Narrativa straniera Romanzi Il signor parroco ha dato di matto
 

Il signor parroco ha dato di matto Il signor parroco ha dato di matto

Il signor parroco ha dato di matto

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In una parrocchia come tante, in cui le cose non funzionano più bene, la gente è poca e gli operatori pastorali litigano per sciocchezze, ecco che il parroco richiama tutti ai valori da conservare, la confessione in primis; proprio mentre fa questo, però, si accorge che alla sua comunità cristiana, di Cristo, della liturgia, dei sacramenti... non importa più nulla. Da qui la sua crisi: per che cosa ha fatto il prete? Per questa gente che litiga sulla posizione dei vasi di fiori davanti all'altare della Madonna e non si accorge del mondo che le sta attorno e tanto meno del vangelo? Don Beniamino decide che ne ha piene le scatole e, semplicemente, se ne va. Senza il parroco, però, per la prima volta da molto tempo, la gente comincia a riflettere e a interrogarsi, prima su di lui (dove è finito? E scappato con una donna? E impazzito? E morto?) e poi sulla propria comunità. Il parroco viene infine rintracciato, tra vere e proprie situazioni umoristiche che fanno pensare inevitabilmente alla saga di don Camillo: qui non c'è il comunismo popolare a fare da contraltare, ma la difficoltà, che è di tutte le comunità contemporanee, a rintracciare il senso della vita cristiana insieme e, contemporaneamente, una profonda riflessione sul ruolo del sacerdote. Un libro in cui i preti ritroveranno molte immagini dei loro parrocchiani, e i parrocchiani molti meccanismi del loro difficile vivere insieme della fatica di dover accogliere i preti. Il tutto senza mai smettere di sorridere e, qualche volta, di ridere davvero.



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Il signor parroco ha dato di matto 2018-02-24 09:16:57 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    24 Febbraio, 2018
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La vita in parrocchia

Jean Mercier per le Edizioni san Paolo pubblica Il signor parroco ha dato di matto. Un giornalista d’informazione religiosa del settimanale cristiano francese “La Vie” che offre una lettura un po’ romanzata della vita difficile di una comunità parrocchiale. Una narrazione asciutta, piacevole, con tonalità ilari ed umoristiche, guida il lettore in una storia di una fuga. In un contesto di crisi vocazionali, don Beniamino Bucquoy cerca di salvare le anime che gli sono state affidate, ma ha difficoltà a dialogare con il suo vescovo, impegnato in un gioco di equilibri con le autorità civili, amareggiato dalle tensioni ideologiche tra i laici, geloso verso il giovane confratello al quale il vescovo ha dato il posto a cui lui aspirava, stremato dai litigi delle donne per gli addobbi floreali in chiesa. Le petizioni dei facinorosi contro di lui perché parla di sacramenti e confessioni, le declamazioni della supercatechista saccente, la consapevolezza che i reazionari vedono solo complotti islamici ovunque, mentre i rivoluzionari vedono solo “cose” da buttare, insomma, la difficoltà di una impossibile mediazione, lo induce alla fuga. Non ne posso più, preferisco sparire! Il parroco fugge con il suo breviario, mentre i mass media elaborano le teorie più folli. Vorrei essere parroco in n modo diverso altrimenti si rischia di cadere in una sorta di attivismo nel quale si dimentica il motivo per cui il prete è lì: per testimoniare il Cristo e la sua presenza in mezzo agli uomini… Colpi di scena richiamano il don Camillo di Guareschi e anche le atmosfere di Bernanos. L’assenza del parroco, dopo lo sbigottimento, favorisce guarigioni nei rapporti umani e dentro l’anima delle persone. E’ bastata una settimana per cambiare faccia alla cittadina. La reclusione volontaria, che risente di dati storici medievali, spinge i parrocchiani, una volta individuato il luogo della prigione del parroco, a confessioni presso di lui. La fila dei penitenti cresce. Don Beniamino guarisce dal dubbio di aver sbagliato, comprende il miracolo dell’ascolto e della comprensione.

Con l’ironia di una ricerca coinvolgente, vengono suscitati interrogativi appassionati e appassionanti, alcuni sacerdoti ritroveranno immagini dei loro parrocchiani e molti dei meccanismi della faticosa accoglienza dei preti. Una lettura di attualità umoristica e leggera

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