Il suono della montagna
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Sensibilità giapponese
Questo libro mostra un gusto e una sensibilità molto diverse da quelle occidentali. Ci sono pagine in cui Shingo, l'anziano protagonista, discute con altri personaggi sulla potatura delle piante, dei fiori, sulle abitudini del cane Teru o del serpente "generale verde" di casa. In altre pagine si preoccupa, a 60 anni suonati, del colore e della quantità dei suoi capelli e del tipo di morte dei suoi compagni di scuola ( ogni tanto ne muore uno). Un autore europeo non si sognerebbe nemmeno di immaginare certe descrizioni. Invece è molto bella la delicatezza nei rapporti umani, come in quello tra Shingo e la segretaria Eiko e soprattutto tra Shingo e la nuora Kikuko. In un certo senso il romanzo potrebbe essere visto come una specie di "Danno" giapponese solo che il rapporto tra i due è platonico e soprattutto affettivo, così bello e delicato che è davvero difficile trovarci del torbido. E' un rapporto di tenerezza in cui un eccesso di delicatezza e di vivisezione dei pensieri porta il protagonista a trovarci qualcosa forse di inopportuno. Ma a me non pare. Certo che i giapponesi hanno un culto della bellezza ancora più estremo di quello occidentale e leggendo queste pagine si ha la sensazione che una donna brutta giapponese sia davvero tagliata fuori dal mondo, affetti compresi. Curioso sentire un padre che si augura di avere una figlia bella e non magari intelligente o sensibile. Per la moglie brutta e intelligente Shingo spreca pochi elogi. Attraversa il romanzo come se non esistesse veramente nel suo cuore.
Indicazioni utili
YAMA NO OTO
Cronaca di una famiglia giapponese in un periodo in cui la tradizione e' ancora forte ma l'influenza occidentale inizia ad insediarsi nei costumi , il racconto narra della vita di Shingo, ultrasessantenne capostipite del gruppo di congiunti.
Il romanzo si svolge tra le mura domestiche, nella quotidianita' dei gesti, nei piccoli e grandi problemi della vita comune di un nucleo molto caratteristico. Sotto lo stesso tetto convivono il capofamiglia Shingo e la moglie, il figlio Schuichi con la rispettiva consorte - vittima taciturna della relazione galeotta del coniuge- e la figlia Fusako con le sue bimbe, rifugiatasi sotto il tetto paterno a causa del divorzio col marito.
Tra i piu' famosi romanzi del nobel Kawabata, IL SUONO DELLA MONTAGNA e' tra i suoi titoli quello che mi e' meno piaciuto, per il momento. Amo infatti i suoi lavori piu' brevi, sul lungo ( 286 pagine di Kawabata sono da considerarsi "lungo" , fidatevi ) salvo ci siano elementi particolarmente intriganti, il libro implica una lettura parecchio lenta. La semplicita' di scrittura e' evidente, il problema a mio avviso sta nel ritmo. Si tratta di periodi che necessitano di attenzione, diversamente e' facile perdere il filo del discorso.
Fondamentale con questo autore individuare una chiave di lettura, per me il meccanismo sta nell' affrontare i suoi lavori come sfogliando un album di incantevoli fotografie seduti su una sedia abbastanza rigida, piu' che appollaiandosi comodamente davanti allo scorrere di un film.
Ecco allora la bellezza di Kawabata : immagini.
Come una cartolina che raffigura cicale su un albero di ciliegio, il cui frinire concilia il nostro sonno.
Come un vassoio con una brocca, accanto ad essa un giglio nero per la cerimonia del tè.
Come una barca ricavata da un tronco d'albero, su di essa tre semenze di loto, vecchie duemila anni.
Come i suoni della natura: il riccio di castagna che cade a terra o il fragoroso suono della montagna.
Non e' esattamente una passeggiata, ma ha i suoi cantucci di bellezza.
Buona lettura.