Il sapore dei semi di mela
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Opinioni inserite: 4
Si poteva fare di meglio
Mi è piaciuta tanto l'atmosfera, le descrizioni della casa e dell'estate. All'inizio ho apprezzato molto la narrazione "in pillole" dove in pochi paragrafi venivano raccontati anni interi. La guerra, l'infanzia dei personaggi, le loro relazioni... All'inizio, perché andando avanti mi sono accorta che diventavano più fastidiose che piacevoli, nonostante io sia una di quelle lettrici che apprezza la sintesi quando si devono raccontare eventi di un passato lontano. Ho accettato il patto narrativo e quando ho letto di ribes che cambiano colore e meli che fioriscono fuori stagione non mi sono lamentata, soprattutto perché la maggior parte dei fatti sono stati raccontati alla narratrice che a sua volta li riporta al lettore. Quindi brevità e imprecisioni sono accettabili. Però le vicende vissute in prima persona dalla protagonista potevano venire spiegate meglio, l'autrice poteva anche "sprecare" qualche pagina in più per fare chiarezza su molte cose.
Tuttavia è un libro che mi sento di consigliare, è carino, rilassante e si legge in un soffio.
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Mele saporite e trama insipida
Anche per i libri una bella confezione non è sempre indicativa anche di un contenuto all'altezza. Mi è piaciuta la scelta dell'autrice di affidarsi molto al potere evocativo dei sapori e degli odori. Sapori di mele, di terra ed odori di alimenti e di vecchi vestiti usciti dopo anni dalle cassepanche che li conservano. Mi sono immersa in questo aspetto lasciando in secondo piano la trama. In effetti quella l'ho trovata a tratti eccessiva: forse concentrare un numero così elevato di personaggi a dir poco disagiati in poco più di 200 pagine è un azzardo. Le storie d'amore di queste donne sono al limite della soap opera e decisamente di competenza di un pubblico ministero i comportamnte dei due insegnnati presenti nel libro.
Ho trovato piuttosto ingenue e mi hanno fatto sorridere i prodigi botanici legati a vicende felici e infauste di queste donne. Alcune coincidenze sono troppo coincideti per essere credibili e qualche spiegazione non abbastanza esauriente.
Infine il finale: di un'ovvietà sconcertante.
Comunque non mi sento di sconsigliare questo libro: basta non pretendere di trovare una trama particolarmente accattivante e concentrarsi sull'abilità con cui vengono descritti sapori, odori e sentimenti.
Dopotuto questo libro mi ha causato parecchie reazioni e non mi succede con tutti quelli che leggo.
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IL TROPPO STROPPIA
Di tutto mi aspettavo tranne che un eccesso così schiacciante di negatività, concentrato in 204 pagine che non è azzardato affermare vadano lette tenendo medio e indice ben intrecciati a far scongiuri... Mamma mia, c'è veramente di tutto: l'alcolizzata, la demente, quella che dà la scossa, quella che diventa santona... e poi non voglio anticipare nulla ma sappiate che non finisce qui! In mezzo al tutto, qua e là, qualche tratto forzatamente comico e apparentemente imprevedibile. Dico "apparentemente", perché è ampiamente intuibile quello che poi succederà. E comunque descrizioni aggraziate e atmosfere nostalgiche non riescono a cammuffare l'aria stantia di una storia tragica che si sarebbe potuta raccontare in tre, dico tre pagine. Una gran delusione, perché mi aspettavo un bel romanzo sulla natura e su storie sentimentali, non patologiche. Invece.... perfino nell'epilogo ci potrebbe scappare una disgrazia.......
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".....ricordare era un modo per dimenticare."
"Il corpo di Rosmarie si era rotto prima di potersi trasformare completamente. Le ragazze erano libellule, che passavano mesi e mesi in acqua, mangiando e compiendo diverse mute, finchè un bel giorno, terminata la crescita, si arrampicano su una pianta per completare la metamorfosi e spiccare il volo. Anche Rosmarie aveva provato a volare. Ma non ci era riuscita."
Un libro corto ed intenso dove ci viene trasmesso il dolore per una perdita improvvisa, causata da un incidente banale, che ci fa sentire non completamente felici per il resto della vita...un dolore che abbiamo dentro di noi, radicato e profondo, i sensi di colpa che condividiamo con chi ha diviso l'amicizia e l'amore per la persona che non c'è più, mai cresciuta e mai diventata adulta.
Un libro che fa riflettere dolce, delicato e pieno di richiami agli odori della nostra infanzia nei giardini dove si giocava, si raccontavano i nostri problemi e i nostri grandi segreti!
Con grande amore la scrittrice affronta il problema della demenza senile!