Jarmila
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UNA STORIA D'AMORE BOEMA
Un orologio pagato due soldi scandisce l'evolversi di questo breve romanzo, meccanismo dispotico manovra il tempo a suo esclusivo piacere. Le lancette girano lente o corrono veloci, ritardi di attimi sfuggiti, anticipi che modellano situazioni, una piccola molla puo' perfino uccidere.
Un uomo ruba amore come un ladro, una donna offre maliziosa il suo corpo e forse il suo cuore come fosse refurtiva. L'adulterio in penombra dovrebbe essere foriero di gioia perlomeno per alcuni, invece gli spettri della tristezza, della disperazione, della gelosia banchettano con gaudio alla tavola di chiunque.
Riecco l'orologio, e' guasto ma non perde occasione di portare a termine il suo gioco. In un vecchio bar di Praga un venditore ambulante che crea uccellini giocattolo si incarica di ripararlo e tra una vite ed un bullone, fumo e birra, il ricordo di Jarmila.
Stando ad Adelphi, questo manoscritto venne ritrovato tra le carte di Weiss nella camera d'albergo parigina dove l'autore si tolse la vita. Un racconto molto breve e piacevole, con diversi spunti interessanti anche se ammetto di non averlo apprezzato come avrei dovuto, mi ha spiazzata un argomento ben delineato nel libro.
Ebbene, io non uso mai le recensioni per fare qualsivoglia tipo di propaganda, mi limito a lasciare le mie impressioni sul testo. Stavolta concedetemi un'eccezione perche' nella mia beata ignoranza , in passato mai e poi mai mi capito' di ragionare sull'argomento.
Ora non ridete...Ma voi sapete come ci si procura il piumino d'oca ?
Ora ridete pure, io credevo "tosassero" le oche... Per l'amor del cielo ci voleva il defunto Weiss ad aprirmi gli occhi, che nessuno piu' provi a vendermi una mostruosita' del genere, io opto per il sintetico o la lana d'ora in poi.
Perdonate la divagazione, ma e' da ieri sera che vedo oche spennate vive ovunque, buona lettura.