Il signor Cardinaud
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Recensione della Redazione QLibri
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La via crucis del marito tradito
Il signor Cardinaud è un libro interessante come argomento e come punto di vista. Un marito abbandonato dalla moglie con due bambini piccoli decide di rintracciarla e di riportarla a casa. La donna tra l’altro sparisce senza un biglietto di spiegazione con i soldi del mutuo, lasciandolo nei guai con il pagamento, con l’organizzazione della casa e costringendolo a chiedere notizie in giro facendoci la figura del fesso. Il fatto di dover chiedere prestiti, ferie, di subire gli sguardi curiosi e le battute della gente sono visti come una sua via crucis personale. Il punto di vista è interessante, come è interessante il suo desiderio di riprendere la moglie senza rancore e senza nemmeno desiderio di vendetta. Però ho trovato la scrittura troppo povera.
Il protagonista non suscita particolare simpatia. Il rapporto con la moglie ha delle ombre. Il suo amore per lei sembra come quello che uno può avere per un soprammobile che vuole assolutamente avere in casa costi quel che costi. Ma non ci vedo comprensione, anzi ci vedo la volontà di non comprendere e di non parlare per non sapere e per evitare di guardare le cose in faccia dando loro un nome. Perciò il rapporto con la donna è fatto di silenzi e di abitudini, di cibo preparato in un certo modo, di bambini educati in un certo modo.
Mi sarebbe piaciuto che l’autore indagasse più a fondo sulla psicologia di lui e di lei e sul loro matrimonio. La figura di lei è inanimata, pare un oggetto sia per il marito che per l’amante e anche per il lettore, priva di volontà e di sentimenti nei confronti dei figli, del marito e dell’amante: una figura grigia, vuota come una bambola. E poi l’amante mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio. Troppo facile dire che è il peggiore uomo del mondo. La lotta tra il bene e il male ha qualcosa che non va quando il male è tutto da una parte e il bene solo dall’altra. Insomma, Simenon è un autore dallo stile cristallino, netto, efficace, sintetico. Ma, la lettura di questo scrittore di gialli, mi ha lasciato tante curiosità insoddisfatte, per cui mi è sembrato di avere letto un giallo senza una soluzione. Credo che l’autore per le sue caratteristiche sia più tagliato per il romanzo di genere.
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Hubert
Tutto ha inizio una domenica mattina come tante. Hubert Cardinaud sta tornando dalla messa come ogni settimana con il piccolo Jean e già sta pregustando il momento in cui si riunirà alla moglie Marthe e alla neonata Denise che lo attendono a casa. Eppure, sin dal primo istante in cui varca la soglia dell’abitazione si rende conto che qualcosa non va. L’arrosto nel forno è bruciato, l’appartamento è completamente vuoto, le finestre sono inspiegabilmente aperte: della donna non vi è traccia e nemmeno della bambina. Tuttavia, se la bimba viene riportata al padre dai vicini poco dopo, della madre non vi è traccia. Ben presto i sospetti diventano realtà; se ne è andata. Ma perché? A complicare ulteriormente le cose un’altra presa di consapevolezza e cioè il fatto che questa, nel suo gesto di abbandono, si è portata via anche il denaro necessario a pagare l’imminente cambiale in scadenza per il quindici del mese e cioè due giorni dopo. Eh sì, perché Cardinaud ha comprato una casa in cui trasferirsi con la famiglia, una casa progettata appositamente per le loro esigenze e già pagata per i ¾! Che fare? Come comportarsi? Lo sconforto, lo sconcerto, la disperazione, il pianto. Nessuno deve accorgersi di quanto accaduto, di fatto tutti nell’arco di tempo di due giorni sanno tutto e molto più del signor Cardinaud. L’unico nella sua famiglia e tra i suoi fratelli a esser appellato signor! L’uomo che in tanti anni si è guadagnato la stima del suo datore di lavoro, l’uomo che non ha debiti e che non ha vizi, l’uomo la cui condotta è irreprensibile, è adesso sbeffeggiato da quel “cornuto”. La congiunta sembra essere fuggita con un altro uomo, averlo tradito e pubblicamente. Ma lui non si arrende, non può arrendersi a quel soprannome che lo marchia come la peste, la ritroverà! Così è deciso! Punto.
Da questi brevi assunti ha inizio l’opera a firma Georges Simenon, un titolo che nella sua brevità ci porta ad analizzare la psiche dei due personaggi in modo diverso. Da un lato abbiamo una figura maschile dedita alla forma,all'amore e alla moralità che non accetta che l’equilibrio faticosamente costruito vada distrutto con tutto quel che ne consegue, dall’altro abbiamo una figura femminile statica che per buona parte dell’opera non compare ma la cui psicologia è intuibile proprio dalla sua assenza e anche e non di meno da quell’epilogo che lascia un retrogusto amaro nel lettore.
Un Simenon diverso dal solito che si concentra sull’analisi psicologica ma che lascia qualche perplessità.