L'amante della Cina del nord
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Un amante...meno graffiante.
Qualche giorno fa ho letto "L'amante" della Duras e ne sono stata profondamente colpita, mi ha avvolto e coinvolto in questo amore difficile e tormentato tra lei, la Duras, ragazzina quindicenne, francese e povera, e un ricco cinese di 27 anni, già destinato ad un'altra donna.
Una volta finito il libro avevo ancora voglia di rimanere lì, in Indocina (anni '30), in quella garconnière dove erano soliti incontrarsi, amarsi, piangersi, struggersi...così ho deciso di leggere anche questo libro "L'amante della Cina del Nord" che racconta la stessa storia, passando però dalla prima alla terza persona e che fu un po' la risposta della Duras al regista (Annaud) che girò il film tratto da "L'amante" e da cui lei prese le distanze, trovandolo troppo diverso dalla vera storia, considerandola stravolta, a cominciare dalla scelta degli attori, a suo parere, troppo belli.
Questo romanzo è sempre un gran bel leggere, qui si entra maggiormente nei dettagli, la storia è amplificata, ci sono dei lunghi dialoghi, si approfondisce il rapporto quasi morboso che Marguerite aveva con il fratello minore, ma anche quello con l'amica Helene Lagonelle non propriamente "innocente", e con il "boy" Thanh, suo primo amore...che nel primo libro vengono appena accennati.
Ma...ma...ma...io ho preferito "L'amante". Molto.
Qui mi è mancata la vibrazione della prima persona, lo struggersi nel ricordo di un amore, la sorda sofferenza per la madre...è come se il voler approfondire ed arricchire la storia abbia avuto, invece, il risultato di "diluirla" (anche a causa delle troppo lacrime fatte versare da tutti i personaggi), di farle perdere potenza.
Il primo romanzo è più confuso, più frammentato, ma è proprio in quella confusione che io ho percepito il dolore vero, è proprio da quei frammenti che ho visto sgorgare il sangue.
Personalmente consiglio la lettura di questo secondo romanzo solo a chi ha già letto e amato "L'amante", come approfondimento, come ampliamento, pur riconoscendo che questo testo è più semplice, meno singhiozzante...ma nell'altro ci si "graffia" meglio.