermina non è d’accordo e fa allontanare la figlia per un lungo periodo per farle dimenticare lo scomodo pretendente. Ci vorrà un incontro ravvicinato al suo ritorno in città per farle passare l’innamoramento: Florentino non è il ragazzo che fa per lei e rompe bruscamente il loro fidanzamento. Da qui inizieranno le interminabili avventure ed agonie di Florentino che farà di tutto per “rimpiazzare” l’unico vero amore della sua vita, senza successo. Il finale rivela però, delle belle sorprese e non starò a fare spoiler odiosi, vi invito a concedervi alla lettura. :)

Il romanzo è ambientato durante un’epidemia di colera in una città dal nome sconosciuto, vicino al Mar dei Caraibi e al Fiume della Maddalena, tra il 1880 ed il 1930. Apparentemente è una classica storia d’amore condita dalle classiche illusioni, momenti di gioia incontrollabile e agonie dell’abbandono, ma non soffermiamoci su questo aspetto superficiale. L’amore è alla base (secondo me) del romanzo ed è fondamentalmente di 4 tipi: l’amore platonico iniziale che c’è tra Florentino e Fermina, si scambiano lettere, si vedono in lontananza, si immaginano cose fantastiche insieme ma la realtà si abbatte su Florentino come una mannaia, Fermina non lo ama veramente. Amava solo il Florentino che si era creata nel suo immaginario, non quello reale, bruttino e apparentemente freddo e distaccato, bravo solo con le parole. Da qui si dividono due amori che scorrono paralleli nel romanzo: Florentino scopre l’amore carnale, la passione nuda e cruda, con o senza interesse ed allo stesso tempo soffre e arde dell’amore non corrisposto nei confronti di Fermina, un chiodo fisso nella sua testa. Florentino è malato d’amore, è sul confine tra l’essere maniaco ed essere schiavo del sesso e questa sua inclinazione è sempre giustificata dalla devozione nei confronti della sua unica donna del cuore. Nessuna, in tutto il racconto, riuscirà a sostituirla fino in fondo.
Fermina, dal canto suo, vive l’amore (talvolta) come un automatismo, concedendosi quasi malvolentieri alla routine matrimoniale con Juvenal. L’ama o non l’ama? Lei si interrogherà spesso, ma dentro di sé lo scoprirà solo in vecchiaia, quando si renderà conto della necessità di avere qualcuno vicino che le sia di sostegno incondizionatamente.
Infine, abbiamo l’amore maturo, l’amore di chi non ha più niente da perdere ma si concede ancora alla passione con un approccio costruttivo e mirato al benessere comune, alla gioia dello stare insieme. L’amore nella vecchiaia ha un altro sapore ma c’è sempre, non è un sentimento alieno all’anziano ma può rinvigorire anche la mente più sconfitta e rassegnata alla fine.

Chi legge è quindi sballottato continuamente tra le scorribande amorose (talvolta eticamente discutibili) di Florentino e la sensazione di essere in gabbia di Fermina. Vi posso assicurare che ciò ha un vero effetto “benefico” sulla lettura di un simile mattone ( 376 pagine nella mia versione), non si trova mai monotono e scontato, anzi, sorprende continuamente.
Un altro argomento molto trattato verso la fine del racconto è l’invecchiamento. Esso non è rappresentato solo come un decadimento fisico, nell’aspetto esteriore, ma anche dal punto di vista psicologico, sia dei diretti interessati che in coloro che li circonda. Sì, perché se anche in vecchiaia l’amore è sempre vivo, è l’amore maturo di cui ho appena parlato. Però non è semplice per due anziani amarsi senza essere giudicati: i giovani non apprezzano questa intesa, credono che sia sconveniente per due persone ormai vecchie. Ma cosa c’è di sconveniente? Nulla. L’amore è tale anche quando si è prossimi alla morte, senza discriminazioni di alcun genere.

Detto questo, ho fatto anche un’analisi approssimativa di ciò che mi è sembrato fondamentale trattare, magari vi ho anche annoiato ma alla fine queste mie recensioni devono essere un promemoria soprattutto per me, visto che non mi potrò ricordare ciò che leggo per sempre.
Che dire, sono rimasta soddisfatta della lettura e rimango dell’idea che sia un libro da leggere, sia per la piacevolezza della scrittura che per i temi trattati. È una trama bella intricata quindi indico questo romanzo a coloro che possono leggere con continuità senza grosse pause; lo consiglio agli amanti dei romanzi “rosa” ma anche a coloro che non hanno preferenze particolari, tipo me.
Buona lettura a tutti!

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