Narrativa straniera Romanzi Il sussurro della montagna proibita
 

Il sussurro della montagna proibita Il sussurro della montagna proibita

Il sussurro della montagna proibita

Letteratura straniera

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La trama e le recensioni di Il sussurro della montagna proibita, opera di Siba Shakib edita da Piemme. Eskandar ha solo sei anni quando si arrampica per la prima volta sulla montagna, proibita come molte altre cose nel suo villaggio senza nome. Proibita perché al di là di quella vetta ci sono i kafar, gli infedeli, strani esseri dalla pelle bianca e senza barba. «Gli spiriti malvagi che vivono tra le rocce, la prossima volta ti divoreranno», urla il mullah. E il mullah sa bene come incutere paura. Anche il capo del villaggio senza nome, che è tanto curvo che senza bastone cadrebbe in avanti, lo ammonisce: «Lo sai che Dio non ama i bugiardi e li punisce». “Ma non c’è più alcuna punizione che Dio possa ancora infliggerci”, pensa Eskandar, guardando il letto del fiume secco da tanto, troppo tempo. E allora indica la montagna con il braccio disteso, e si gode l’istante in cui tutti gli occhi seguono il suo dito. «È vero», dice poi, «giuro sulla mia vita che sono stato lì!» Allora tutti fanno silenzio. «Lascia che il ragazzo racconti», dicono. È vero che vivono in un villaggio senza donne? È vero che i loro capelli sono gialli? «Gli stranieri hanno parole diverse dalle nostre», riprende Eskandar. «E scorte così abbondanti che persino ai cani danno da mangiare la carne. Non coltivano i campi, non si occupano degli animali, per tutto il giorno non fanno altro che scavare buchi nella terra.» Solo quando tutti smettono di ridere, risponde alla domanda più importante. «Sì, hanno l’acqua», dice. «Così tanta che addirittura ci si lavano i piedi.» Da quel giorno, Eskandar tornerà molte volte sulla montagna proibita. Fino a quando uno degli stranieri non lo accoglierà, e farà di tutto affinché il ragazzo possa avere una nuova speranza. Dalla corte del Khan all’occupazione britannica e russa, dal regime dello Shah Pahlewi alla rivoluzione khomeinista, nell’indimenticabile racconto di Siba Shakib la lunga vita di Eskandar diventa l’odissea di tutto un Paese.

Scrittrice, regista, attivista, documentarista, Siba Shakib è nata e cresciuta a Teheran, in Iran, e ha vissuto a lungo in Afghanistan. Ha girato importanti documentari per raccontare la vita del popolo afgano e la drammatica condizione delle donne. Per Piemme ha pubblicato con grande successo Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere, tradotto in 27 lingue e vincitore del PEN Prize, e La bambina che non esisteva, un bestseller internazionale pubblicato in 16 Paesi, dagli USA al Giappone. Quando non gira il mondo, vive tra New York, l’Italia e Dubai.



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Il sussurro della montagna proibita 2012-03-12 14:55:32 katia 73
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katia 73 Opinione inserita da katia 73    12 Marzo, 2012
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Il sussurro della montagna proibita

Dire che è un bel libro è forse riduttivo, sarebbe più giusto definirlo un interessante libro di denuncia, sicuramente questa definizione si avvicina di più all’intento dell’autrice.

Eskandar vive in uno sperduto villaggio dell’attuale Iran, è solo un bambino quando sale sulla montagna proibita, vuole vedere gli stranieri che sono li a lavorare, scavano e trivellano, lui non capisce cosa facciano lì ma lo stupore più grande lo ha quando scopre che loro hanno cibo e acqua, cosa che al loro villaggio non hanno più da tempo, il corso che irrigava i loro miseri campi è stato deviato per portare l’acqua agli stranieri, ecco dov’era finita l’acqua !!!
Eskandar è un bambino solo e sale spesso sulla montagna proibita ,diventa amico dei Farangi, gli stranieri, loro gli donano cibo e acqua e lui è lì anche nel momento preciso il cui il famoso petrolio comincia a zampillare, tutti esultano ci fanno il bagno dentro, l’euforia è alle stelle, solo lui non capisce cosa sta succedendo e come mai sono così felici di aver trovato questo liquido nero che spesso ha rovinato i loro raccolti. Scoprirà con il tempo che l’oro nero, sarà la rovina per la sua gente e che la lotta per ottenerlo tra le grandi potenze mieterà vittime tra la sua popolazione perché è sempre il più debole a pagare la sete di ricchezza dei grandi stati , Eskandar scoprirà presto che non c’è ricchezza e libertà dove non c’è istruzione e cultura.
Grazie a uno di questi stranieri che lo prende a cuore Eskandar va a scuola e impara a leggere e scrivere, cosa che gli tornerà utilissima per tutto il resta della sua vita.

Il libro percorre la storia della Persia , attuale Iran, del 900, e insieme percorre la storia di Eskandar , ci si affeziona a questo bambino e, con l’andare avanti in questa lettura, si prova una grande stima e rispetto per l’uomo che diventerà.
Lo stile è semplice e scorrevole, ma trattandosi di un libro di denuncia è abbastanza lento, in alcuni punti ho trovato la lettura un po’ pesante ma mai ho pensato di mollarlo, mi prendeva molto l’argomento , in fondo dello Scia di Persia sapevo solo che aveva ripudiato la bellissima Soraya perché non poteva avere figli, interessante invece è stato conoscere la vita e le idee politiche di quest’uomo e di quelli che come lui hanno pensato solo alla ricchezza dello stato senza pensare invece a quella della popolazione.
Una lettura edificante che mi sento di consigliare.


P.S Grazie marcello che lo hai recensito, mi hai invogliato a leggerlo, stazionava nella mia libreria da più di un anno ormai.

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Il sussurro della montagna proibita 2011-10-30 16:58:51 barch76
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barch76 Opinione inserita da barch76    30 Ottobre, 2011
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Il sangue nero

Eskandar bambino è stato il primo a veder sgorgare il petrolio nel suo paese,avrebbe vissuto un secolo per capire e raccontare quanto quel liquido nero e pestilenziale valesse più della vita e della dignità del suo popolo. Il vissuto di Eskandar- agkha è stato un susseguirsi di lutti,violenza,rovina,lotte,in cui egli stesso ha combattuto,ma non con kalashnikov o esplosivi,ma con la cronaca,i racconti dei tempi che furono,con la fotografia,con l’informazione,l’arma più potente. Quella stessa informazione che le potenze occidentali,Inghilterra prima,e Stati Uniti poi,hanno utilizzato per destabilizzare il popolo Iraniano, per lavarsi la coscienza degli intrighi e le guerre che hanno occultamente fomentato per il controllo dei diabolici pozzi neri. Dietro la facciata di portatori di democrazia,hanno seminato morte e terrore,con un unico scopo,il profitto .Insomma questa è la storia del 900 Iraniano,la storia di tutti quei paesi mediorientali che hanno avuto la disgrazia di avere nelle loro viscere il carburante delle civiltà occidentali,una storia drammatica che corre parallela a quella ufficiale,vista dalla prospettiva straziante del popolo inerme ,un forte stimolo di riflessione per cercare di comprendere dove si celi realmente il bene ed il male,dove nasca la vera matrice delle tirannie, del terrorismo e dei conflitti. Per non credere più a quella meschina menzogna che esistono guerre attuate con lo scopo di esportare la democrazia,e la libertà.

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Il cacciatore di aquiloni,mille splendidi soli,letteratura mediorientale.
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