Invisible monsters
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La folle corsa di Shannon
Un noto proverbio insegna che “l’apparenza inganna”. E non potrebbe esserci espressione più azzeccata per introdurre questo romanzo, dove nessun personaggio è realmente come si mostra in un primo momento. Palahniuk si diverte ad ingannare il lettore con il mistero del mancato assassinio della protagonista, mentre alla fine dei conti non si può essere certi neppure di conoscere davvero la protagonista stessa.
L’intreccio narrativo è molto complesso, dal momento che la trama non presenta gli eventi in ordine cronologico e più volte ripresenta le stesse scene; così ogni capitolo risulta comporto da due o più avvenimenti, divisi in brevi frammenti e poi intrecciati assieme. Sulla base di questa azzardata scelta stilistica, l’autore crea una caotica matassa di eventi, per poi dipanarla con maestria al momento di svelare gli eccellenti colpi di scena che caratterizzano soprattutto la seconda metà del volume.
La storia è a dir poco bizzarra, tant’è che si inizia dalle scene finali: Shannon, la protagonista, è una giovane modella della vita quasi idilliaca, con un fidanzato perfetto, un’amica del cuore perfetta e un lavoro perfetto. Bastano poche pagine perché al lettore sia concesso di sbirciare sotto questa patina dorata e scorgere un fratello capace di rubarle l’attenzione dei genitori anche da morto, una storia d’amore a senso unico e una bellezza che anziché renderla felice la perseguita.
L’avvenenza di Shannon non è destinata a durare; quando un misterioso sparo la sfigura il volto, la ragazza perderà tutto ciò che aveva più caro. Ad aiutarla, come una novella fata madrina, sarà la Principessa Brandy Alexander, un transessuale che la protagonista incontra in ospedale e con cui partirà in un assurdo viaggio dalla meta incerta.
In generale, tutti i personaggi appaiono cinici e disillusi, arrivando ad limite del grottesco, come ne caso di suor Katherine, l’infermiera che tenta in tutti i modi di trovare un nuovo amore per Shannon, fosse anche un galeotto.
A rendere ancor più surreali i personaggi contribuiscono i dialoghi che lasciano spesso il lettore interdetto perché espressi da figure inaspettate: ad esempio, i genitori della protagonista che non si imbarazzano minimamente nel regalarle preservativi o darle dettagliati consigli riguardo la sua vita sessuale. Palahniuk riesce così a rendere quelli che altrimenti sarebbero i personaggi più “normali”, bizzarri al punto di lasciare la traccia più importante sul lettore.
Per quanto riguarda la protagonista, in lei si incarna il vero spirito del romanzo: nasconde di proposito importanti dettagli al lettore, mentre ne rivela altri in modo del tutto inatteso. Dal momento che che Shannon è la voce narrante degli eventi, può giocare con il lettore decidendo dove dirigere la sua attenzione: la protagonista si rivolge infatti in modo diretto a chi legge, dando degli ordini come se parlasse ad un cameraman o ad un tecnico delle luci a cui indicare la scena da mettere a fuoco in quel momento.
In questo romanzo, Palahniuk tocca moltissime tematiche tra le quali spicca prepotente una dura critica alla società contemporanea, in cui l’immagine determina il successo personale ben più del carattere o delle reali capacità. L’autore affronta anche altri temi che, come le svolte della trama, si rivelano meglio con il proseguo della storia e di certo portano a riflettere su questa grottesca allegoria del mondo reale.
Come già accennato, lo stile di Palahniuk è molto particolare, e non solo per la narrazione frammentaria, ma anche per le ripetizioni quasi ossessive di alcune frasi o per il modo in cui richiama l’attenzione del lettore. Da questo punto di vista, l’edizione Mondadori presenta una sinossi fin troppo semplificata che impedisce al lettore di iniziare la lettura preparato a dovere.
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Non esiste nessun reale tu in te
Questo è IL libro! A mio parere il più bel libro del genio Chuck Palahniuk. Un libro superficiale ma allo stesso tempo profondo. Un pugno nello stomaco. Ma è geniale e io ringrazio moltissimo Chuck per averlo scritto.
Io l'ho letto tanti anni fa nel mio momento di amore profondo per tutto quello che potesse dare una scossa alla mia vita e questo libro l'ha fatto. Le frasi sono frecciatine verso i nostri atteggiamenti e modi di essere di oggi. Odio verso se stessi, egoismo, egocentrismo, sessualità, famiglia e anche moda, essere vittime della società e dell'immagine che diamo agli altri..e molto altro. Questo è invisible monsters.
Siamo tutti dei mostri invisibili.
Lascio la mia citazione preferita:
È perché siamo intrappolati nella nostra cultura, nel fatto che siamo esseri umani su questo pianeta con i cervelli che abbiamo, e due braccia e due gambe come tutti. Siamo così intrappolati che qualsiasi via d'uscita riusciamo a immaginare è solo un'altra parte della trappola. Qualsiasi cosa vogliamo, siamo ammaestrati a volerla.
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Quando non sappiamo chi odiare...
Quando non sappiamo chi odiare, odiamo noi stessi.
Il mio primo libro di Chuck Palahniuk. Inizio piena di aspettative, ne ho sentito parlare benissimo e mi aspetto chissà cosa, forse un libro che ti cambi in qualche modo la vita. Le prime pagine di un libro sono sempre le più 'dure' e...
Dammi delusione. Flash. Dammi confusione. Flash.
Si viene catapultati avanti e indietro nel tempo in continui flashback apparentemente senza senso... tanto da pensare 'Non ne verrò mai a capo', mentre la delusione si fa strada... e poi mentre credi di essere delusa... ti ritrovi in un vortice che ti trascina sempre di più da cui non riesci a staccarti. Crudo, nudo, duro, sensazionale! Quando credi di avere capito tutto ti rendi conto che niente è come pensi! Che tutto è possibile, che tutto è impossibile. Chuck Palahniuk è veramente un Genio!
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Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi.
Il libro parte come un fumettone splatter caotico e demenziale, difficilmente masticabile per chi non è abituato allo stile eccentrico di Palahniuk.
Induce ad andare avanti il fatto di ritrovarsi a ridere di fronte al dramma di una modella orrendamente sfigurata da un colpo d'arma da fuoco: è evidente che per ottenere un effetto del genere occorre possedere doti narrative non comuni.
Nessuno la guarda, sembra diventata invisibile, emette suoni inarticolati, formula pensieri disperati: “Oh, amatemi, amatemi, amatemi, amatemi, amatemi, amatemi, amatemi, amatemi. Sarò chiunque vogliate che io sia”.
La parodia della moderna società americana procede per episodi dissacranti e sopra le righe, senza una precisa sequenza temporale, tra spaccati di vita familiare dove l'ipocrisia regna sovrana e set improbabili con la protagonista che posa docile alle direttive del fotografo:
“Dammi lussuria, piccola. Flash. Dammi malizia. Flash. Dammi ennui esistenzialista distaccato. Flash. Dammi intellettualismo rampante come meccanismo protettivo. Flash.”
Niente è come sembra, si è spesso ripetuto a proposito di questo romanzo.
Ma le clamorose rivelazioni delle ultime pagine non stupiscono più di quanto già facciano certe delucidazioni sul sesso spinto snocciolate ai genitori durante il giorno del Ringraziamento o il loro regalo di Natale alla figlia: preservativi adatti a tutte le esigenze (qui l'umorismo surreale è da manuale).
C'è dietro tutta una tragedia familiare su un figlio gay, con i due coniugi che si affannano a mostrarsi omofobi pentiti, convertiti alla causa fino all'ossessione paranoica (che siano loro alla fine i veri mostri invisibili?).
Frasi argute e “fuori dalle etichette” si alternano a quintalate di psicofarmaci ed estrogeni ingoiati come mentine, mentre seguiamo in giro per gli States un bizzarro terzetto: l'ex modella mostruosa, il bel transessuale, l'ex fidanzato poliziotto non esattamente etero.
Qualcosa li accomuna e qualcuno di loro lo sa, ma forse non sa che anche l'altro sa...
In questo marasma c'è spazio per un paio di scene omosex un po' troppo vicine alla pornografia e per riflessioni che mirano a scuotere le coscienze:
“Siamo così intrappolati che qualsiasi via d'uscita riusciamo a immaginare è solo un'altra parte della trappola. Qualsiasi cosa vogliamo, siamo ammaestrati a volerla”.
Dunque: “Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere”.
Questa regola è la chiave della libertà secondo Palahniuk, che non dimentica l'importanza dell'amore incondizionato:
“Completamente e totalmente, permanentemente e senza speranza di ricompensa, solo come un atto di volontà, amerò qualcuno” (ma la volontà non era ammaestrata?).
Lo scrittore incastona le sue perle di saggezza su un materiale che è spesso troppo confusionario per risultare del tutto convincente, ed è un peccato, anche perché la narrazione risulta appesantita e la piacevolezza del romanzo ne risente.
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- no
Scopri quello di cui hai più paura e vacci a viver
Questo è il primissimo libro di Palahniuk che ho letto -anni fa- e sicuramente uno dei miei libri preferiti ancora oggi. La trama è lineare e allo stesso tempo impossibile da riassumere: a grandi linee posso dire che Shannon, bellissima modella dalla vita apparentemente perfetta, rimane sfigurata in seguito ad un colpo di fucile che la raggiunge nella sua auto. Si sottopone a numerosi interventi chirurgici per salvare parte della faccia, ma ormai la sua vita per come la ricordava è finita. In clinica conosce “la Principessa” Brandy Alexander: eccentrica, cinica e Donna, pur non essendolo ancora del tutto – le manca un solo intervento.
Con l'aiuto di Brandy Alexander Shannon si rimette in piedi, decisa a rovinare il grande giorno dell'acerrima nemica/modella Eve e farla pagare al suo ex. Ma, meglio ancora, con l'aiuto di Brandy, Shannon ritrova sé stessa e una specie di pace interiore mai avuta prima.
“”Ecco come ho incontrato Brandy Alexander. Ecco come ho trovato la forza per non andare avanti con la mia vita precedente. Ecco come ho trovato il coraggio di non raccogliere gli stessi vecchi cocci.””
Quello che mi è piaciuto subito tantissimo è l'uso di flashback e salti temporali che Palahniuk fa sapientemente. Shannon passa dal raccontare episodi della sua infanzia, della sua vita precedente da modella, a sprazzi di vita “presente” con Brandy Alexander, il tutto senza apparenti indicazioni esplicite. I salti sono talmente repentini da provocare un momentaneo disorientamento, una sorta di souspance che ho adorato. Incentivata poi dal fatto che, ad ogni “presente” corrispondeva un “passato” ricco di spiegazioni. Geniale.
Il linguaggio è semplicissimo, la lettura è scorrevole. Ci sono spesso frasi ad effetto più volte ripetute, quasi slogan, molti dei quali mi sono rimasti impressi in testa ancora oggi.
“”Quand'è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia?””;
“”Saremo ricordati più per quello che distruggiamo che per quello che creiamo.””
Alla fine è un libro “di vita”. Scopri di voler bene a tutti i personaggi alla fine, perché ognuno nascondeva qualcosa, qualche sentimento, tutti si sono messi in gioco. Mi sono ritrovata ad esclamare “Noooo!” sorpresa: i colpi di scena sono assicurati.
Si alternano scene di comicità pura a profondi -e decisamente schizzati, lasciatemelo dire- dialoghi più o meno filosofici.
“'Ma non capisci? Perché siamo stati educati a vivere la vita nel modo giusto. A non fare errori' Brandy dice: 'Mi dico che più grande sembra l'errore, e migliori possibilità avrò di essere libera e di vivere una vita vera'”
Credo che in ognuno di noi ci sia “un mostro invisibile, incapace di amare”, basta solo trovare il motivo giusto per cambiare le cose.
“”Desidero che tutto il mondo possa accettare quello che odia. Scopri quello di cui hai più paura e vacci a vivere.””
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Mamma quel mostro sta rubando un tacchino
Io AMO questo libro.
Già dalle prime pagine mi ha letteralmente ipnotizzato. Ho trovato la storia molto complessa, difficile e piena di colpi di scena. Lo stile di scrittura che Palahniuk ha usato in questo libro rende tutto molto migliore.
Questo è il primo libro che ho letto di Palahniuk. Non l'ho scelto per la copertina o per il titolo; io ascolto la band "Panic!at the disco" e un giorno, ascoltando una loro canzone, ho letto nei commenti che la canzone si riferiva a questo libro (Canzone splendida oltretutto).
Beh, lo consiglio assolutamente.
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Leggendolo cambia tutto
Lui è un ottimo scrittore, e questo è risaputo. La vera sorpresa di questo libro è che, un pò per le categorizzazioni della critica e un pò per lo stile, ti aspetti qualcosa di crudo, violento e deprimente.
In realtà è tutto il contrario. E la cosa meravigliosa è che il contenuto del libro è uno dei più banali al mondo: il senso della vita. leggendo però ci accorgiamo che il contenuto non è affatto banale nè scontato, come non lo è il modo in cui l'autore lo racconta.
La fine è tenera e vera come poche cose che ho letto. Mi sono commossa alle lacrime.
Consigliatissimo.
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Palahniuk e lo specchio delle mie brame
Premessa: è il primo libro di Palanhiuk che leggo, non so se sia "all'altezza" del suo famoso Fight Club, poco mi importa. E' stata una lettura senza aspettative, senza pregiudizi, mi ispirava semplicemente il titolo e la copertina tutta rosa.
Pazzo, pazzo, pazzo! Palahniuk racconta una storia che sembra avere molto poco di realistico, o almeno probabile. Eppure ti incolla alle pagine...ci sono mille questioni aperte e non puoi fare a meno di andare avanti a leggere per capirci qualcosa di più. Sì, già alle prime cinque pagine capivo poco niente di ciò che stava succedendo! Quasi il racconto di un sogno, un incubo, la storia di vite fuori dagli schemi, tutti personaggi esagerati, caricati eppure con caratteri così umani, con pensieri così vivi da far pensare che Palahniuk ce li abbia cavati dal cervello.
"Fanculo a me stessa. Sono così stanca di essere me. Me bella. Me brutta. Bionda. Bruna. Un milione di fottuti rifacimenti che non fanno altro che lasciarmi intrappolata ad essere me". Sarà che sono donna, sarà che sono giovane, sarà che sono anch'io vittima dello "specchio delle mie brame", ma Palahniuk a mio parere a fatto centro. Bravo.
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ANCHE I GENI A VOLTE DORMONO
Di tutte le opere di Chuck Palahniuk questa è quella che mi è piaciuta meno ed elenco i motivi in breve:
- Protagonista malvagia e squilibrata che non ha nulla a che vedere con la profondità di altri protagonisti creati da Palahniuk;
- Critica allo squallido e ripugnante mondo della moda appena accennata e poco graffiante;
- Personaggi di contorno fuori di testa e quasi tutti omosessuali o bisessuali (BAH!!!);
- Pagine in cui Palahniuk si mette a descrivere capi d'abbigliamento suscitando noia incontrollata;
- Per criticare l'autore usa troppi stereotipi.
C'è di buono, però, che qua e là appare il VERO Chuck Palahniuk e alcuni capitoli (tra cui gli ultimi due) sono davvero splendidi. Ma per il resto sembra un romanzo scritto da un imitatore di Palahniuk.
Insomma, un Chuck Palahniuk fuori forma come non mai e quasi irriconoscibile. Bizzarro perchè questo è uno dei suoi primi romanzi e, in teoria, doveva essere molto ispirato. Peccato.
Comunque non è un brutto romanzo e poi il peggior romanzo di Palahniuk è sempre meglio dei migliori romanzi di altri NOIOSISSIMI scrittori.
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BIRDS ATE MY FACE
Dei libri di Chukkino che ho letto questo li batte tutti, migliore di Fight Club, Cavie e Soffocare, cosa che non credevo possibile. Non capisco come non possa piacere quest'opera così sconvolgente nei contenuti, raccontata in modo così straordinario, con una linea temporale subdola, intricata e ritmatissima che non lascia spazio alla noia, ti tiene incollato a ogni pagina, lanciando con ogni frase, ogni battuta uno spunto di riflessione diverso e profondo. Tutto questo con una trama ricca di colpi di scena, personaggi mostruosi e intelligenti, così grotteschi e folli da essere perfettamente umani.
E' un libro brutale e intelligente, per me il vero capolavoro di Palahniuk.