Il totem del lupo
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Jiang Rong è lo pseudonimo di un intellettuale dissidente di cinquantotto anni, professore universitario di economia politica a Pechino. Questo è il suo primo romanzo.
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Opinioni inserite: 3
Tengger
Non e' un romanzo ma un racconto documentaristico; non e' un libro che si divora tutto d'un fiato ma si assapora lentamente e mentre lo si legge, la cultura e la tradizione mongola sembrano entrare a far parte di te, come se la comune unione primordiale con la natura riemerga grazie alla potenza emotiva di un popolo rimasto piu' a lungo legato alla terra. Un racconto che parla non solo dell'evoluzione(involuzione) di un popolo, ma dell'intera umanita'.
Semplicemente splendido.
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l'equilibrio della natura
Siamo in Cina, in piena rivoluzione culturale. Gli studenti recalcitranti o appartenenti a famiglie non totalmente conformate vengono spediti in campi di lavoro nelle praterie della regione mongola. Devono adattarsi alla vita locale, al freddo di intensi inverni, al caldo di afose estati, alla fatica di lavori antichi: l'allevamento di pecore e cavalli. I nostri giovani amici ci portano alla scoperta di questo mondo legato a doppio filo alla natura. Si innamorano del modo di vivere del popolo della prateria. E si innamorano del lupo, animale simbolo e leggendario, re al di sopra degli uomini. E' un inno alle leggi della natura che da sempre governano il mondo e che l'uomo si ostina a voler piegare alla propria avidità. E' un inno al lupo, un animale di grande fascino, di estremo coraggio, di raffinata intelligenza. E' un inno a quell'uomo che vive nella e della natura, conservandola e non stravolgendola. E' un interessante documentario sulle usanze della popolazione mongola. Su di me ha fatto centro, ma è stato facile data la mia predisposizione a storie di questo genere, con tanti animali, spazi aperti, momenti di riflessione alternati ad esplosioni di azione.
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Tosto ma indimenticabile
Regalo di un'amica, era accompagnato da questa dedica: "Il TOTEM DEL LUPO è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto.
Non è un libro facile, ma mi ha fatto ridere, sognare, tremare, ed anche piangere. Spero possa darti tante emozioni, come ha dato a me."
Con una dedica simile, è chiaro che io sia stata subito colta da curiosità, anche se è un romanzo, ne sono certa, che non avrei mai comprato di mia iniziativa...
Il romanzo in effetti è bello tosto, non sempre scorrevolissimo, tanto da essere stato dichiarato dalla critica, più SAGGIO che romanzo classico.
Ma la storia, le vicende sono così affascinanti, diverse dalle solite, che anche se procede con lentezza in molti punti, causa citazioni, digressioni storiche e sociali, il bilancio finale è sicuramente positivo.
Questo romanzo è stato per molto tempo in testa ai best sellers in Cina.
Pensare che i lupi, animali complessi e pieni di fascino, possano riempire 650 pagine di un libro,fa un pò impressione; almeno, a me!
Eppure vi assicuro che è così.
Di contorno alla vicenda, abbastanza semplice, ruotano lo stile di vita, le usanze del popolo mongolo, i disagi nelle varie stagioni, le tradizioni, le superstizioni... e poi le abitudini degli animali, cavalli, pecore, marmotte, uccelli predatori...tutto il mondo della prateria.
Sopra a tutto e tutti, il re: il lupo, fiero, indomabile, coraggioso fino all'estremo, intelligentissimo.
Il lupo,capace di strategie di guerra e di conquista inimmaginabili...che penso possano essere di esempio all'uomo!
Protagonista della storia è lo studente cinese Chen Zen, costretto a vivere per vari anni in Mongolia come pastore, (il padre era un intellettuale dissidente) , che, alla fine del suo ...soggiorno obbligato, sarà un perfetto mongolo, avrà acquisito non solo le loro usanze, ma molto più...penserà come loro.
L'esperimento del giovane di catturare ed allevare un cucciolo di lupo mongolo, per capirne il comportamento, lo metterà davanti a scelte dolorose, a momenti drammatici, ma da sola questa vicenda vale tutto il romanzo!!
Interessanti le analogie con il popolo tibetano, che mi ha sempre affascinato. A parte le abitudini alimentari, il modo di gestire la pastorizia, mi ha colpito sopra a tutto la sepoltura dei defunti.
Mentre i Tibetani portano i loro morti nell'altopiano desertico ed aspettano che gli avvoltoi ne facciano il loro pasto, i Mongoli portano i defunti nella prateria, in pasto ai lupi. Nudi e con il volto rivolto al TENNGER, il cielo, dopo tre giorni devono essere stati divorati completamente. Solo così vorrà dire che la loro anima è salita nel cielo.
Conclusione: Ho riso poco, ma ho sognato, tremato , pianto.
giudizio: consigliato a chi ha voglia di una lettura avventurosa, un pò più impegnata dei soliti romanzi.