Narrativa straniera Romanzi Il quaderno di Maya
 

Il quaderno di Maya Il quaderno di Maya

Il quaderno di Maya

Letteratura straniera

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Maya Vidal, l’adolescente protagonista del nuovo romanzo di Isabel Allende, caduta nel circuito dell’alcol e della droga riesce a riemergere dai bassifondi di Las Vegas e in fuga da spacciatori e agenti dell’Fbi approda nell'incontaminato arcipelago di Chiloé, nel sud del Cile. Amori difficili, frammenti di storia cilena ancora carichi di sofferenza, famiglie disgregate, disagio giovanile, marginalità e degrado trovano come contraltare il valore delle tradizioni locali, il rispetto per l’ambiente e un modello di vita comunitaria nell'affermazione del valore della diversità e del rispetto reciproco.



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Il quaderno di Maya 2019-04-10 21:54:46 levante
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levante Opinione inserita da levante    10 Aprile, 2019
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Arcipelago Maya

Maya Vidal sedicenne di Berkeley, senza precedenti penali, finisce in una struttura di recupero sociale, in alternativa alla reclusione in un carcere minorile, per aver causato di notte al ritorno da un rave un incidente stradale: l'autista del veicolo coinvolto rimane gravemente colpito da una emorragia cerebrale. Lei, rigurgitante di alcool e droghe di vario tipo, è a bordo di una bicicletta senza freni, e senza luci.

"Nel collegio in Oregon mi tennero prigioniera fino all'inizio di giugno del 2008, con altri 56 giovani ribelli, tossicodipendenti, suicidi, anoressici,bipolari, espulsi dalle scuole e che semplicemente non potevano stare da nessuna altra parte. Mi proposi di sabotare qualsiasi tentativo di redenzione......".

Ma nonostante i tredici mesi di permanenza nel Programma di riabilitazione i cui principi fondanti sono " Chi sei, che cosa desideri fare della tua vita e come pensi di riuscirci?" fugge dalla struttura e va incontro ad esperienze di notevole degrado personale: abusi, prostituzione, spaccio di droga e quantaltro. Perchè fa e sceglie di essere una reietta? Perchè la figura di riferimento piu' importante e che più le ha dimostrato amore, suo nonno, ha deciso di ritirarsi dal mondo proprio ora che stava diventando grande? Perchè sua madre l'ha abbandonata in fasce e suo padre l'ha parcheggiata per anni dai nonni? O perchè il potere della libertà e la convinzione dell'infallibilità bruciano talvolta gli adolescenti nell'inconsapevolezza più totale?

Non basta la presenza di Nidia, sua nonna, persona di gran carattere, ribelle anch' essa ma di diverso segno e fuggita dalla dittatura cilena, ad arginare il rabbioso masochismo dell' adolescente.

Quale ne sia la causa, Maya, prende una decisione su stessa, si sente un essere abbandonato e non amato; si ribella in modo distruttivo infliggendosi, subendo e commettendo azioni atroci.

Il quaderno scritto da Maya si articola su due piani paralleli fino alla sua conclusione, descrive i suoi familiari e le circostanze che ne definiscono chiaramente i profili, per poi dettagliare quindi il bilancio di tre anni intensi e terribili di vita, la descrizione del suo inferno e la fuoriuscita da esso, di sè adolescente che sfugge ad ogni controllo familiare e sociale da Berkeley, all'Oregon a Las Vegas; del suo approdo nel Sud del mondo per rimanere incolume e per ritrovarsi, senza poter evitare di vedere la profondità dei suoi demoni interiori. Frugando tra i nuovi cieli e gli immensi orizzonti di una terra antica, mistica, sconosciuta e ricca di mitologia impara a condurre una vita rurale e a lasciarsi contaminare da atmosfere intrise di mistero e magia. Chiloè, arcipelago nel Sud del Cile rappresenta per Maya il suo esilio, luogo di purificazione e di rinascita. In questo luogo si immerge nella vita della comunità locale e ne diventa parte attiva apprendendone abitudini e cultura, è l'inizio di un nuovo viaggio nel quale scoprirà persone ma anche fatti importanti ed inaspettati collegati alla sua famiglia di origine.

Un romanzo ricco di contrasti ed atmosfere diverse (e questo è un pregio del libro), quasi un genere pulp per i contenuti forti e crudi, per le esistenze estreme come quella del ragazzino Freddy. Coinvolgente la narrazione continua presente/passato. Tra i tantissimi personaggi che popolano il diario ve ne sono alcuni convincenti come l'irlandese Mike O' Kelly paladino irriducibile dei diseredati, Manuel Arias antropologo che accoglie Maya a Chiloè, l'astuto ufficiale Arana con un grande piano da realizzare, Olympia Pettiford curatrice di ferite fisiche e dell'anima e la sua compagnia le Vedove per Gesù. Meno convincenti il ragazzino Freddy (quando il troppo storpia o fa troppo male da accettare pur trattandosi di invenzione!), Brandon Leeman anche lui con un grande piano, ma evidentemente disperato se dall'incontro fortuito con l'adolescente Maya dipende il suo lavoro di pusher e di falsario. e che dire di Lionel Schnake di idee reazionarie ma benevolo e accogliente con gli esiliati della dittattura?

Una Allende diversa, impegnata nel raccontare scenari urbani e moderni estremamente negativi, non tutto lo sviluppo della storia e dei personaggi regge ma comunque una lettura mediamente piacevole.

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Allende, oppure a chi interessa il mondo dell'adolescenza
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Il quaderno di Maya 2017-08-25 12:23:18 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    25 Agosto, 2017
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Troppo crudo

Dall’incipit sembra un diario e la scelta stilistica di raccontarlo in prima persona, già avvicina il lettore alla storia. Però molto presto delude, sia per la lentezza, sia anche per le scene descritte, che ho trovato eccessivamente crude e, devo dire, anche molto assurde, al limite proprio dell’inverosimile. Il personaggio femminile protagonista è davvero eccessivamente negativo. Troppo negativo per riuscire a trovare, pur nell’intero libro, qualcosa di bello da valorizzare e ricordare. E tutto questo è molto strano, visto anche l’alto livello a cui si colloca l’autrice.

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Il quaderno di Maya 2014-03-10 18:03:03 romantica82
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romantica82 Opinione inserita da romantica82    10 Marzo, 2014
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La perdizione e la rinascita di una ragazza

“E’ inconfondibile, non c’è nessuno che assomiglia al mio Popo, né nero, né bianco, nessuno è così elegante e teatrale, con la pipa e gli occhiali dorati e il cappello Borsalino. Poi iniziò la mia deriva di droghe ed alcool, rumore e ancora più rumore, andavo in giro con la mente offuscata e non lo rividi più”.
Ecco una frase tratta da questo romanzo, che altro non è che un diario di un’adolescente, Maya, dall’infanzia segnata dalla prematura separazione dei genitori, da una madre hostess attenta unicamente a se stessa e che non vede la figlia da anni, ma anche dall’attaccamento profondo, viscerale ed autentico con il nonno, il raffinato Popo descritto come un elegante uomo dalle braccia grandi capaci di dare conforto alla bambina, e dalla nonna Nini, una vivace latinoamericana che crede che spiriti superiori sorveglino la nostra vita.
Anche Maya ritiene che per un curioso caso, se riusciamo a tenere il cuore e la mente aperti ad accoglierli, i defunti ci mantengano la mano quando più ne abbiamo bisogno e con questa frase lascia intendere che, quando il nonno è morto creando in lei un vuoto incolmabile, lo aveva scorto in posti inaspettati, con il suo cappello scuro ed il profumo inconfondibile. E poi, quando ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti, lentamente Popo è scomparso e quanto più passavano i giorni senza la sua presenza, tanto più si faceva largo nel suo cuore una congerie di sentimenti che andavano dalla rabbia, al dolore al desiderio di scomparire. E Maya realmente ha fatto di tutto per scomparire: è scappata di casa, gettando nella disperazione suo padre e la povera nonna Nini, è entrata nei bassifondi di Las Vegas facendo la pusher ed ha addirittura smesso di mangiare.
Ma poi, dopo una serie rocambolesca di episodi e, soprattutto, dopo che Popo non ce l’ha fatta proprio più a vederla denudata della propria dignità di donna e di essere umano, Maya viene riportata finalmente a casa recando dietro di sé qualcosa che la polizia non deve scoprire. Così la nonna Nini escogita che, per farla scomparire dalla vista degli sbirri che la cercano e dalle tentazioni della droga, il posto migliore sia in una lontana isola: Chiloè, un posto naturale fatto di cielo e mare e lontano anni luce dalla tecnologia infernale- a detta di Nini.
In questo arcipelago ad attenderli vi è un bizzarro amico della nonna, Manuel, uomo taciturno e schivo, che mette a disposizione la propria casa e la sua vita frugale. Qui Maya scoprirà un mondo nuovo, l’amicizia, l’amore e, addirittura, un segreto inconfessabile che riguarda la propria famiglia.
Io amo molto Isabel Allende, trovo che sia una delle voci della letteratura contemporanea più imponenti, ma questo libro non mi ha particolarmente entusiasmata.
La narrazione è veloce, l’idea del diario scritto da Maya di proprio pugno è vincente, trattandosi della storia di un’adolescente, ma mi sembra una storia dal finale troppo scontato e, soprattutto, la scrittura non è briosa, ricca di simbolismi e di caratterizzazioni, tipica della Allende, ma piuttosto stanca. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, dal punto di vista della vicenda narrata, ed una delusione quanto al racconto!

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Il quaderno di Maya 2013-09-23 15:06:06 leonard
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leonard Opinione inserita da leonard    23 Settembre, 2013
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non mi convince...

Leggere i libri di Isabel Allende è sempre bello, il suo stile semplice e diretto è imprescindibile in ogni suo romanzo, la sua "dimensione" di esiliata è spesso presente nei suoi racconti e lo è pesantemente in questo in cui ci disenga una isola delle meraviglie al largo della costa del Cile. In questo racconto la scrittrice ha utilizzato una storia coeva un po' dissonante, cosa che avendo letto quasi tutti i suoi libri non mi era mai capitato prima. Troppe sono gli elementi intorno alla protagonista che alla fine non trovano una utile collocazione nella trama; come troppe sono le circostanze che si insinuano in un racconto che non tiene alla distanza. Forse i suoi libri precedenti facevano viaggiare con l'immaginazione in una era passata mentre questo è troppo "reale".

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Il quaderno di Maya 2013-09-16 15:18:53 Valeria
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Opinione inserita da Valeria    16 Settembre, 2013

Bello ma un pò enfatizzato

Da un' infanzia dolce, piena di amore e di luce a un' adolescienza tragica (forse un pò enfatizzata), vissuta con alcol, droga e persone mal intenzionate.
Questa è la vita di Maya Vidal, una ragazza inizialmente illuminata dal suo Sole, il nonno Popo e apprezzata da sua nonna, Nini...
Quando muore il suo nonno, dopo aver passato 16 anni iniseme a lui, dopo essere stata accettata per come era, piena di difetti, Maya cade in depressione e senza l' aiuto della sua Nini, depressa anche lei, pensa di essere rimasta sola, abbandonata dalla madre e con un padre che non si è mai preso cura di lei.
Per questo si chiude in se stessa, cambia il suo atteggiamento da dolce bambina, amabile a una ragazza introversa, arrogante e molto sucettibile.
Comincia ad andare a scuola e a frequentare persone che come lei abusavano di droga e alcol.
Quando il papà e la nonna se ne accorgono la fanno rinchiudere in collegio per persone in astinenza come lei ma grazie ad un incendio riesce a scappare continuando a vagare senza meta finchè un camionista non gli da un passaggio.
Ma qui incontrerà anche la violenza: il camionista decide di fermarsi in un motel per passare la notte e la stuprerà drogandola.
Insieme a lui comunque arriva al Las Vegas dove sembra aver trovato persone che la possono aiutare, come Brandon che le da un tetto sotto il quale vivere.
Ma quete persone si rivelano pazze drogate che vogliono usarla solo per fare soldi ma quando lei se ne accorge è troppo tardi..
Qui incontra un ragazzino in astinenza che faceva molto uso di droga e alcol; fanno amicizia e si aiutano a vicenda...
Quando torna a casa, la nonna, stufa del comportamento della nipote, la porta in Cile, nell' Isol di Chiloè dove sarà mantenuta da un suo vecchio amico: Manuel Arias.
Qui lei rinasce: fa nuove amicizie, comincia a saper vivere nella semplicità e ad accettare le piccole cose che la vita le proponeva.
Incontra anche l' amore che le porterà tanta felicità, ma imparerà anche ad apprezzare i PICCOLI momenti di felicità perchè Daniel, il ragazzo di cui si innamora, andrà via dall' Isola molto presto.
Un giorno mentre stava sulla scogliera a guardare il mare arrivia una persona che comincerà a picchiarla e cadranno insieme in mare dalla scogliera. lui morirà e lei riporterà una commozione celebrale: quell' uomo era un drogato che aveva incontrato a Las Vegas, un amico di Brandon che diceva di essere un poliziotto.
Ovviamente Maya non muore e il libro termina quando tutti insieme, con la presenza anche della nonna e di suo padre, festeggiano il Natale a Chiloè.
Un libro che mi è davvero piaciuto tantissimo ma che secondo me è un pò enfatizzato... Una ragzzaina di 16-19 anni non può affrontare così tante cose, ma specialmente così bruche!

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Il quaderno di Maya 2013-01-18 10:08:55 Melandri
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Melandri Opinione inserita da Melandri    18 Gennaio, 2013
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Qualcosa di stonato....

Isabel Allende la scelgo sempre. E’ la mia mamma-oca preferita, quella che racconta le storie “più favolose”. Quindi non leggo nemmeno il risvolto di copertina prima di sceglierlo, lo so già che mi piacerà, ma stavolta non è andata precisamente così…

Il suo stile è unico e anche in questo libro rimane fedele a sé stesso, dipinge immagini e vita. E’ però una storia contemporanea e questo è il motivo principale per il quale non l’ho apprezzato come i precedenti. Nelle epoche in cui non ho vissuto trovo più fascino.

Viene raccontato il miracolo di vita di Maya, che riesce a sopravvivere alla droga, alle botte, all’indifferenza. E anche in questo caso, trovo più fascino nelle piaghe passate più che in quelle attuali, che mi spaventano perché non occorre immaginarle, le vedi.

Come tutti i romanzi della Allende, anche questo porta con sé rinascita, passione e coraggio. Porta con sé il Cile, le tradizioni, la magia, il ritmo. Donne determinate in modo strabiliante. Mi risulta difficile conciliare ad un mondo attuale e moderno, piagato dalle dipendenze, il mondo profondamente interiore e passionale che contraddistingue le scenografie della Allende.

Per questa ragione non concedo un voto pieno al romanzo e consiglio a chi deciderà di iniziare a leggere I.Allende di non scegliere questo come prima lettura.

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Il quaderno di Maya 2012-08-27 17:21:51 Debss
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Opinione inserita da Debss    27 Agosto, 2012

Un quaderno bellissimo

Finalmente, tra la tanta paccottiglia estiva c'è l'Allende...gli ultimi romanzi non mi avevano particolarmente entusiasmato, di rimando questo mi ha letteralmente ammaliata. Un incipit forse un po piatto si dispiega poi in un'avventura al cui centro vi sono le vicissetudini di Maya, che come in perfetto clichè dell'autrice, è anche l'eroina di tutta la storia. E' un'eroina diversa dalle altre: è un'eroina che cade, si rialza, ricade e si rialza di nuovo per coronare un processo di maturazione e accettazione del dolore generatosi a causa del suo adorato nonno Popo. Il continuo alternarsi tra passato e presente, tra Stati Uniti e Cile, tra fasi di autodistruzione e "voglia di farcela", il romanzo offre un sacco di sfacettatture e non annoia mai, fino alla fine.

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Il quaderno di Maya 2012-07-23 22:00:06 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    24 Luglio, 2012
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Popo e Nini

Spinta dalla curiosità ho iniziato a leggere questo libro che mi ha appassionato e non mi ha permesso di staccare gli occhi fino a quando non l’ho terminato.

Un libro che tratta vari temi: amori difficili, sofferenze, droga, abusi, alcool, prostituzione, famiglie distrutte, disagio giovanile, degrado e maltrattamento.

Anche se i temi sono forti e difficili da digerire, questo romanzo si lascia leggere con estrema semplicità.
Le pagine scorrono velocissime sotto gli occhi del lettore che alcune volte si deve fermare per digerire tutte le disgrazie che sono successe a questa ragazza.

La protagonista è Maya Vidal e sarà proprio lei attraverso il suo quaderno a raccontarci la sua storia intervallando fatti del presente con flashback del passato.
La storia è ambientata principalmente ai giorni nostri, precisamente nel 2009.

Maya, è un’adolescente americana, in seguito alla morte del suo adorato nonno si ritrova in una fase di smarrimento e perde la retta via.
Tutto ciò la porterà ad affrontare una serie di pericolose e drammatiche situazioni.
Sua nonna riuscirà a ritrovarla e la manderà a Chiloè in Cile da un caro e vecchio amico di nome Manuel.
Maya troverà un lavoro, scoprirà le sue doti ed incontrerà l’amore.
Riconoscerà le differenze abissali della malavita di Las Vegas e la natura incontaminata del Cile.

Un bellissimo viaggio in quest’isola cilena alla scoperta: della storia, dei colori, dei profumi, della magia e della superstizione.
Un viaggio pieno di persone meravigliose e sempre pronte ad aiutarti.

Una storia indimenticabile.
Un libro da leggere.

“La felicità è saponosa, scivola via tra le dita e invece ai problemi ci si può attaccare, offrono un appiglio, sono ruvidi, duri.”

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Il quaderno di Maya 2012-07-11 10:21:39 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    11 Luglio, 2012
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Donne – du-du-du – in cerca di guaaai...

Chissà se Zucchero, quando ha scritto questa canzone, aveva in mente qualcuno dei personaggi femminili scaturiti dalla penna di Isabel Allende.
Sì perchè le donne, indiscusse protagoniste nei romanzi scrittrice cilena, sono sempre esseri indomiti, che non chiedono a nessuno il permesso di vivere, amare e sbagliare, e proprio su questa unione di carattere e fallibilità costruiscono le premesse per l'amore viscerale che lettori e lettrici proveranno inevitabilmente per loro.

Ed così anche questa volta.
Maya Vidal, 19 anni, abbandonata dai genitori e cresciuta con gli amatissimi nonni, "la sua Nini e il suo Popo". In seguito alla morte di quest'ultimo la ragazza si trova in un turbine esistenziale drammatico, che le fa smarrire tutte le coordinate e la porta a cacciarsi in grossi guai.
Droga, abusi, alcool, prostituzione, furti, mafia, trafficanti, FBI... Nulla è escluso da questo drammatico cerchio in cui Maya, si trova, inconsapevolmente al centro.
L'unica soluzione è scappare.
Scappare, con l'aiuto della sua Nini, in un luogo lontano dalle tentazioni, dai pericoli e in cui poter finalmente fare pace con se stessa.
Il racconto, quindi, digrada dagli scenari caotici e a spesso desolanti di Los Angeles alla pace e al silenzio dei paesaggi rurali cileni. In queste isole remote nel Sud del Cile, nell’atmosfera di una vita semplice fatta di magnifici tramonti, solidi valori e rispetto reciproco.

La scrittura dell’autrice cilena colora tutte le pagine di questo romanzo in cui prevale il senso di protezione e l’amore incondizionato di una nonna verso i propri nipoti, ma che è tutto ma non di certo un romanzo per bambini.
"Il quaderno di Maya" è una prova di scrittura per arrivare a se stessi.
E' un romanzo di formazione, un romanzo di esilio, di partenze e di ritorni.
E’ un romanzo di carattere fortissimo nelle sue parole e negli eventi raccontati.
E’ un romanzo di incontri che pone al centro un personaggio, dipinto così bene da farcelo amare incodizionatamente per quello che è. Come solo l'Allende sa fare.
Ancora una volta, GRAZIE!

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Il quaderno di Maya 2012-06-24 13:39:37 shake
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shake Opinione inserita da shake    24 Giugno, 2012
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Il quaderno di Maya

Una ragazza diciannovenne americana, cresciuta dai nonni (originali personaggi). Un'infanzia felice con qualche stranezza e un'adolescenza travagliata che la porterà a conoscere e a vivere personalmente la tragedia della dipendenza da droghe ed alcool, fino alla fuga dall'ambiente criminale che la stava annientando. Cerca di ricostruire la propria esistenza e lo fa rifugiandosi in una sperduta isola cilena, accudita dal burbero Manuel, un amico della nonna. Inizialmente fatica ad abituarsi ai ritmi lenti del luogo ma la semplicità e l'affetto delle persone che incontrerà le faranno amare quella terra.
Come in tutti i romanzi della Allende compaiono personaggi bizzari e fantasmi, così come non mancano i riferimenti agli anni della dittatura di Pinochet. Nel complesso un buon libro, ma nulla a che vedere con La casa degli spiriti, Ines dell'anima mia, La figlia della fortuna e Ritratto in seppia.... bellissimi e ineguagliabili...

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