Il tempo di Blanca
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UN GRIDO ALLA SOLITUDINE
Cara Marcela Serrano,
Basta emozionarmi a tal punto. E' il tuo secondo libro che leggo, ed ogni volta mi strappi lacrime e sorrisi. Ma sono lacrime di gioia, alcune di commozione, altre di stupore, mai di delusione.
Che dirvi a voi che leggerete questa recensione... Questo libro ti porta via il cuore. Bello, ma di una bellezza sopraffina, di una solitudine inquieta, di una tenerezza inaudita. Chi è Blanca? Quando mi era stato consigliato questo libro (devo ringraziare ancora la cara C.u.b che mi ha dato uno spunto eccezionale) e avevo letto il titolo credevo si trattasse di qualche remake del Tempo delle mele. Ma a cosa pensi mai Martina, "Il tempo di Blanca" non ha niente a che vedere con banali storie d'amore, con innamoramenti adolescenziali e classica trama.. Blanca e' una donna di guerra, una donna che non ha mai combattuto ma che la vita trova poi a vederla combattere. E' una donna bella, ricca, madre di due figli che non ha da rimpiangere nulla alle altre donne della società. E' una donna di classe con un armadio pieno di vestiti, con un marito di nome Jean Luis che non la appaga come ella vorrebbe. E poi, di colpo, la bella Blanca non è più niente di tutto questo.
Afasia.
So bene il suo significato, l'ho sempre saputo perché ho già assistito a casi del genere. Ma quello di Blanca, la Blanca indecisa, la Blanca madre di due figli, di cui una molto piccola e ancora nel fiore dell'infanzia...non ha niente a che vedere con il resto.
E poi incontra il Gringo, bello, alto e possente. L'uomo dal passato difficile, dalle coccole infinite, dall'amore che non si è mai sentita ricevere, dalle parole dolci e dal modo in cui l'ascolta.
Ma in tutto questo lodevole è la figura di Sofia, la cognata dal cuore d'oro, l'amica che avrà per sempre e non la tradirà mai.
Leggete questo libro, fatelo davvero. E leggetelo col cuore di chi si sente solo, di chi non ha più nulla al mondo se non se stesso.
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IL LENTO SCINTILLARE DEL DISTACCO
Questo romanzo contiene e intreccia molte storie in poche pagine. La storia di una donna, narrata dall’interno e dall’esterno, segnata dal suo nome e dalla sua origine. La storia di un’amicizia, variegata di affetto e complicità, ma anche di sensi di colpa e sottili incomprensioni. La storia di tre generazioni. La storia di una famiglia ricca. La storia di una famiglia povera, segnata dalla tragedia. La storia di un amore insolito, struggente. La storia di un incubo, l’incubo di una nazione. La storia di una vita e di molte vite. La storia di una malattia che si conclude con la morte.
C’erano una volta tre donne, stese sull’erba a prendere il sole. Non sembrano disposte a caso: la bionda, la castana in mezzo, la mora dall’altra parte. Tra la bionda, l’angelica Blanca e la bruna, la prosperosa la castana Sofìa sembra un tramite, un giusto mezzo. E in effetti è lei, che porta il nome della sapienza, a permettere la conoscenza e lo scambio tra le due donne. Attraverso l’amicizia di Blanca e Victoria mondi diversi e opposti si conoscono e si mescolano, attraverso la consapevolezza. Un incontro che provocherà reazioni e cambiamenti irreversibili. Forse l’inizio di una conciliazione.
“Le vere padrone della storia e del paese sono state le donne della mia specie, non quelle come Victoria, che accumulano proteste destinate a essere zittite non appena gira il vento. Né quelle come Sofia, alle quali è rimasta solo la durezza a causa del loro radicalismo.”
Blanca è una donna privilegiata. Ricca, bella e bionda. Nasce colma di doni, con il destino e il successo già garantiti dall’eredità di famiglia. Fa parte di quel genere di donne che non si espongono, che non scendono in piazza nei momenti più difficili. Donne nascoste, che sono in grado di sostenere con la loro forza insospettabile il destino di una nazione.
Candida come il suo nome, pura e ingenua come un’alba, Blanca potrebbe condurre una vita tranquilla e serena, se non avesse un difetto che non le sarà perdonato: è generosa, pronta a condividere i problemi degli altri senza chiedere nulla in cambio. La sua generosità la porterà a uscire dal “perimetro netto” che la società le ha costruito intorno. Le donne della sua specie plasmano la storia “da dietro le quinte” e non perdono mai la testa. Quasi mai.
Il linguaggio di questo romanzo ha un’eleganza evocativa adatta alla struttura narrativa decisamente non lineare, un vortice lieve che unisce con grazia i tempi e gli spazi, senza mai perdere il ritmo della danza, mantenendo sempre la sua forza. Un libro prezioso, dalla bellezza stilista rara, in grado di rendere gradevole un contenuto dal peso specifico altissimo. Da gustare, con calma e con passione.
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Parole turchese
Vorrei essere un poeta, per dedicare alcuni versi a questo romanzo, invece che la solita prosa.
Ha suscitato in me un tale impeto emotivo che vorrei parlarne in maniera speciale.
Ho pianto per Blanca, ho pianto per Gringo, ho pianto per Victoria, ho pianto per Trinidad, ho pianto per amore, ho pianto per solitudine, ho pianto per malattia, ho pianto per le persecuzioni politiche, ho pianto come una pazza, giuro.
Piangere di un libro splendido, il miglior Serrano in assoluto.
Il Cile coi suoi colori, i suoi cibi, le bevande, le canzoni che l'autrice non manca mai di cinguettare tra una pagina e l'altra sono immancabili come sempre. Ma qui si va oltre i racconti tra donne che spesso sono il centro delle sue opere. Qui si vive. Intensamente.
Blanca. Benestante, moglie e madre. Una vita ben incanalata tra gli argini famiglia/figli/marito.
Poi un giorno arriva la malattia. Improvvisa. Inspiegabile. Irreparabile.
Afasia. Blanca non puo' piu' comunicare, perde la capacita' di leggere, di scrivere, di parlare.
E in questo mondo di solitudine in cui lei si isola irrompe la forza dei ricordi , intrecciando il passato al presente, raccontandoci gli ultimi avvenimenti della sua vita.
Grandi amicizie, grandi sconfitte, una grande passione, la vergogna, il legame materno, l'amore ed in parallelo il Cile della dittatura, le persecuzioni fisiche e psicologiche , la tortura di coloro che furono incarcerati per motivi politici . Di chi e' tornato segnato per sempre, di chi non e' tornato piu' , dei desaparecidos, delle battaglie delle loro mogli, delle loro madri.
Rileggo alcune pagine, mi fa sempre lo stesso effetto.
Mi contorce qualcosa dentro questo libro, potrei inginocchiarmi e rimettermi a piangere.
Potra' piacere o forse no, come tutti i libri, ma riuscire a sconvolgere un lettore di tenerezza e disperazione con un mucchietto di carta e' uno spicchio d'arte, di questo son certa.
Brava Marcela, grazie. Buona lettura
"...e se contempli piangendo le stelle e ti si riempie l'anima di impossibili, e' la mia solitudine che viene a baciarti..." M.S.