L'altra famiglia
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L'incontro-scontro fra le due idee di 'famiglia'
Zoe Baxter è una musicoterapeuta di 42 anni sposata con Max, l’uomo che ogni donna sogna di avere al proprio fianco. Il loro è un matrimonio solido e felice, se non fosse per quella piccola, grande macchia che da qualche anno intacca una relazione quasi perfetta: Zoe non riesce a rimanere incinta.
I due hanno intrapreso da tempo la via della fecondazione in vitro dopo essersi sottoposti a un numero non ben precisato di esami e visite specialistiche, finché un giorno Zoe finalmente rimane incinta. Purtroppo, però, la gravidanza si interrompe al settimo mese con conseguenze nefaste, perché per entrambi 'È come svegliarsi dal più bello dei sogni e scoprire di avere un centinaio di coltelli puntati alla gola.': Max constata che 'Nel mio matrimonio non c'era più posto per me, se non come materiale genetico', e chiede il divorzio quasi per scoramento e rassegnazione nei confronti di una paternità che per lui sembra una irraggiungibile chimera.
Passano un paio di mesi, e Zoe sta tentando di reagire alla separazione dedicandosi interamente alla sua professione e ai suoi pazienti, ma il definitivo 'salto di qualità' lo farà grazie a Vanessa, una counselor scolastica che si definisce una 'aggiustatrice patologica' e che le chiede una mano di aiuto per Lucy, un'adolescente che in passato ha tentato il suicidio.
Le due donne, inizialmente semplici amiche, stringeranno un rapporto sempre più profondo, fino a scoprire di amarsi reciprocamente. Il loro amore le porterà così a sposarsi e a coltivare il desiderio di creare una famiglia, grazie ai tre embrioni che Max e Zoe hanno conservato in una banca del seme.
Ma l’ex marito della donna, anche convinto dal pastore della chiesa evangelica che ha iniziato a frequentare dopo il divorzio, si oppone al volere di Zoe, muovendo una causa legale contro l'ex coniuge per poter ottenere gli embrioni e donarli a Reid, suo fratello - anch'esso sterile - che non riesce ad avere figli con la moglie Liddy.
Di qui in avanti, il resto della trama si svolgerà quasi interamente in tribunale, nel quale le due parti in causa si sfideranno non senza scorrettezze reciproche e sciacallaggio da parte dei media locali, finché uno scandalo in procinto di scoppiare farà pendere inesorabilmente la sentenza verso uno dei due contendenti. Ma è proprio qui, nell'ultimo capitolo, che si assiste al colpo di scena conclusivo, quel ribaltamento definitivo che sicuramente strapperà un sorriso al lettore, ma che effettivamente lascia l'amaro in bocca se si osserva come questa felicità sia sopraggiunta solo dopo tanta, troppa sofferenza e tristezza da ambo le parti.
Seguendo la linea della 'par condicio', Jodi Picoult sceglie di sospendere ogni forma di giudizio e pregiudizio lasciando la narrazione in mano ai tre narratori che si alternano l'uno con le altre: sono Zoe, Max e Vanessa, ciascuno col proprio bagaglio di esperienze, di confessioni, di ideologie e di progetti per il futuro. Ciascuno forse condivisibile, incontrovertibile, criticabile, inaccettabile, ma la scrittrice vuole mostrarci come la base per un giusto e rispettabile confronto sia innanzitutto il rispetto reciproco, soprattutto per le idee altrui che non condividiamo e che pregiudizialmente etichettiamo come 'sbagliate' o 'immorali'.
A livello tematico, poi, è importante sottolineare in primis il grande accento posto sul valore dell'amicizia, perché 'le amiche sono insostituibili: [...] Ti dicono la verità perché hai bisogno di udirla, ma senza che il legame si alteri.'; possiamo anche notare un accenno alle difficoltà che incontrano ogni giorno le coppie omosessuali e, in generale, tutti coloro che si sentono additati come 'diversi' quando Zoe constata tristemente che 'Non mi vergogno di volere una vita con Vanessa. Ma mi vergogno perché i passi che devo fare per averla mi fanno sentire una cittadina di serie B.'. Senza dimenticare l'importanza della determinazione e del saper proseguire dritti per la propria strada anche avendo la legge o un intero Stato contro, perché 'Le convinzioni sono le strade che imbocchiamo per realizzare i sogni. Credi che potrai fare qualcosa, o credi che non ci riuscirai, ed avrai ragione tutte le volte.'.
Un romanzo di grande attualità, nel quale colpisce innanzitutto come possa essere semplice varcare la linea che separa l'amore dall'odio.
Un matrimonio felice e apparentemente indissolubile finisce per rompersi, con i due ex coniugi in prima fila a scontrarsi come se covassero un rancore reciproco da tempo immemore. Anche se in realtà non si tratta solo di un uomo contro una donna, ma anche di due visioni antitetiche del concetto di 'famiglia': due ideologie che sarebbe troppo riduttivo definire rispettivamente 'classica' e 'moderna', ma che inevitabilmente spaccano in due tronconi la società dei giorni nostri su questioni come "Qual è l'elemento che ci permette di definire un nucleo di persone come una 'vera' famiglia"? E "Chi può assumersi la responsabilità di definire 'morale' o 'immorale' un rapporto sentimentale fra due persone"? Le risposte, almeno in parte, le troverete nel testo stesso: un romanzo dei giorni nostri, a tratti idialliaco e mirabolante, a tratti tagliente e ribelle, ma innegabilmente autentico.
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Attualissimo
Dopo essermi innamorata dello stile della scrittrice con "Le case degli Altri" e "La custode di mia sorella", ho deciso di acquistare tutti i romanzi di Jodi Picoult.
Come per i precedenti, infatti, non mi ha delusa, anzi.
In questo scritto tratta un argomento di grande attualità: la famiglia.
Zoe e Max, sposati da dieci anni, stanno disperatamente cercando di avere un figlio. Dopo innumerevoli tentavi, cure, inseminazioni artificiali e terapie di fecondazione riescono finalmente a coronare il loro sogno. Ma la favola non avrà un lieto fine. Arrivata al settimo mese infatti la povera Zoe perde il bambino. La coppia non resisterà al tragico lutto ed anche il loro matrimonio naufragherà.
Zoe si butta nel lavoro, è una musicoterapeuta, e qui stringe amicizia con una collega, Vanessa, che riuscirà a farle tornare il sorriso, l’amore e la voglia di costruire una nuova famiglia, una famiglia gay. Vanessa è giovane e sana, sono rimasti degli embrioni congelati e Zoe vorrebbe usarli per dar vita al suo sogno di avere un figlio. Max d'altro canto entra a far parte di una congregazione religiosa ed inizia una nuova vita sotto il segno del Signore, in totale antitesi di principi con la ex moglie rifiuta di dare il consenso all’inseminazione. Inizia così una battaglia legale fatta di colpi di scena, di bugie e manipolazioni dei media. Quale argomento migliore per scatenare le masse? Dalle associazioni gay alla difesa dei diritti cattolici, gli uni contro gli altri per decidere quale sia la “famiglia” più adatta a far crescere un bambino, quali diritti abbia un essere umano prenato o una persona con un orientamento sessuale diverso dal proprio..
La scrittrice fa raccontare in prima persona ai suoi personaggi i dolori, le umiliazioni pubbliche, ma anche la solidarietà e l’amore che durante tutta la storia e soprattutto durante il processo immerge i protagonisti.
Forse eccessivamente lento nella parte iniziale ed il finale forse un po troppo “buonista”, ma nel complesso davvero un ottimo libro.
Consigliatissimo.