Jack
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Un incontro che avvicina alla Grazia
“A volte Jack chiamava la vita che aveva vissuto morte preveniente. Aveva imparato che nonostante tutti i suoi agi e disagi, innanzitutto il silenzio di tomba, chiaramente non contemplava alcuna tregua dal fare del male.”
Di nuovo un romanzo che racconta la solitudine e il tentativo di superarla, l’umanità e la ricerca della Grazia. Di nuovo un romanzo di Marilynne Robinson.
Questa volta seguiamo Jack, il figlio dissennato del reverendo Boughton, nel momento più cruciale della sua torbida eppure così profondamente umana esistenza, il momento in cui anche lui, come la maggior parte degli esseri toccati dalla Grazia, incontra l’amore. E’ un incontro che porta salvezza, che permette di superare la solitudine. Un po’ come era avvenuto per l’incontro che aveva finalmente dato conforto alle esistenze tormentate di Lila e del reverendo Ames. Ma Jack è pur sempre Jack. Jack è la pecora nera del gregge, è il “Principe delle tenebre”, è colui che si è imposto come primario obiettivo quello di non nuocere. Quindi anche il suo incontro, quell’incontro che può rendere una persona migliore, che permette di perdonarsi e pretendere di più da se stessi, sarà complicato, pieno di ostacoli.
Jack è un’anima tormentata, un personaggio molto riuscito, credibile nella sua debolezza. Si innamora di una ragazza giovane, bella, che svolge una professione che ama, è un’insegnante, è figlia, come lui, di un pastore. Ma lui invece è quasi un senzatetto, spesso beve, tende a passare le giornate cercando di non causare problemi. Lei è nera e lui bianco, nella St. Louis degli anni Quaranta del Novecento. La forza del personaggio di Jack sta nella sua umanità, e debolezza, nella sua profonda difficoltà a realizzarsi e a rompere le catene dei sensi di colpa. A differenza di Lila, che ha subìto la tempesta della sua vita senza averne responsabilità, Jack è stato sempre amato, protetto, perdonato. Eppure la sua sofferenza sta proprio qui: lui è vittima di se stesso, delle sue ombre, della sua fragilità. E l’incontro salvifico diventa difficile da realizzare, da mettere in atto. Forse si tratta semplicemente di una storia d’amore.
Un quarto romanzo si aggiunge alla trilogia di Gilead, stavolta ambientato lontano dalla cittadina dell’Iowa. Ci troviamo davanti di nuovo alla potente scrittura di Marilynne Robinson, capace di raccontare sentimenti profondamente umani con una sensibilità quasi mistica.
“Il pensiero di una presenza benigna toglie la maledizione della solitudine, per un motivo che è naturale quanto la solitudine stessa, una mediazione necessaria che ha reso la condizione umana meno disagevole.”