Narrativa straniera Romanzi Il risveglio della signorina Prim
 

Il risveglio della signorina Prim Il risveglio della signorina Prim

Il risveglio della signorina Prim

Letteratura straniera

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Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant'Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella. Proprio a Sant'Ireneo approda la signorina Prim. Spinta dal desiderio di scappare dalle interminabili giornate tutte uguali, dopo aver letto sul giornale l'annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un "gentiluomo", si è convinta che l'occasione per cambiare passo sia arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale, si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale.



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Il risveglio della signorina Prim 2014-11-30 15:55:19 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    30 Novembre, 2014
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Vivere a Sant' Ireneo

Quest'anno un'autrice spagnola di nome Natalia Sanmartin Fenollera ha esordito con il romanzo dal titolo “Il risveglio della signorina Prim”.
Titolo stravagante ed emblematico, cover coloratissima, per un romanzo che sembra seguire il sentiero della fiaba con affacci sul mondo reale.
Romanzo ibrido quindi, dal costrutto che non brilla per originalità anche se l'impegno dell'autrice è da riconoscersi.
Da subito si percepisce un clima etereo, magico, fuori dai ritmi e dai canoni di una reale vita quotidiana.
Il lettore si trova catapultato nel raggio di pochissime pagine, all'interno di una fantasiosa comunità di uomini e donne ritiratisi volontariamente dalla frenetica vita cittadina.
Sembra di immaginare stradine di zucchero e case calde dove le cucine sfornano cibi genuini e torte soffici, dove i bimbi vengono istruiti in casa attraverso la riscoperta dei più grandi autori della letteratura latina e greca.
Il romanzo è attraversato da una vena filosofica che l'autrice, forse per inesperienza, non riesce a gestire nel migliore dei modi, giungendo a tratteggiare disquisizioni che poi evaporano come gocce sotto il solleone.
Alcuni temi messi sulla labbra dei protagonisti sono interessanti, ossia le differenti visioni della vita, il raggiungimento delle aspirazioni personali, la cura e l'attenzione verso il prossimo; peccato che la tematica morale e filosofica risulti annacquata e priva di approfondimento.

Al primissimo impatto il romanzo potrebbe sembrare accostabile all'opera partorita dalla Barbery in “L'eleganza del riccio”, ma nel corso della narrazione appare chiara la diversa caratura ed il differente costrutto.
Occorre augurarsi che la penna dell'autrice riesca a irrobustirsi sotto il profilo del contenuto, cimentandosi in uno scritto meno acerbo del presente.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, si tratta di un genere letterario tutt'altro che semplice; il rischio di scivolare nel banale e nello scontato è elevato; oltre al fatto che il campo morale-filosofico-sociologico è sempre un terreno fragile e melmoso su cui camminare.

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Il risveglio della signorina Prim 2014-11-27 15:44:28 Mara
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Opinione inserita da Mara    27 Novembre, 2014

"L'apparenza inganna"...quasi sempre

Non posso che condividere alcune delle recensioni presenti qua e là sul web, in particolar modo per quel che concerne la sinossi del libro contenuta nel risvolto della sovraccoperta e i commenti in quarta di copertina, a mio parere, tutti alquanto fuorvianti.
E lo sono nella misura in cui tratteggiano la storia abilmente narrata dalla Fenollera come “avvolgente”, “calda”, lettura cui accostarsi a cuor leggero, con la mente sgombra…insomma, come una storia semplice e bella da assaporare apprezzando il contesto rilassante e un po’ fuori dal tempo in cui è ambientata…
Beh, l’opera prima della scrittrice spagnola non ha niente a che vedere con tale descrizione, o meglio, non è solo questo.
Al lettore attento e con un po’ di esperienza, infatti, non possono sfuggire alcuni elementi chiave che, pur non sufficienti a far rientrare l’opera nella categoria del “romanzo filosofico”, non consentono tuttavia di considerarlo completamente estraneo al genere.
I contenuti dei ritmati dialoghi tra l’uomo dello scranno e Prudencia, ad esempio, le profonde riflessioni che gli stessi stimolano, lo sforzo di coglierne il senso ultimo a volte non così evidente sono propri di ciò che definiamo un “meta romanzo”, in cui è il lettore il vero interlocutore e i protagonisti (nel nostro caso, l’uomo dello scranno e la signorina Prim) ne rappresentano semplicemente la voce, il pensiero e ne manifestano i possibili dubbi. Inevitabile citare a tal proposito “Il mondo di Sofia” di J. Gaarder… seppur più legato all’approfondimento della filosofia e della storia del pensiero filosofico, la forma letteraria del meta romanzo ha anche qui consentito all’autore, attraverso l’espediente delle dissertazioni di Sofia e Alberto, di parlare al lettore e di immaginarne le possibile reazioni/azioni a fronte di alcune rivelazioni/scoperte.
L’esordiente Natalia si rivela dunque una scrittrice affatto ingenua, anzi piuttosto raffinata, esperta e soprattutto con un importante bagaglio culturale, di studi e letture, che traspare da ogni riga, ma che dico, ogni parola del suo romanzo.
Non sono abituata e non amo in genere accanirmi nella ricerca di citazioni letterarie più o meno dotte quando mi accingo a leggere un nuovo libro, tutt’altro. Soprattutto se mi trovo di fronte a un’opera prima, mi piace lasciarmi andare, godere del piacere della lettura, imparare a capire qualcosa dell’autore attraverso di essa, senza avere ovviamente la pretesa di conoscerlo una volta giunta alla fine, ma con la certezza di saperne un po’ di più. Ed è anche il motivo per cui evito di leggere recensioni autorevoli e non a priori.
Nel caso di specie, tuttavia, sono state le citazioni dotte a cercarmi, anzi a rincorrermi oserei dire…man mano che procedevo nella lettura, pagina dopo pagina, sentivo forti e chiari richiami a opere già note…
Partiamo con i luoghi del romanzo…
Innanzitutto il “non luogo” in cui la storia trova ambientazione, il paesino di Sant’Ireneo di Arnois, sospeso fuori dal tempo, lontano dal rumore del mondo, rifugio di chi è alla ricerca dell’autenticità dei rapporti umani, del rapporto con la natura, dell’educazione alla cultura. “A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande”, suggerisce Stefànsson in “Luce d’estate ed è subito notte”, uno dei romanzi più rappresentativi della letteratura nord-europea contemporanea. E non pochi sono i tratti comuni al piccolo borgo islandese e alla sua comunità, così ben raccontata dal succitato autore, e a Sant’Ireneo e ai suoi abitanti.
E ancora Norcia, il borgo italiano che ospita una Prudencia turista, licenziatasi dal suo posto di bibliotecaria nella dimora dell’uomo dello scranno, decisa a trascorrere alcuni mesi nella penisola, ma indirizzata dalla vecchia Lulù verso una lunga permanenza nel borgo umbro. Tra una delizia enogastronomica e l’altra, tra un paesaggio suggestivo e una chiacchierata nella piazza principale, la “donna” Prudencia matura e comprende…e non possiamo non ritrovare in lei alcuni tratti della cara Elizabeth di “Mangia, prega,ama – Una donna cerca la felicità”(E. Gilbert), in viaggio tra Roma e Napoli ingrassando 12 kg. Così come le parole della 95enne Lulù prima di lasciar andare la signorina Prim non possono non richiamarci quelle del vecchio sciamano balinese Ketut che invita Liz a “perdere l’equilibrio per amare” che, a volte, è proprio “parte di una vita equilibrata”.
Passiamo ora ai protagonisti tratteggiati dalla Fenollera…
Ciascuno di essi meriterebbe una trattazione approfondita, proprio perché le loro personalità sono talmente diverse e deliziosamente rappresentative della complessità umana, che è difficile descriverle con solo qualche aggettivo.
Mi soffermo tuttavia sul protagonista indiscusso accanto a Prudencia… l’uomo dello scranno. La prima immagine venutami alla mente quando ho iniziato a leggere di questo personaggio confesso essere stata quella dell’”uomo d’affari” sull’asteroide B328 ne “Il piccolo principe” di Antoine Saint-Exupery. Personaggio di cui, in effetti, l’uomo dello scranno rappresenta la perfetta antitesi a voler esser onesti. Il primo “signore grande e grosso”, seduto alla scrivania con una sigaretta in bocca che non ha neanche il tempo di accendere tanto è impegnato a “contare le stelle”, che dice di possedere, su un foglio da depositare in banca. Un adulto arido, quindi, e convinto di poter “contare le stelle” come fossero denari, a fronte di un’anima grande e illuminata come quella del nostro uomo senza nome che, invece, non solo si prende cura delle sue “stelle” – i “suoi” bambini – divenendo per loro strumento vivo di cui servirsi per conoscere il mondo, coltivandole e proteggendole, come il piccolo principe fa con la sua rosa, ma che lo fa nel rispetto assoluto della loro individualità, della verità e della bellezza, scevro da pregiudizi e contaminazioni di sorta.
Mi piace pensare che l’autrice, scegliendo la perifrasi “uomo dello scranno” per definire il suo personaggio, abbia volutamente stuzzicato e messo alla prova la preparazione del lettore, come fa d’altra parte nel corso di tutto il romanzo con riferimenti alla letteratura antica, latina e greca, alla storia dell’arte e così via, suggerendogli un “volo pindarico, ma non troppo” nel proprio background.
Alla luce di quanto sin qui detto, il romanzo risulta a mio parere piacevole sì, anche accattivante, ma non “leggero” questo è certo. Innegabile tuttavia la presenza di “forzature” qua e là, quali ad esempio l’insistenza sul senso di ospitalità degli abitanti di S. Ireneo, quasi poco credibile a tratti nelle modalità; o ancora, il soggiorno prolungato di Prudencia in Italia che lascerebbe presupporre un tenore di vita molto elevato per la nostra semplice bibliotecaria ex-impiegata d’ufficio.

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Il mondo di Sofia di J. Gaarder
Il piccolo principe di A. Saint-Exupery
Mangia prega ama di E. Gilbert
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Il risveglio della signorina Prim 2014-05-08 12:20:45 Foschia75
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Foschia75 Opinione inserita da Foschia75    08 Mag, 2014
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Un romanzo fuori dal vorticoso quotidiano...

Per poter guardare dentro se stessi, al giorno d'oggi sarebbe davvero necessario allontanarsi dalla freneticità della nostra società, scendere dalla giostra impazzita e finire in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato a cento anni prima. Dove una piccola comunità ha scelto di isolarsi per riappropiarsi della giusta prospettiva con la quale guardare ai sentimenti e ai rapporti col prossimo. Attraverso gli occhi e le sensazioni della Signorina Prim, avremo la possibilità di cercare quella parte intima che inesorabilmente stiamo perdendo. L'autrice è stata davvero brava a creare una sorta di indeterminazione temporale, così da non avere troppa differenza tra l'esterno e l'interno della comunità di Sant' Ireneo. La signorina Prudencia Prim risponde ad un annuncio di lavoro che la porta a cambiare radicalmente vita, catapultandola in una società rigidamente organizzata che ha scelto di rendersi indipendente a tutti i livelli, e condurre una vita semplice ma ricca di cultura e rapporti interpersonali (primo fra tutti l'ospitalità a qualsiasi ora).

Prudencia non farà una gran fatica ad ambientarsi in questo nuovo "microclima umano", perchè in fuga da una condizione divenuta fin troppo stretta. Lentamente, settimana dopo settimana, diventerà parte integrante di questa bizzarra comunità, che nonostante la chiusura verso l'esterno, accoglierà la giovane donna con una naturalezza e una umanità inaspettate. La signorina Prim lavorerà come bibliotecaria presso un uomo facoltoso, definito dalla voce narrante, l'uomo dello scranno (nome davvero azzeccato per descrivere l'altezza dalla quale elargisce perle di saggezza), che eserciterà fin da subito sulla protagonista, un certo fascino con i suoi modi di fare scostanti e bizzarri. La signorina Prim, è una donna alla ricerca di qualcosa di indefinito, che la spinge a rimanere inizialmente rigida nelle proprie posizioni, per poi via via subire una metamorfosi lenta ma inesorabile, fino al giorno del suo "risveglio" dove, colta da illuminazione repentina, finalmente avrà chiara la sua scelta... ma a quel punto il romanzo sarà finito, e in cuor mio spero in un sequel, perchè le cose sospese tra l'uomo dello scranno e la sua bibliotecaria sono davvero tante.

La forza del romanzo sta proprio nel continuo errare del lettore, tra un dialogo e l'altro, senza mai riuscire ad afferrare totalmente il nucleo dello scambio tra i due protagonisti, proprio come accade alla signorina Prim, che per tutta la narrazione avrà la sensazione di non riuscire ad afferrare qualcosa di indefinito, soprattutto ogni qualvolta disquisisce con il suo affascinante quanto irragiungibile principale. Proprio la differenza di pensiero tra i due, porterà la signorina Prim a chiedersi cosa vuole dalla vita, cosa sta cercando e se l'essere così diversi possa rendere impossibile e incompatibile l'evolversi di un sentimento che potrebbe essere amore. Una impettita signorina Bennet, contro un sussiegoso colto Mr.Darcy illuminato (o accecato?) dal sapere, una attraente guerra a suon di letteratura, filosofia e spiritualità. Chi ne uscirà vincitore.... se non l'amore?
Circondati da personaggi senza i quali l'atmosfera non sarebbe la stessa, i due protagonisti renderanno meno noiose le giornate degli abitanti di Sant'Ireneo, che sanno tutto di tutti in tempo reale, ma che umanamente elergiscono consigli mai inoportuni, per aiutare la signorina Prim nel suo viaggio interiore. Loro sanno cosa la giovane sta cercando, ma sono consapevoli che dovrà trovare da sola le sue risposte, loro possono solo offrirle una tazza di tè, un camino acceso e orecchie per ascoltare.

Il finale è tutto fuorché scontato, ma lascia il lettore con una fastidiosa nostalgia di Sant'Ireneo e dei suoi personaggi. Chissà se l'autrice ha intenzione di farci tornare ancora indietro nel tempo, e farci assistere agli irresistibili dialoghi tra l'uomo dello scranno e la sua bibliotecaria.

Un romanzo consigliato a chi vuole leggere qualcosa di diverso, impegnato, e a chi ha voglia di scoprire due irresistibili personaggi sulla falsa riga di Mr.Darcy ed Elizabeth Bennet

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