Il tango della Vecchia Guardia
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UN INTRIGO DI TANGO E VITA
Questo è un romanzo che si divora fin dalle prime pagine. Come in altri libri di Perez-Reverte troviamo il protagonista, sfrontato ma elegante, deciso ad abbandonare moralismi e correttezze pur di avere vantaggi personali, ma, allo stesso tempo, capace di suscitare nel lettore un senso di tenerezza e solidarietà dal momento in cui capisce che tutto ciò che poi Max Costa chiede è la possibilità di uscire dalle misere condizioni della sua infanzia, di evitare il ripercorrersi di tante storie di vita che ha visto e che non vuole assolutamente replicare. Da qui i tanti sotterfugi, l'arruolamento come legionario e, infine, l'ingaggio come ballerino mondano a bordo della Cap Polonio, lussuosa nave da crociera in cui ha modo di conoscere la bella e giovane Mecha Inzunza accompagnata dal marito Armando de Troeye, un famoso compositore musicale. Dal primo invito a ballare il tango nella splendida sala da ballo, Perez- Reverte non risparmia nella descrizione la perfetta alchimia che viene a formarsi tra i due giovani. Ne descrive il portamento, i passi, gli sguardi, in un modo cos' accurato e coinvolgente che pare proprio di vederli, così giovani e belli, e di intuire che la cosa non può e non deve finire lì. E infatti, con la perversa complicità del marito di lei, la loro conoscenza avrà un seguito. Un seguito avvincente, pericoloso ma anche essenziale per il legame che poi li unirà nel corso della vita; un legame che si rivelerà impetuoso e improvviso proprio come un passo di tango. La bellezza di questo romanzo consiste nel ritmo incalzante della storia, nell'alternanza della narrazione tra presente e passato e nella grande abilità dello scrittore di farci capire le cose attraverso i loro dialoghi, un po' per volta, dando al lettore il tempo di assimilare le emozioni insieme agli eventi, quasi come se si entrasse nel sentire dei personaggi, che appaiono man mano più maturi e più comprensibili. Nella seconda parte del libro, quando loro saranno più in età e avranno seguito i loro percorsi, la vicenda si snoderà invece intorno al gioco degli scacchi e anche qui spiegazioni di strategie, colpi di scena e complicità non mancheranno di stupire il lettore. E anche tanta, tanta malinconia per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.... però senza cadere assolutamente nel melenso, anzi, in modo molto concreto e naturale..... anche se alla fine mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi, e il cuore gonfio di compassione e nostalgia. Un libro eccezionale, un narratore straordinario, una storia indimenticabile.
Indicazioni utili
TANGO MALANDRINO
E’ una storia intensa ed originale che mi sono ritrovata a leggere, che si articola a cavallo tra le due guerre mondiali. I riferimenti storici sono precisi, come precise risultano le informazioni raccolte sulla vita a bordo del transatlantico “ Cap Polonio” (in quel momento era la più grande, nonché la più lussuosa, nave passeggeri a servire la tratta Germania-Sudamerica). Come nozioni sul ballo del tango e sul gioco degli scacchi.
Ma veniamo alla storia, Max Costa giovane di umili origini, fa il ballerino a bordo del transatlantico “Cap Polonio” ; ragazzo con modi raffinati, affascinante, educato, mai sopra le righe, riesce a muoversi con abilità nel “bel mondo”, riuscendo ad affascinare donne di tutte le età, questa sua attitudine è frutto di anni di esercizio e vero e proprio lavoro, in quanto la certezza di Max è che mai vorrà tornare a vivere nell’indigenza.
A bordo viaggia Armand De Troeye, famoso compositore, con la stessa fama di Ravel, con la giovane e bella moglie Mecha. Il loro rapporto di coppia non è semplice né tantomeno scevro di sottili perversioni. Così Mecha si ritrova a ballare dei tanghi strepitosi con Max, sotto gli occhi del marito che guarda compiaciuto… Durante questi balli Max e Mecha si guardano, si studiano, si mettono alla prova, l’attrazione tra loro è evidente a tutti, ma nessuno dei due osa ammetterlo con sé stesso.
Il compositore inoltre, viene folgorato da un’ispirazione incontrollabile, comporre un tango che superi in bellezza ed intensità quelli composti dal collega Ravel, per questo giunti in Sud-America chiede a Max di guidarlo nel luoghi dove si balla il tango vero, il tango della vecchia guardia (da qui il titolo del libro), ballo con una carica erotica poco consona agli ambienti di classe, eseguito infatti, in locali di dubbia fama tra donne di facili costumi e uomini appartenenti alla malavita….
E così accade, ma Max nasconde abilmente un segreto, oltre che essere una sorta di gigolò è anche un abilissimo ladro gentiluomo.
Max e Mecha si allontaneranno, per anni, per quasi trent’anni, fino al nuovo incontro…. Cosa sarà accaduto nella vita dell’uno e dell’altra? Nessuno dei due ha mai dimenticato il passato, ma le loro vite sono totalmente differenti…..
Il libro alterna passato e presente, non è una storia scontata, ma ricca di avvenimenti, fortemente legati al contesto storico di quegli anni, il fascismo, la rivoluzione spagnola ecc..
I personaggi sono ben tratteggiati e credibili. Personalmente ho amato Max e Mecha, con tutte le contraddizioni, con tutti gli errori che nelle proprie vite hanno commesso.
Nulla è scontato o prevedibile. Ho gradito molto questa connotazione della storia, viste le pessime letture che ultimamente ci vengono propinate…
L’unico neo è un passaggio al termine del libro, non del tutto credibile che mi ha indispettita…. Come una pagina scritta magistralmente sulla quale, all’improvviso, compare una macchia di inchiostro che salta all’occhio in modo evidente e fastidioso.
In ogni caso è una lettura che mi ha pienamente sodisfatta.