L'aiuto
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La forza delle donne
Cosa succede quando una donna bianca si mette a far comunella con donne di colore negli anni “60?
Periodo davvero difficile, dove le donne di colore trovavano come lavoro solo far le pulizie a casa dei bianchi, ma trattate come fossero sporche e ladre.
Addirittura un bagno costruito solo per loro in un garage, fuori dalla casa, per evitare le malattie.
Cose assurde… e Miss Skeeter lo sa, vuole dare loro l’opportunità di parlare, di far conoscere la verità, seppur in incognito per evitare che gli si faccia loro del male. Insieme a due donne di colore Minny e Aibileen cominciano questa pericolosa avventura, che a mano a mano, col passare del tempo, avvicina sempre più donne di servizio stufe di essere trattate male. Miss Hilly cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote alle tre donne, ma ci riuscirà?
Un argomento davvero interessante, anche perché comunque è vita reale vissuta in quegli anni, dove il colore della pelle era davvero un grosso ostacolo. I neri avevano le loro regole, non potevano di certo entrare in negozi dove i bianchi facevano la spesa… Figurarsi poi un nero che stava al tavolo con un bianco…
Però è anche vero che le donne che lavoravano dai bianchi davano un amore spropositato ed immenso ai loro figli, visto che la ricchezza e il poter partecipare a ricchi balli era per loro la cosa più importante. Zero tempo per dare loro amore o insegnarli qualcosa.
Un libro che ci fa tornare indietro nel tempo ed entrare nel cuore e nella mente di persone diverse tra loro solo per il colore della pelle.
“Siamo semplicemente due persone e non sono molte le cose che ci separano. Molte meno di quanto si pensi”.
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Voci che chiedono di essere ascoltate
«Non so cosa dirle: so soltanto che non glie lo dico. E so che neanche lei dice quello che vuole dire, ed è strano perché nessuno dice niente eppure è come se ci parlassimo lo stesso»
Siamo negli anni ’60 quando Eugenia Phelan, detta Skeeter (zanzara), figlia di proprietari terrieri del Sud degli Usa torna a casa a Jackson, in Mississippi, dopo l’Università, un’università per la quale ha dovuto lottare essendo la madre fortemente contraria al fatto che ella studiasse e non pensasse, al contrario, al trovar marito. Sketeer sogna da di scrivere, sogna di poter fare della parola la chiave di un linguaggio superiore. Ciò non è però semplice negli Stati Uniti per una donna degli anni Sessanta seppur bianca. La molla che può fare la differenza scatta quando al suo ritorno nella casa natia, si rende conto che Constantine, la donna di colore che per anni le ha fatto da balia, da governante e da amica in varie circostanze (vedi quando si presentò il problema della sua altezza così spropositata rispetto a quella delle coetanee), è scomparsa per essere sostituita da un’altra figura sempre di colore. Ma cosa ne è stato di Constantine? Alcuno sembra saper dare una risposta a questa domanda, alcuno sembra voler dare una risposta a questo quesito. Al contempo, Aibileen, domestica di colore di un’altra famiglia ricca della zona, che ha cresciuto schiere di bambini bianchi, è costretta a vedersela con le continue privazioni (quali il non poter usare il bagno della casa principale per espletare le proprie minzioni in un gabbiolo situato nella parte esterna della stessa e più precisamente in un angolo angusto del giardino) destinate a coloro che come lei hanno la pelle di un colore diverso dal bianco. Minny, la sua migliore amica, è la cuoca migliore della zona ma ha un difetto caratteriale che le impedisce di mantenersi ogni posto di lavoro: è insolente. A complicare la situazione, un’accusa infamante da parte della sua ex datrice. L’occasione di riscatto si presenta quando una donna bianca la chiama a servizio con tutta una serie di premure e accortezze che la pongono sull’attenti. Di fatto quest’ultima non vuole che il marito apprenda della sua incapacità a cucinare e a prendersi cura della casa, pertanto, chiede a Minny di darle “ripetizioni” e di prestare, almeno inizialmente, il massimo riserbo in cambio di meno ore di lavoro e una paga doppia rispetto al passato.
Tuttavia, quell’idea nella mente di Skeeter ha preso forma ed è inarrestabile. Da qui ha inizio il progetto, un obiettivo che metterà le protagoniste in pericolo ma che porterà anche a sviscerare quelle molteplici angherie e vessazioni che venivano subite dalle cameriere di colore negli ambienti dell’alta società. Il loro coraggio porterà a rompere quei confini che per troppo tempo le hanno soffocate e porterà a rendere concreto e tangibile quel pregiudizio che le soffocava a favore dei più forti.
Quello di Kathryn Stockett è un libro profondo, intenso, ricco di spunti di riflessione e anche molto attuale, è un libro che va centellinato, letto un poco alla volta, assaporato e fatto proprio. Per contenuto, per messaggio, per lascito. Unica pecca che ho ravvisato è quella di una certa lentezza nell’esposizione, circostanza che, visto già il contenuto denso, può tendere ad appesantire la lettura o a suggerire di abbandonarla.
«Ma con il pollice di Constantine premuto sulla mano, mi resi conto che in realtà avevo la possibilità di decidere io in cosa credere.»
«Ma non era solo il fumare o fregare la mamma: era avere qualcuno che ti guarda dopo che tua madre si è appena preoccupata da morire perché sei spaventosamente alta, con i capelli crespi e strana. Avere qualcuno che ti dice solo con gli occhi: “A me tu vai benissimo così”.»
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Voce alle donne (di ogni colore)
Molte volte ho sentito dire, riguardo ad un libro “mattone”, quanto fosse scorrevole e veloce la lettura, tanto era ben scritto. E se all’apparenza annuivo, convinta e partecipe, in cuor mio pensavo che mi stavano prendendo in giro.
“The Help” è stata la prova definitiva che ero io ad essere in errore; ora, non vorrei essere fraintesa: per leggere un libro con più di 500 pagine ci vogliono tempo e concentrazione, e ritengo generalmente sbagliato macinare pagine su pagine con foga, neanche si trattasse di una commissione da sbrigare al prima possibile. È però innegabile che quando un lettore si trova di fronte ad una storia così coinvolgente e ad un’autrice dallo stile impeccabile sarà un grande sforzo posare quel libro e dedicarsi ad altro.
Questo è quando ho personalmente vissuto durante la lettura di “The Help”, perché all’inizio la mole, la fama e il tema mi mettevano parecchio in soggezione, ma una volta conosciuti i personaggi non li volevo più lasciare, tanto da pensare a loro e al proseguo della storia anche mentre facevo altro.
La storia presenta una trama all’apparenza basilare, ma arricchita da ottime svolte narrative. Nella Jackson, Mississippi, dei primi anni ’60 la condizione delle persone di colore è molto difficile, ma un gruppo di domestiche al servizio delle più ricche famiglie bianche della città trova il coraggio di raccontare le sofferenze, come pure le gioie, che costellano le loro giornate lavorative.
Nasce così l’idea di trasformare le interviste a queste donne in un libro, e questo romanzo è la storia della sua difficile pubblicazione, nonché del suo insperato successo.
Come già accennato, il testo si presenta davvero scorrevole perché privo di “punti morti” o di parti superflue. La narrazione viene inoltre sovente alleggerita (e nel contempo, arricchita) da diversi momenti divertenti, quasi comici.
La narrazione segue tre POV diversi di altrettante protagoniste: la dolce Aibileen, che si occupa dei figli dei suoi datori di lavoro come fossero bambini suoi e cerca sempre di vedere il meglio in tutti, perfino nella perfida miss Hilly, ma si dimostra anche coraggiosa e risoluta all’occasione; Milly è un’eccellente cuoca con qualche problema a tenere per se le proprie opinioni, che mostrerà di avere un grande cuore e la capacità di mettere i figli e gli amici prima di se stessa; ed infine, Skeeter, l’aspirante giornalista che per prima propone di trascrivere le esperienze delle domestiche di colore, proprio perché alla ricerca della verità su quella che l’ha cresciuta.
A circondare le tre protagoniste è presente un ricco gruppo di personaggi, soprattutto padrone e domestiche, mentre ai personaggi maschili è riservato ben poco spazio. Come tutti risultano sfaccettati e ben strutturati.
Per quanto riguarda le protagoniste, tutte e tre presentano una grande evoluzione nel corso del romanzo; sebbene questo cambiamento sembri riguardare inizialmente solo Skeeter, che vede cadere ben presto il velo dell’illusione, la pubblicazione delle interviste farà maturare decisioni molto importanti anche per le due domestiche.
La Stockett varia abilmente sia il lessico sia lo stile per adattarsi ai diversi POV, così da rendere più realistica la narrazione, Per mantenere la fedeltà all’ambientazione scelta, l’autrice si ritaglia sovente dei piccoli spazi per far luce sulle invenzioni e i maggiori avvenimenti agli inizi degli anni ’60.
Le uniche note un po’ stonate, in un romanzo altrimenti impeccabile, sono il lato romantico inserito forzatamente nella storyline già molto ricca di Skeeter; trovo che l’autrice abbia un po’ esagerato anche con i riferimenti al tema del razzismo, che ogni tanto sembrano essere OOC.
Bisogna però ammirare come la Stockett abbia optato per un finale abbastanza lieto, senza però cadere nella facile tentazione del fan-service, mantenendo così il realismo che contraddistingue l’intero romanzo.
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Verità
L'aiuto o The help, è un romanzo che si svolge in un periodo molto conosciuto della storia statunitense che è quello degli anni Sessanta. Quindi chiaramente le tematiche sono inerenti al razzismo e alla divisione purtroppo vigente tra bianchi e neri. Nonostante lo sfondo sia molto utilizzato in letteratura l'autrice sceglie una modalità molto particolare per rappresentarlo e crea un intreccio narrativo basato su tre voci, tre personaggi femminili che sono il cuore della storia: due cameriere afroamericane e una ragazza che cerca di diventare scrittrice sfidando le convenzioni del tempo che la vorrebbero maritata.
L'aspetto migliore del romanzo secondo me sono i personaggi che sono tratteggiati in maniera sapiente e che racchiudono nelle loro storie personali tematiche che vengono sviluppate dall'autrice. Per esempio Aibileen ha perso il suo giovane figlio per via del rifiuto da parte di un ospedale per bianchi di prestargli il primo soccorso, Minny subisce violenza domestica mentre Skeeter è oppressa da una madre che vorrebbe per lei un'esistenza fra le mura domestiche.
Le tre donne si trovano a collaborare a un progetto comune che ha come scopo la verità che viene costante mente negata alle cameriere di colore, dalle loro storie emerge sofferenza e diritti negati ma in alcuni casi anche un rapporto positivo con i datori di lavoro.
Un personaggio che secondo me è molto importante è l'ex cameriera di Skeeter, Costantine che non compare nel romanzo se non attraverso il ricordo della protagonista che scopre la storia e la verità sulla sua scomparsa. Costantine è colei che ha veramente educato Skeeter attraverso le sue preziose parole a non autocommiserarsi e a diventare un donna forte.
Mi pare interessante notare che il romanzo prodotto da Skeeter e dalle domestiche assume un significato differente per ogni personaggio: per Skeeter è una rivincita morale ed è un messaggio di rifiuto verso le idee razziste delle sue amiche , per Minny è una valvola di sfogo e per Aibileen è il realizzarsi del suo sogno e del sogno del suo figlio scomparso che stava progettando la stesura del romanzo.
Un altro personaggio che reputo molo riuscito è quello di miss Celia che proviene da una famiglia bianca dei bassifondi e che sposa un uomo molto ricco che la ama genuinamente. Lei rappresenta la persona ingenua che non è in grado di essere razzista perché vissuta in estremo degrado e al di fuori dell'ambiente cittadino. La funzione di questo personaggio può sembrare comica perché compie diverse azioni che rilassano e addolciscono la serietà dei temi trattati ma come la sua cameriera Minny anche Celia nasconde dentro di se un dolore grande che si rivela all'interno del romanzo.
Uno degli aspetti migliori del libro è il messaggio che lancia, le protagoniste arrivano a scoprire che i confini solo solo mentali, che non esistono davvero e che le leggi cercano solo di rendere tangibile qualcosa che viene creato unicamente dalla mente umana.
Significativo è il significato che assume il romanzo per Skeeter.Infatti esso diventa il suo modo personale di smettere di essere indifferente di fronte a tutte le ingiustizie di cui suo malgrado era muta complice.
Altrettanto bello è il fatto che Aibileen attraverso le sue storie impedisca alla bambina che sta allevando di diventare in futuro razzista come i suoi genitori, quindi anche il tentativo di cambiare la realtà attraverso l'educazione sin da piccoli assume importanza nel romanzo.
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Senz'altro consigliato
Dopo che il film ha vinto il premio oscar nel 2012, scoprendo che era tratto da un romanzo, ho deciso di comprare questo libro e leggerlo prima di vedere la resa cinematografica. La scelta si è rivelata ottima, dal momento che tanto la lettura mi ha rapita, quanto il film mi ha delusa! La storia è ambientata negli anni '60 nello stato del Mississipi, in quel sud degli Stati Uniti d'America che ancora vive di razzismo e sfruttamento dei bianchi nei confronti dei neri. Senza tralasciare episodi drammatici e storici, che hanno segnato la battaglia contro il razzismo in quegli anni, la narrazione contrappone la vita di donne bianche e benestanti a quella delle loro cameriere di colore, che vivono tutto il giorno al loro servizio. Con la giusta leggerezza, in grado di strapparti qualche risata ogni tanto, pur trattando un argomento importante, senza sminuirlo nè farcirlo di retorica, la trama prende, appassiona, coinvolge, porta il lettore ad immergersi completamente nella storia e nei luoghi, a tifare per un personaggio ed odiare il suo antagonista: tutto quello che un buon libro deve fare!
Tanto i protagonisti, quanto i personaggi minori, sono presentati in modo da permettere a chi legge di immaginarli da subito e farli propri, lasciandosi travolgere dalla simpatia o dall'antipatia e quindi proseguendo la lettura carichi di sentimento e coinvolgimento, aspettando il riscatto di questa classe "nera" discriminata tanto, pur essendo quella a cui viene affidata la cura della casa e addirittura dei figli dei bianchi.
Ognuno degli episodi principali viene riportato da tre voci differenti, quella della protagonista scrittrice, quello della protagonista bianca e quello della protagonista di colore; potrebbe annoiare, invece è realizzato in modo brillante e non fa altro che coinvolgere ancora di più il lettore, permettendogli di capire i diversi punti di vista che hanno portato al compiersi di una determinata azione ed aggiungendo, di volta in volta, quei particolari in più in grado di incuriosire e portare avanti la trama senza che risulti ripetitiva. Inutile fare confronti con il film, dove già solo togliendo questa particolarità della narrazione, la storia risulta molto più scarna e meno coinvolgente.
In definitiva, bel libro, ben scritto e senz'altro consigliato.
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Il coraggio delle donne
La storia è ambientata negli anni '60 e la protagonista del romanzo è Eugenia Phelan, scrittrice detta Skeeter (zanzara), figlia di proprietari terrieri del Sud degli USA . Skeeter terminata l'Università torna a casa e non trova più la sua adorata balia di colore Constantine, quest' episodio la segna profondamente ed è anche la scintilla per iniziare a parlare di quello che è sia il fulcro del romanzo, che un problema sociale molto rilevante negli Usa di quegli anni, cioè affrontare e sviscerare per la prima volta le angherie e tutte le vessazioni possibili e immaginabili subite dalle cameriere di colore in certi ambienti.
Per fare ciò Skeeter si avvale delle testimonianze soprattutto di due preziose collaboratrici che sono due donne di servizio: Abileen e Minny e poi di altre che si uniranno in seguito.
Il coraggio di queste donne trapela e prorompe fortemente dalle pagine di questo libro, così come i rischi che corrono in una società come quella degli anni '60 nel Sud degli USA, tante situazioni ormai accettate passivamente e sottaciute vengono per la prima volta verbalizzate e affrontate con giudizio critico.
Molto intenso, voglio concludere con un passaggio che mi ha colpito e che è un pensiero di Skeeter di solidarietà verso le balie di colore:
...""Allevano un bambino bianco, che vent’anni dopo diventa il loro datore di lavoro. É paradossale, perché noi vogliamo bene a loro e loro a noi…..
e noi non gli permettiamo neppure piú di usare il nostro bagno dentro casa""...
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ALLA RICERCA DEL CORAGGIO
"Why, Aibee? Why was they so mean to him?"
"Cause he was green."
Diciamo che ho letto questo libro in inglese, e diciamo che sin dal primo momento non ho potuto più fare a meno di apprezzarlo. E diciamo anche, già che ci siamo, che questo e' un romanzo che riesce a rendere l'idea di cosa veramente sia il razzismo. Ho letto "The help", chiamiamolo col suo vero nome, la scorsa estate, quando dovevo scegliere un libro per le vacanze estive. Mi sono resa conto che non avrei mai potuto aver scelto di meglio. Ma bando alle ciance, altrimenti mi perdo in complimenti poco utili e costruttivi. Che cos'è veramente The Help? Kathryn Stockett ci ha lasciato un libro di storia, non un romanzo qualunque. Attraverso la storia delle due domestiche di colore (diamo loro questo nomignolo per evitare di definirle "schiave", come a quei tempi ancora incivilmente usava), Aibileen e Minny. La prima più riservata, la seconda più vispa, ma accomunate entrambe dal senso del dovere, che lavorano l'una presso Miss Leefolt, l'altra presso Miss Hilly, donne ricche e dispotiche. E poi c'è la coraggiosa e intraprendente Miss Skeeter, ragazza bianca presa dalla passione per il giornalismo. Cosa potrebbe mai accomunare tre donne dalle diverse culture e stili di vita, se non un libro? Con un tocco di umorismo, ma allo stesso tempo di drammaticità, la Stockett e' riuscita a suscitare in me emozioni indescrivibili, oltre che a catapultarmi in quel mondo meschino e crudele che era quello dell'America negli anni '60. Una straordinaria storia che riesce a tenerti incollata pagina dopo pagina. Se siete in cerca di un po' di coraggio, questo e' sicuramente il libro che fa per voi.
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Via Delle Corde Del Cuore
Prendo un bel respiro e comincio a parlarvi di questo romanzo, non è facile, è stata una lettura meravigliosa, mi ha emozionato enormemente ed è difficile trovare le degne e giuste parole.
Nel mio paese parallelo fatto di letture, ci sono tante vie speciali: “Via del …veloci come il vento”, “via dell’orizzonte”, “via della noia”, “via del ci rivedremo presto”, “via del mah”, “via dell’avventura”, “via del futuro domani”,”via del ricordo”…e tante altre. Ogni volta che inizio a leggere un libro comincio a costruirgli una casetta tutta per sé, parto dalle fondamenta e più questo libro mi emoziona più la casetta diventa bella. Ci sono case piccole, grandi, a due piani, alcune con i muri tinteggiati di rosa, di verde, a volte persino di nero. Ci sono anche casette fatte tutte di zuccherro o tutte di legno. Ma il momento più importante è quando terminato il romanzo trovo alla casetta la propria via.
Beh, questo romanzo è in “via delle corde del cuore” e la casetta è bianca e nera, con una miriade di fotografie appese all’interno, foto di donne, belle, brutte, grasse, magre, bianche, nere, alte, basse… ma tutte con uguale cornice e uguale dimora.
E’ un romanzo sul razzismo, l’accorata narrazione sulla vita di alcune donne di “colore” nei primi anni sessanta a Jackson, Mississipi, quando si ascoltava per le prime volte alla radio Bob Dylan e quando iniziavano le prime marce di Martin Luther King. Quando veniva esplicitamente detto che “nero” voleva dire sporco e malattie e quando alle persone di “colore” era fatto divieto di frequentare gli stessi ambienti pubblici e privati dei “bianchi”.
E’ un romanzo scritto da una donna sulle donne e per una donna. Come si evince dall’ultimo capitolo, la scrittrice ha nutrito il bisogno di scrivere questo romanzo per ringraziare e ricordare per sempre la propria balia di “colore”, alla quale deve molto più delle cure materne, l’AFFETTO materno. E dalla descrizione che ne viene fatta è chiaro come la scrittrice abbia voluto assegnare ad ogni figura femminile di questo romanzo una caratteristica fisica, un’abitudine o un modo di pensare suo o della balia e questo l’ho trovato speciale, il volersi rispecchiare in tante persone così diverse tra loro per dimostrare che ognuno possa ritrovare una parte di se in tante persone diverse.
Ma non è solo un romanzo sul razzismo, è un romanzo sulla violenza alle donne, di come sia difficile per una donna dire basta al marito violento.
Un romanzo sull’aborto, sul dolore che esso può provocare e di quanto sia lacerante.
Un romanzo sulla malattia, fisica e psicologica, di come sia possibile affrontarla giorno dopo giorno.
Un romanzo sull’amore tra uomo e donna, di come una donna è Donna o meno al di là dell’uomo accanto.
Un romanzo sul cuore delle donne in servizio nelle case dei “bianchi” dove si prendevano cura anche dei bambini della casa. Di come esse abbiano saputo amarli con la consapevolezza che una volta divenuti adulti anche loro le avrebbero considerate “diverse”. E nonostante ciò l’amore che viene profuso è immenso, spesso con l’intento di cercare di sopperire a quello mancante da parte dei genitori.Ma com’è stato possibile considerare queste persone tanto “sporche” e nello stesso tempo affidare a loro la cura e l’educazione dei propri figli,la cosa che ogni uomo o donna ha più cara al mondo? Credo che inconsciamente l’uomo abbia sempre saputo dell’incoerenza di certi pregiudizi, altrimenti come spiegare questi comportamenti contrastanti tra loro?!
Un romanzo sul disagio che si prova nel sentirsi “diverso”, per estrazione sociale, per colore di pelle, per caratteristiche fisiche. E’ innegabile, purtroppo almeno una volta nella vita ci è successo, ma il messaggio che a me questo romanzo ha trasmesso forte e chiaro è di combattere. Combattere perché al di là di queste “diversità” ciò che conta è il cuore e nulla ha più significato che averlo colmo di orgoglio della propria “diversità”.
Io ho pianto tante volte, soprattutto mi hanno toccato le storielle raccontante ai bambini per trasmettere loro in modo semplice come affrontare le diversità.
Questo romanzo non è un romanzo dalla scrittura perfetta, non usa termini ricercati, ma sa parlare al cuore e questo per me lo rende un GRANDE romanzo, sicuramente uno dei miei preferiti.
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commovente!
Mi ha consigliato questo libro mia nonna e devo dire che è stato proprio un ottimo consiglio!
Siamo nel profondo sud degli Stati Uniti, anni '60, la storia ruota intorno a delle domestiche nere che lavorano in casa di ricche signore bianche, e a una di queste signore bianche, una ragazza neolaureata, che decide di voler far qualcosa per cambiare le cose... siamo negli anni dell'integrazionismo, di Martin Luther King, anni difficili se sei americano ma hai la pelle nera.
Il libro racconta come fosse dura la situazione dei neri all'epoca, e di come fossero costretti ad accettare tutto questo per paura di ritorsioni contro loro stessi o le loro famiglie, per paura di vedersi bruciare la casa o di essere accusati di qualche crimine non commesso. Allo stesso tempo racconta di quanto fosse diffcile anche per un bianco schierarsi a favore dei diritti civili, a favore dell'integrazione, o anche solo fare qualche gesto "umano" nei confronti delle persone di colore... Chi lo faceva venire isolato all'interno della società e additato come "malato di mente".
Il pregio principale di questo libro è che racconta tutto ciò in modo semplice, diretto, senza mai essere pesante o retorico ma anzi coinvolgendoti in questa piccola avventura, che alla fine ci regala un insegnamento fondamentale: "siamo semplicemente due persone e non sono molte le cose che ci separano. Molte meno di quanto si pensi".
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EMPATICO
Ho letto questo libro dopo essermene persa l’uscita in veste cinematografica e leggendolo mi sono compiaciuta di aver perso il film, perché diversamente, forse non lo avrei scelto.
Il tema del razzismo, nelle sue svariate forme, è un argomento che mi interessa da lungo tempo. La sconfinata mediocrità e il condizionamento acquisito che lo hanno generato ieri e lo alimentano ancora oggi sono temi su cui non è facile scrivere. Occorre una equilibrata dose di semplicità, necessaria da un lato a non far diventare un libro qualcosa di troppo opprimente, sufficiente dall’altra a non far scivolare la storia nella superficialità.
Questa scrittrice usa la semplicità che serve e tanto umorismo, con un risultato molto piacevole.
La lettura scivola veloce e la scelta di suddividere la narrazione in capitoli singolarmente riferiti ai vari personaggi, se normalmente non è una scelta che mi attrae, in questo caso ha contribuito alla fluidità della narrazione.
I personaggi sono tratteggiati molto bene e l’empatia con queste donne, perché sostanzialmente di sole donne si parla in questo libro, è immediata.
Non credo lo si possa definire un capolavoro, non ci sono né l’intensità né la drammaticità o la profondità che solitamente vengono richiesti per poterlo essere, ma penso non fosse nello scopo della scrittrice quello di creare qualcosa di indimenticabile. Nonostante questo è una bella lettura, che come tutti i libri che a parer mio val la pena leggere, qualcosa ti lascia, fosse solo un po’ di evasione.