Inés dell'anima mia
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 7
essere qualcuno
Resoconto romanzato della colonizzazione del Cile attraverso le gesta di lnés de Suàrez e di Pedro Valvidia, nel 1500. È un romanzo d'avventura arricchito dalla scrittura magica delle Allende ricca di esoterismo, credenze popolari, fantasmi e sortilegi. i due protagonisti non sono spinti dalla ricerca della ricchezza come la maggior parte degli spagnoli che decidono di stabilirsi in sud America: Pedro ambisce alla fama e Inés alla libertà e alla passione senza costrizioni; nessuno dei due vuole una vita anonima, desiderano contare qualcosa, fare la differenza nonostante costi immani sacrifici, sia pericoloso e non abbia nessuna certezza. Ben descritto il dramma degli Indios che non si rassegnano a soccombere ai conquistatori che con prepotenza pretendono di arrivare sulle loro terre in qualità di padroni. Avvincente e dal ritmo scorrevole.
Indicazioni utili
Una storia di libertà
Questo libro mi ha scelta in una maniera strana: tramite il catalogo spagnolo della mia biblioteca. Era molto che volevo leggerlo, ma non avevo mai avuto occasione di farlo: quando l'ho visto lì ho guardato la copertina e ho pensato che fosse il suo momento. E così mi sono immersa nella storia di Inès Suarez, l'unica donna tra i fondatori del Cile. Credo che molti prima di leggerlo abbiano pensato che questa sarebbe stata una storia d'amore qualunque, sebbene ambientata nel 1500, ma non è assolutamente così: questo è un romanzo storico a tutti gli effetti, una biografia non ufficiale di una donna forte, coraggiosa e moderna. Per questo, probabilmente, molti sono rimasti delusi dal romanzo. Certo, l'amore non manca: ci sono tre uomini nella vita di Inès, Juan, Pedro e Rodrigo, ognuno dei quali rappresenta un diverso momento della sua vita ed è fondamentale per renderla la persona che è diventata. Tuttavia, nulla in tutto il romanzo sarebbe successo se non grazie alla sua caparbietà e all'unico desiderio che la spinge ad agire per tutto l'arco narrativo: la libertà.
Tutto il romanzo è una grande avventura: la sua infanzia, il primo amore, l'imbarco su una nave verso il sud America, naufragi, stupri, uccisioni, amori, passioni intense, accuse insensate, guerre, battaglie… Tutto contribuisce a rendere questa una storia meravigliosa, compreso un tocco di magia, come nella migliore tradizione sudamericana.
Indicazioni utili
La conquista del Cile
Libro letto con interesse visto che questo tratto di storia Sudamericana mi era onestamente sconosciuto.
Nei libri di storia che si studiano alle superiori, il 1500 è trattato molto bene se lo consideriamo, però, dal punto di vista europeo e in parte "americano" con la scoperta dell'America e il conseguente "sterminio"delle civiltà Inca, Maya e Azteca; nulla è lasciato alla scoperta del Cile, perciò questo libro, pur romanzato, ti accresce "storicamente" non c'è che dire.
Mi ha lasciato un po' perplessa la figura di Ines, donna tuttofare, in ogni senso del termine, eroina del libro che non sbaglia un colpo essendo allo stesso tempo contadina, cuoca, sarta, medico, guerrigliera, ecc.,ecc.....anche se ricordiamoci che siamo sempre nel 1500 per giunta in un ambiente completamente selvaggio,perciò credo che la sue capacità siano un po' da ridimensionare, ma ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di un romanzo e quindi la lente d'ingrandimento ci può stare! Per il resto che dire, un libro in pieno stile Allende, a tratti un po' noioso devo ammettere, ma nel complesso che si legge volentieri, anche se i miei preferiti rimangono sempre "La casa degli spiriti" e "Paula" entrambi insuperabili!
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
che forza di donna
Se non fosse per la Allende, molti, inclusa me, non saprebbero che a fondare Santiago del Cile, è stata una donna. Donna passionale, piena di intraprendenza, ma anche di tante virtù tipicamente femminili.
Pazienza, perseveranza e qualche volta sottomissione (almeno apparente), caratterizzano la protagonista, che saprà in assenza del suo compagno, Pedro, prendere in mano le redini della situazione.
Spaccato della vita del tempo, questo racconto, frutto come spesso accade, di ricerche documentate,
ci rende l'idea pienamente delle difficoltà che incontrarono i coloni spagnoli nell'occupare l'attuale Cile. Sarà pur vero che chi rimaneva nel proprio paese, non aveva certo possibilità di affermarsi. Le nuove conquiste aprivano altri orizzonti ovviamente a discapito degli indigeni locali, che come sappiamo sono stati decimati, e certamente i metodi degli spagnoli, non erano più civili dei loro.
Quando si leggono di nuove conquiste, sono sempre i conquistatori a farlo, per vantarsi.
Ma chi ha subito l'abuso di essere privato della propria terra e delle proprie risorse, in genere non lo racconta. Facevano bene gli indigeni ad esporre le teste dei malcapitati spagnoli. Per me si, era un loro diritto difendere i loro villaggi, le proprie donne e i propri figli.
Bella la storia di Inès Suarez, tristre il modo in cui sono scomparse le popolazioni indigene. La legge dell'arraffa arraffa, ha avuto la meglio , come sempre.
Chissà, forse indios e spagnoli avrebbero potuto convivere e insegnarsi a vicenda il meglio delle loro culture. Utopia? Mancanza di volontà? Forse il problema era che non erano cattolici?....................
Indicazioni utili
Inès la "Conquistadora"
"Inés dell'anima mia" è la storia reale di Inés de Suarez, una giovane spagnola partita alla volta del Sudamerica alla ricerca del marito, salpato anni prima inseguendo il sogno della "conquista".
Il libro racconta poi la vita di Inés negli anni a seguire: in Spagna non tornerà mai più, bensì dopo varie vicissitudini conquisterà e fonderà l'odierno Cile, finendo per diventarne addirittura governatrice.
Quest'avvincente epopea storica cinquecentesca, che copre oltre 50 anni di tempo, unisce in sè la realtà (e, spesso, la crudezza) degli avvenimenti svoltisi nel 500 durante la "conquista" spagnola del sudamerica, con il contorno romanzato di un'abilissima Allende.
Ben inteso, nulla di inventato in quanto la Allende ha tratto spunto dai diari della stessa Inés aggiungendo un pizzico della sua scrittura romanzesca per rendere più intrigante il tutto.
La lettura è scorrevolissima e, per gli amanti dei libri avventurosi, assolutamente avvincente.
Io personalmente, dò un 10 più che meritato a Isabelle Allende per questa storica "eroina"!!
Indicazioni utili
Inno alle donne
Un racconto avvincente e straordinario che rispecchia la vita della protagonista, Ines, una donna in cui è impossibile non identificarsi in ogni singola pagina del libro.
Ha il carattere di una guerriera e di una madre. Il romanzo è un inno alla donna, a cosa è capace di affrontare per amore, e non solo per quello!
Impeccabile, come sempre, lo stile dell'autrice. La lettura è piacevole, scorrevole: da leggere in pochissimi giorni se ci si fa coinvolgere dalla trama.
Indicazioni utili
Donne
“ Un uomo fa quel che può,
una donna quello che lui non può.”
Inès de Suarez, conosciuta anche come la Conquistadora, è una figura storica realmente esistita. Una donna tenace e coraggiosa fuori dagli schemi dell’epoca, l’unica donna spagnola che partecipò attivamente alla conquista del Cile ed alla fondazione di una delle sue più belle città: Santiago. Ma la Storia è stata scritta dagli uomini e questa figura di donna ardimentosa e risoluta è stata trascurata dalle fonti storiografiche ufficiali, nonostante la grande influenza e il grande potere economico che fu capace di esercitare. Isabel Allende, dopo accurate ricerche e attente considerazioni degli antichi do*****enti a sua disposizione, ricerche durate ben quattro anni, ha desiderato dar corpo e voce a questo straordinario personaggio di cui è stato scritto tanto poco permettendo così all’autrice di immaginare tanto e di regalarci un fiammeggiante spaccato di un periodo avventuroso e pieno di contrasti quale è stato il XVI secolo, visto da una prospettiva tutta al femminile. Il romanzo inizia con una Inès ormai anziana, alla fine dei suoi giorni. Ella pensa che i suoi preziosi ricordi e non solo quelli che appartengono alla Storia, ma anche quelli che più intimamente le sono propri, non debbano finire con la sua vita, ma essere dono di esperienza e conoscenza alla posterità. Aiutata dalla figliastra Isabel, Inès scrive le memorie di un’esistenza vissuta con grande forza ed estrema passione. Nata a Plasencia, una regione dell’Estremadura, Inès è destinata a non sposarsi per potersi dedicare completamente ad accudire il nonno. Si invaghisce di Juan de Malaga, donnaiolo impenitente, giocatore e grande esperto nelle arti amatorie e lo sposa contro il volere della famiglia. Ma viene presto abbandonata dal marito che si reca nel Nuovo Mondo con la prospettiva di trovare oro e ricchezza. Per sfuggire alle ristrettezze economiche e ad un destino non certo consono alle sue capacità, Inès, con la scusa di ritrovare il marito, parte anche lei verso il Nuovo Mondo in cerca di maggior fortuna, compiendo un estenuante e azzardato viaggio per mare, fino ad arrivare in un Perù ormai sottomesso allo spietato Governatore Francisco Pizarro. A Cuzco, incontra Pedro de Valdivia, accattivante e tenebroso capitano , unitosi all’esercito spagnolo per sfuggire ad un deludente matrimonio. Tra i due scocca la scintilla di una irrefrenabile passione che li condurrà, insieme, ad intraprendere un’avventuroso viaggio attraverso l’infernale deserto di Acatama per arrivare a conquistare i paradisiaci territori di un paese ancora inesplorato, il Cile, dove fonderanno la città di Santiago. La Allende ci regala, attraverso gli occhi della protagonista, un vivido quadro di tutti gli avvenimenti che portarono gli Spagnoli alla Conquista del Cile, non risparmiandoci eroismi e crudeltà, passioni e intrighi, bellezza e orrore. Tante le figure di spicco del libro come Rodrigo Quiroga, primo Governatore del Cile e secondo marito di Inès, uomo dall’animo nobile e generoso, Catalina l’india dalla grande forza d’animo e dall’acuto pragmatismo, fedele alla sua padrona fino alla morte e Felipe, l’ enigmatico ragazzo indigeno che per anni vive un’esistenza muta accanto agli spagnoli per poter carpire i loro segreti e poterli poi usare per contrastarli con l’uso delle loro stesse strategie, una volta preso il comando della terribile tribù dei mapuche, diventandone il leggendario capo Lautaro, anche lui realmente esistito. Pur non avendo la forza narrativa dei suoi romanzi più famosi ed amati, la scrittura fluida ed appassionata, l’accuratezza nella descrizione dei fatti, dei tanti personaggi realmente esistiti e degli usi e costumi dell’epoca, il non tralasciare le ragioni delle popolazioni autoctone invase e violentate, l’alternanza di passaggi poetici e di rappresentazioni di pura efferatezza, il sapiente mix di storia, epica e avventura, ne fa certamente un libro interessante e degno di essere letto per approfondire la storia di un paese e di un popolo che la scrittrice ci invita sempre a conoscere, comprendere ed amare.