L'altra faccia di mezzanotte
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Un triangolo pericoloso
“L’altra faccia di mezzanotte” è un romanzo spigliato e appassionante che comincia come una favola per tramutarsi infine in un giallo. La sua peculiarità è che ha due protagoniste assolutamente opposte come si evince dal titolo: una, Noelle, biondissima e dominata da una sete di vendetta implacabile che la porterà ai vertici del successo; la sua personalità mi ricorda una frase di un’opera di Shakespeare “Ho giurato che fossi bionda e ho pensato che fossi splendente, tu sei nera come l’inferno e cupa come la notte”*; l’altra, Catherine, è bruna e appassionata, dedita al lavoro e al marito. Le loro vite si snodano in parallelo fino a sfiorarsi tragicamente; in comune hanno la bellezza, l’intelligenza, l’ambizione e l’amore per lo stesso uomo, un pilota affascinante, spietato, deciso ad accaparrarsi tutto quello che la vita gli offre, incapace di amare; l’unica sua passione è volare.
Da leggere.
*sonetto 147
Riporto qualche brano tratto dal testo pubblicato da Sperling & Kupfer:
“Nei suoi ricordi più lontani vedeva una culla di vimini bianco, sormontata da un baldacchino di pizzo bianco, guarnita con nastri rosa e soffici animaletti di stoffa, di bambole bellissime e di sonaglietti dorati. Aveva imparato ben presto che, se apriva la bocca e lanciava uno strillo, qualcuno si affrettava a prenderla in braccio e a consolarla. A sei mesi, suo padre la portava in giardino sulla carrozzina, le lasciava toccare i fiori e diceva: ”Sono belli, principessa, ma tu sei più bella di loro”. Pag. 38
“Noelle si comportava come l’amante perfetta. Continuava a rendere comoda la sua esistenza, faceva da padrona di casa e, in effetti, faceva di lui uno degli uomini più invidiati di Francia; ma in realtà lui non aveva mai un momento di pace, perché sapeva di non possederla, sapeva che non l’avrebbe mai posseduta e che sarebbe venuto il giorno in cui Noelle avrebbe deciso di uscire dalla sua vita capricciosamente come vi era entrata.” pag. 226
“Una sola cosa impedì a Catherine di fidanzarsi all’istante con Ron, il fatto che lui ignorava la sua esistenza. Ogni volta, quando lo incontrava nel corridoio della scuola, il cuore cominciava a martellarle selvaggiamente. Pensava qualcosa di intelligente e provocante da dire, in modo che lui le chiedesse un appuntamento. Ma poi, quando erano vicini, le si paralizzava la lingua e si incrociavano in silenzio: come il transatlantico Queen Mary e una chiatta carica di rifiuti, pensava disperata.” Pag. 28