Il quaderno dell'amore perduto
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Recensione della Redazione QLibri
La donna della spiaggia
L'autrice, che è diventata famosa con “Cambiar l'acqua ai fiori” ci aveva già provato in precedenza con questo titolo, e grazie al successo dell'altro è arrivato dai noi anche il suo esordio.
“Il quaderno dell'amore perduto” racconta della giovane Justine, rimasta orfana molto piccola e cresciuta con i nonni e il cugino Jules a Milly, in un piccolo paesino del centro della Francia.
Justine pur avendo ventun anni si dedica ad un lavoro che solitamente ragazze così giovani non farebbero mai; lei lavora come aiuto infermiera in una casa di riposo.
“Charles Baudelaire ha descritto l'angoscia di un manicomio al calar della notte, quando si riempie di grida. Nelle case di riposo, invece, è il levar del sole a riscaldare gli animi.”
Con i suoi pazienti Justine è gentile, li ascolta e si prende cura di loro. Fra loro c'è anche Hélène e proprio su richiesta del suo nipote, lei inizia a scrivere la storia della donna della spiaggia.
“Hélène mi ha raccontato tutta la sua vita, ma in maniera frammentaria. Come se mi avesse fatto dono del più bell'oggetto della sua casa, ma non prima di averlo inavvertitamente ridotto in mille pezzi.”
Valérie Perrin scrive una storia bellissima e molto ben orchestrata, sono tanti i tasselli che pagina pagina, fra passato e presente, tornano al proprio posto e noi ogni volta ci sentiamo sempre più partecipi.
Vuoti di memoria, insicurezze, dubbi, fragilità ma anche tanta tenerezza, amore infinito e speranza; sono tanti gli ingredienti che l'autrice mette all'interno del suo libro e tutte le domande trovano la giusta risposta.
Una delle cose più belle è il gabbiano, che pagina dopo pagina troviamo all'interno del libro, non solo una metafora ma proprio l'esempio dell'amore vero.
Unica pecca è lo stile, un po' se non proprio acerbo ma comunque da far maturare. L'autrice usa un linguaggio che per una storia così bella avrei preferito più ricercato e meno sempliciotto, anche se le parole vengono da una ragazza giovane.
Comunque in conclusione, un libro sicuramente più vicino al mondo femminile, ho adorato i personaggi e le loro interazioni e la dolcezza con cui la protagonista svolgeva il suo lavoro. Non posso usare nomi per non fare spoiler ma la presenza maschile all'interno del libro è proprio bella.
“Se è vero che quando un vecchio muore un'intera biblioteca va in fumo, quello che faccio io serve almeno a conservare un po' di cenere.”
Buona lettura!!
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La passione è la chiave della felicità
Questo libro ha lo stesso meccanismo vincente di "Dare l'acqua ai fiori": abilmente narrato in prima persona alternando passato e presente, parte da un presupposto doloroso: l'incidente in cui due coppie hanno perso la vita. lasciando i figli piccoli ai nonni, devastati dalla tragedia.
La protagonista, Justine, decide di indagare sull'accaduto; riuscirà a riannodare pazientemente i fili di una matassa molto intricata che nasconde una verità diversa da quella che appare. L'autrice sembra non amare le nonne che dipinge sempre incapaci di stabilire un rapporto affettuoso con i propri famigliari. Ma in questo libro, la figura della nonna è controbilanciata da quella molto diversa di un'ospite della casa per anziani dove lavora Justine; essa rimane affascinata dalla sua storia al punto di annotarla su un quaderno.
I temi fondamentali sono sempre l’amore e la passione che invadono il testo e i personaggi, rendendoli straordinariamente vivi e vividi.