Il profumo delle foglie di limone
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L'apparenza delle cose
"Adesso sapevo che l'importante è non lasciarsi fiaccare, non lasciarsi intimidire o manipolare. Non era facile evitarlo, ma conoscevo le conseguenze dell'innocenza: il nemico poteva essere chiunque". I protagonisti del libro sono due: da una parte Sandra, una giovane donna incinta, che si trova in un momento particolare della propria esistenza, non è innamorata del padre del suo bambino, non va d'accordo con la famiglia, non ha un lavoro, non sente di avere uno scopo nella propria esistenza, per questo va a passare un pò di tempo nella villetta al mare della sorella, in Spagna, in Costa Blanca; dall'altra parte c'è Julian, personaggio diametralmente opposto, un uomo di un'altra generazione, un ottantenne, con un passato tragico alle spalle, è sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen e successivamente ha dedicato la sua vita a stanare nazisti e a fare in modo che pagassero per i crimini di guerra. Sandra durante una passeggiata in spiaggia si sente male ed ecco, arrivano in suo soccorso una coppia di adorabili anziani, che si prendono cura di lei, la accolgono in casa e la trattano come una nipote, i due nonni che avrebbe sempre desiderato. Chi avrebbe mai potuto immaginare che dietro quelle apparenze così inoffensive e per bene si celassero due nazisti, rei di di un numero spaventoso di assassini di massa? Nonostante la tematica così profonda e toccante, il libro è un romanzo che poi devia in un thriller psicologico, piacevole e scorrevole. L'ho trovato molto originale, non è facile mescolare storia e fantasia in tale modo armonioso. Sapere che molti nazisti sono veramente invecchiati, tranquillamente, senza mai avere rimorso, pentimento, placidamente nelle calde spiagge spagnole è un pugno allo stomaco che lascia senza fiato. Continuare a ricordare sempre, costantemente l'orrore del nazismo alle generazioni a venire, un orrore vero che neanche la mente del più visionario scrittore di storie del terrore avrebbe potuto partorire, è un dovere, e i libri che lo ricordano vanno colti con favore. Poi c'è l'amicizia fra Sandra e Julian, profonda, inedita, preziosa, loro così diversi, ma l'affetto e l'amore sono una questione di affinità elettiva, non guardano età, nazionalità, stili di vita; il loro incontro cambierà in meglio la vita di entrambi. La lettura è molto piacevole e scorrevole, non potrete, pagina dopo pagina, non restare col fiato in sospeso, preoccupandovi della sorte di Sandra e Julian, Buona lettura.
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L'inverosimile coppia
Costa Blanca, Spagna. Sandra è una trentenne un po’ scapestrata, che non sa cosa fare della sua vita nonostante sia incinta, per giunta di un uomo che non ama. Fuggendo dalle sue responsabilità, dalla sua famiglia e forse anche da se stessa, sulla spiaggia ha un malore e viene soccorsa da due vecchietti norvegesi. La loro conoscenza diventa amicizia, Sandra si trasferisce a casa loro…ma pian piano nota qualche stranezza nella coppia.
Compare subito in scena anche Julian, un vecchietto ex deportato e sopravvissuto a Mauthausen, da tempo sulle tracce dei criminali nazisti ancora a piede libero, di cui i norvegesi sono tra i peggiori. Sandra e Julian, che nella narrazione del libro si alternano come “narratori” della vicenda, diventano amici e iniziano a collaborare per smascherare i due criminali ma…non sono gli unici: l’intero paese pare il covo dei peggiori ex gerarchi nazisti in circolazione! A un certo punto, Sandra sembra esser ben entrata nel suo ruolo di “infiltrata” e addirittura trova anche il possibile amore della sua vita; ma i nazisti sono scaltri, non sarà per nulla facile smascherarli... ci riuscirà la strana coppia fatta da un arzillo ottantenne ed una scriteriata prossima puerpera?
Molti aspetti poco credibili: Sandra si comporta spesso da ventenne, in stato di avanzata gravidanza salta giù dagli alberi, guida il motorino sotto la pioggia battente, non ha alcuna precauzione per se stessa e il bimbo: roba da far rabbrividire qualunque ginecologo ! Anzi, pensa a suo figlio solo quando, dopo appena 2 giorni che conosce i norvegesi, già inizia a puntare la loro eredità ! Julian, poi, ha ottant’anni suonati ed è più scaltro di Indiana Jones, fa intendere che collabora (o lavora?) per/con una fantomatica agenzia che ricerca gli ex gerarchi per assicurarli alla giustizia ma in realtà fa tutto da solo, non li coinvolge mai... e dire che in varie occasioni avrebbe davvero avuto bisogno d'aiuto! Julian subisce un pestaggio, sale e scende di corsa per le scale antincendio, salta cancelli e recinzioni…roba che mia nonna si sarebbe rotta il femore solo al pensiero di farlo! Anche i gerarchi sembrano nel pieno delle forze: addirittura, fanno cene e feste da ballo, vanno in palestra, curano i reumatismi con un placebo di acqua e vitamine... altro che “Villa Arzilla” ! Quando dopo vari capitoli, Julian finisce faccia a faccia con uno dei suoi ricercati, il dialogo tra i due è anch’esso inverosimile.
Il libro parte con un discreto ritmo e un pizzico d’ironia e, tutto sommato, inizialmente cattura l’attenzione. L’idea della narrazione alternata tra Julian e Sandra è una trovata stilistica interessante. Ma pagina dopo pagina, le delusioni e le incongruenze aumentano, si stratificano, diventano infine insostenibili. A metà libro, il romanzo diventa anche più lento, perde quel poco (poco davvero) che aveva di thriller e comincia ad annoiare. Romanzo sopravvalutato e, in fin dei conti, deludente.
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il profumo delle foglie di limone
A volte mi chiedo se sia colpa mia.. se i miei standard di lettura stiano diventando talmente alti da trovare tutto mediocre..
Ero partita con aspettative molto alte, lo ammetto, e questo non è mai un bene. Non conoscevo la scrittrice ma avevo sentito parlare con toni entusiasti di questo libro che per me rimane un grosso punto interrogativo. Sarà colpa mia? Io non credo e ora spiego il perchè.
Questo libro, nonostante il titolo da romanzo rosa, è un libro principalmente sul nazismo o neo-nazismo che dir si voglia, dal momento che è ambientato ai tempi moderni.
I punti di vista sono due, Sandra, una ragazza giovane, incinta che non sa che cosa fare nella vita e che va un po' al mare per rilassarsi, diciamo così, e Julian, un ex cacciatore di nazisti e ex prigioniero di campo di concentramento, che, con tutti gli acciacchi dovuti all'età, si presta a compiere un ultima missione.
A Sandra avrei volentieri dato due ceffoni per vedere se si svegliava un po'! Neanche a 15 anni ero così ingenua da fidarmi di due completi sconosciuti, figuriamoci da andare a casa loro! Insomma comportamenti talmenti ingenui, per non dire stupidi, da sembrarmi completamente inverosimili.
La figura di Julian è un po' più affascinante e un po' meno fastidiosa.
Le tematiche sul nazismo sono presenti, ma non sentite. Non ho provato nulla, tabula rasa, i personaggi non mi hanno fatto commuovere, o ridere o sospirare, insomma non mi hanno fatto provare nulla.
L'unico elemento che mi è piaciuto è stato lo stile, semplice scorrevole e con un netta distinzione tra i due protagonisti.
Per il resto, davvero molto mediocre, nonostante un eccellente idea di partenza.
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A caccia di fantasmi
Una strana coppia si incontra sulla costa Blancal in Spagna. Nel luogo deputato a zona di vacanze per famiglie e a posto dove trascorrere la pensione per anziani del ceto medio Sandra e Julian sono messi assieme del destino. Lui è un cacciatore di nazisti che in realtà non ne ha mai catturato nessuno. Lei è una trentenne incerta, incinta e indecisa su che cosa fare. La scelta la fanno per lei due simpatici vecchietti che la soccorrono sulla spiaggia a seguito di un malore. La portano in una casa da favola, la coccolano, la lusingano, le offrono un lavoro e tutte le attenzioni che desidera. Viene adocchiata anche da Julian che po' per salvarla, un po' per usarla per i suoi scopi le rivela che in realtà lei è finita nella tana di due dei peggiori criminali nazisti ancora in circolazione. Piano piano i due riescono a ricostruire l'identità anche di altri anziani "per bene" che vivono nel paesino spagnolo, portando alla luce uno scenario inquietante.
Trovo che la Sanchez, e chi si è occupato della traduzione, scriva con uno stilo chiaro accattivante, con molta attenzione all'uso delle parole. Il prodotto finale quindi risulta una lettura gradevole, che scorre senza intoppo sotto gli occhi del lettore. Il contenuto invece è forse troppo inverosimile. Troppe le coincidenze fortunate, gli incontri per così dire casuali.
Mi è piaciuta, invece la scelta della scrittrice di descrivere gli ex nazisti come delle persone sul viale del tramonto, sì, ma ancora con gli istinti predatori che li hanno caratterizzati i gioventù. Patetici, nel loro desiderio di restare giovani, ma ancora estremamente pericolosi perché decisi a non mollare. A volte la forza data dalla disperazione è maggiore di quella data dalla certezza di avere ancora in mano il potere.
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Guarda attraverso il buio per poterli capire
La storia viene raccontata dalle due voci narranti protagoniste: Sandra e Juliàn. Sandra è una ragazza, incinta, piena di insicurezze, che lotta contro i suoi fantasmi (un amore che non riesce a corrispondere, l'incertezza del futuro, la disoccupazione, etc.), mentre Juliàn è un ottantenne vissuto, saggio, addolorato dalla morte dell'amata moglie e dedito ad una vita di vendetta nei confronti di coloro che gliel'hanno rovinata per sempre: i nazisti protagonisti delle inumane sofferenze che ha dovuto subire a Mauthausen. Ed è proprio la vendetta che lo spinge in Costa Blanca, a finire il "lavoro" iniziato anni prima da un caro amico e che lo porterà a conoscere Sandra, ignara di essere diventata il centro di interesse di un gruppo di vecchietti che, sebbene tanto strani, suscitano in lei emozioni contrastanti.
La scrittura è fluida e la trama risulta inizialmente avvincente. Il lettore cade subito nella smania di capire dove la scrittrice intenda arrivare, vivendo il racconto alternato di due protagonisti tanto diversi. Mi piacciono le trame che portano il lettore a documentarsi e ad approfondire tematiche ed infatti, conoscendo solo superficialmente la storia di Mauthausen, ho fatto ricerca ed appreso tante notizie che mi hanno aiutato ad entrare più in empatia con Juliàn.
Tuttavia, a parte questo iniziale momento di interesse per la trama, ho trovato il romanzo un po' lento. Il genere in cui è classificato il libro è "thriller psicologico" ma ritengo che l'inquadramento più corretto possa semplicemente essere "romanzo". Del thriller non ha veramente nulla, quindi, sebbene questo non sia un problema, potrebbe indurre il lettore ad aspettarsi un'esperienza di lettura significativamente differente (e questo, inutile dirlo, potrebbe infastidire, creando aspettative poi tradite).
La protagonista donna, in più, l'ho trovata scarsamente caratterizzata, sebbene l'autrice abbia cercato di conferirle tanti connotati caratteriali (l'insicurezza, la generosità e la solarità) che, in ogni caso, non la portano a spiccare ed a renderla indimenticabile, senza tralasciare il fatto che non suscita alcun tipo di affectio.
Infine, il finale deludente.
Capisco la motivazione che ha spinto la Giuria spagnola ad assegnare il premio Nadal a questo libro, che sicuramente è un bel romanzo e tratta un tema che provoca suggestione. Ma, sinceramente, credo che lo si sia troppo enfatizzato. Grande potere commerciale ma poca sostanza in un mare di lentezza.
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Mi aspettavo decisamente di più
Il tanto discusso romanzo della Sanchez mi è stato assegnato come lettura per le vacanze estive dalla mia scuola, e, nonostante i premi che ha vinto e le copie che ha venduto (e nonostante mi sia stato assegnato da un professore) non mi ha convinta.
La trama prometteva davvero bene, originale e carica di aspettative, anche perché il tema del nazismo o comunque i temi riguardanti la seconda guerra mondiale mi sono sempre interessati, ma penso che a questo romanzo, in cui questa delicata tematica viene trattata in maniera leggera, manchi qualcosa, probabilmente poteva essere molto di più.
Innanzitutto la peggior pecca sono i personaggi, i quali sono irreali e inverosimili. A tratti hanno comportamenti insensati e, delle volte, anche subdoli (basti pensare a Sandra che desidera l'eredità di due vecchietti che conosce da appena qualche giorno).
Ho preferito la narrazione di Julian, che, nei piccoli gesti quotidiani (ovvero non lo stalking) mi è sembrato abbastanza reale. Mentre Sandra è abbastanza odiosa, sembrava più una ventenne che una trentenne... (Va bene tutto, ma quella cosa di Alberto non la manderò mai giù). C'è una scarsa introspezione dei personaggi narranti.
Gli altri personaggi li ho sentiti molto lontani, poco dettagliati, e li ho trovati poco curati, soprattutto Fred e tutti gli altri nazisti. Invece Karin mi è sembrata più curata, ma non sono mai riuscita a vederla per quello che l'autrice voleva farla passare.
Lo stile è scorrevole quanto semplice, nulla di sofisticato ma nemmeno un linguaggio spoglio e insipido. Nulla di che, insomma.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è stata la scarsa narrazione del paesaggio, dei luoghi in cui si svolge la storia, il che mi ha permesso ancora meno di immergermi nel libro.
Do tre stelle a questo libro perché, nonostante non sia esente da difetti, non lo trovo un libro orribile, ma semplicemente niente di eccezionale, mediocre, insomma. Un libro con cui passare qualche pomeriggio sotto l'ombrellone o qualche serata prima di andare a letto.
Il finale in realtà non mi ha delusa come è successo a molti. Non era quello che volevo vedere, ma alla fine non è stato particolarmente deludente. Mi ha soddisfatta di più quello dalla parte di Julian, mentre quello di Sandra mi é sembrato abbastanza scontato.
Non penso che quest'opera valga davvero 18,60€. A giudicare dai premi e dalle critiche positive della stampa e dei quotidiani, trovo il romanzo sopravvalutato, o forse più una mera manovra commerciale.
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Il profumo del sopravvalutato
E' questo l'aggettivo che secondo me calza meglio a questo libro: sopravvalutato. Non riesco proprio a capire come possa essere diventato un caso editoriale e aver vinto tutti i premi che ha vinto, per non parlare delle ottime recensioni ottenute dalle riviste spagnole. Si parla di "amicizia, amore, vendetta, odio (...) un libro sorprendente, che ti rimane dentro!". Mah.
La trama è anche ben pensata, l'argomento non scontato e soprattutto affrontato una volta tanto da un'angolazione originale: Juliàn, un sopravvissuto di Mauthausen che è riuscito in qualche modo a farsi una vita dopo la liberazione dal campo, riceve una lettera da Salva, suo vecchio amico, compagno di prigionia prima e compagno di caccia ai nazisti poi. I due infatti hanno passato la loro vita a dare la caccia ai nazisti sfuggiti ai processi degli anni '50. La lettera lo invita in Spagna e gli promette una grossa scoperta: la presenza di una vecchia coppia di nazisti che vive indisturbata i suoi ultimi anni circondati dal lusso e dalla quiete. Juliàn parte sapendo di stare per vivere la sua ultima grande avventura. Sulla sua strada incontra Sandra, incinta e sola, trasferitasi nel paesino per cercare di dare ordine alla sua vita e capire cosa fare di sé stessa. La giovane viene accolta dalla coppia di anziani come una nipote, ma la conoscenza di Juliàn le aprirà gli occhi e la porterà dritta al centro di una bufera iniziata nel passato e destinata a non finire mai davvero.
Come detto, la trama è interessante e c'è un continuo "voler sapere di più", è come un infinito preludio all'evento finale, alla giustizia, alla risoluzione.
Peccato che non accada niente del genere.
I personaggi sono incoerenti e spesso insensati. Azioni e dialoghi mi sembrano forzati e superficiali, artificiali. Incoerenti, soprattutto. Dicono una cosa e poi fanno l'altra, pensano una cosa e nel capitolo dopo fanno tutt'altro. Non ho capito se era un modo per renderli più umani e veri, a me sono sembrati solo buttati lì a casaccio. Non sono riuscita a provare empatia né con Sandra né con Juliàn, e il cambio di narratore così frequente senza un filo temporale logico e ordinato a volte mi ha scombussolato un po'.
Lo stile di scrittura è molto elementare, con pensieri personali esplicitati e poi smontati come se il personaggio dovesse giustificarsi con il lettore - tecnica che non mi è piaciuta per niente, anzi. "Riuscivo a resistere alla smania di comandare di K., anche se a volte cedevo." Parafrasato, ma il concetto è questo. In generale sembra scritto da una scrittrice abbastanza immatura che aspira a vette più alte.
Certi passaggi (pensieri di Sandra, soprattutto) mi sono sembrati addirittura meschini e fuori luogo (appena conosciuti gli anziani lei pensa subito all'eredità che potrebbero lasciarle, ma l'autrice vuole farla passare per una giovane allegra e spensierata).
Per non parlare di alcune vicende che sfociano nell'irreale. Una giovane incinta che si mette in motorino sotto il diluvio per andare a fare un saluto ai due vecchietti che nemmeno le hanno detto dove abitano? Sandra passa più tempo a lamentarsi della compagnia degli anziani che a preoccuparsi di suo figlio - cosa che le donne incinte di solito fanno fin troppo. Ci sta, se prediamo per buono il voler romanzare eccessivamente tutto ad ogni costo, ma questo non concorda con il finale fin troppo realistico e "amaro" che la Sanchez ha voluto mettere in scena - fuori dallo stile generale direi- , liquidandolo per di più in poche pagine, quando invece ne ha dedicate molte di più per descrizioni di oggetti che non aggiungevano proprio nulla alla trama.
In generale non capisco come possa essere piaciuto così tanto. Sì, una lettura passa tempo da ombrellone, qualcosa da leggere sovrappensiero per poi non tornarci più.
Ultimo ma non meno importante: che diavolo c'entra il titolo del libro con il libro?!
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il male finge sempre di fare il bene
Positivo, senz’altro positivo il mio giudizio su questo libro, romanzo - cronaca tinto di giallo.
Spagna, Costa Blanca, Julìan raggiunge l’amico Salva all’ospizio dove soggiornava, non si tratta di una visita, ma di un passaggio di consegne. Entrambi gli anziani sono ex –internati di Mauthausen, appartengono ad una’organizzazione che dà la caccia ad ex SS sopravvissuti, che sembrano essere molto più numerosi di quanto si crede.
Salva è morto prima dell’arrivo dell’amico , anche se definire amicizia questo legame e’ assolutamente riduttivo.
Così Julìan continua la caccia ai criminali nazisti che se la godono alla grande grazie ai gioielli rubati alle vittime dell’olocausto e ad elisir di lunga vita.
Compare una ragazza, in gravidanza, con diversi problemi personali : Sandra.
Grazie all’amicizia stretta fra lei e una coppia di nazisti, riesce ad aiutare Julìan nelle sue indagini.
Nella stazione balneare, si nascondono diversi criminali, supportati da giovani simpatizzanti, appartenenti ad una confraternita.
Con un certo suspance, la storia ci coinvolge, ci tiene legati alle pagine, pur con qualche perplessità.
Ad esempio, mi sono chiesta perché l’ex deportato , vecchietto e malato , ma piuttosto arzillo, non si sia fatto aiutare dalla sua organizzazione, ma abbia coinvolto una giovane in attesa e dalle idee piuttosto confuse.
Insomma ci sono state delle forzature.
Comunque la storia lancia dei messaggi notevoli.
L’amicizia fra due persone di età così lontane , nata e continuata per una buona causa , nonostante le difficoltà e la paura.
La forza di persone che per sete di giustizia, vogliono fermamente continuare a ricordare, nonostante faccia ancora molto male, e lasci sempre quel disappunto e quella domanda martellante: Perche’?
Com’ è potuto succedere ?
Una ragazza con i percing, i capelli spruzzati di rosso, di certo poco affidabile per tutti
si dimostra invece coraggiosa, consapevole di essere strumento di verità, e si mette in gioco completamente.
Insomma, l’argomento mi attira sempre, la storia è raccontata semplicemente e in modo gradevole.
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Bello ma non balla
Il profumo delle foglie di limone é il primo romanzo della Sanchez che leggo e sono un po' delusa. Premetto che sono partita con aspettative alte, perché diversi amici mi hanno parlato molto bene di questo libro, tuttavia l'ho appena finito di leggere e non mi sento soddisfatta. La storia ha delle buone premesse. Il tema del nazismo visto da due prospettive differenti, quella passata e quella del presente, è interessante. Ho trovato che sia stato un modo originale di raccontare un argomento già più volte oggetto di trattazione. I personaggi sono affascinanti, l'anziano Julian e la giovane Sandra mi sono entrati nel cuore, mentre i membri della Confraternita sono sviluppati con una giusta, fredda consapevolezza. Ho apprezzato molto lo stile, scorrevole, ma accurato. Ciò che manca a questo romanzo è, secondo me, la vivacità dell'intreccio, la trama non rispetta le premesse iniziali che suggeriscono una storia da nervi tesi. Non solo, ma anche quando ci sono alcuni colpi di scena il ritmo e lo stile non accompagnano bene gli eventi. Tutta la vicenda sembra preparare il lettore a una svolta, a un avvenimento importante che chiuda il cerchio della trama....che però non accade mai. Il finale non mi ha convinta, proprio per questi motivi. Lo consiglio come lettura leggera e scorrevole sotto l'ombrellone! :p
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SOLO TANTE ASPETTATIVE
Il profumo delle foglie di limone mi è stato consigliato da tantissime persone e io l'ho comprato... Ma sono rimasta un po' delusa. La storia non mi ha mai fatto innamorare dei personaggi e l'ho trovati troppo distanti dalla vita reale. La storia è assurda parer mio, perché tanto interesse per un paio di vecchietti? La crisi della protagonista non si sente, non viene approfondita, non si capisce e il personaggio rimane passivo. L'intera storia non ha colpi di scena, scorre tranquillamente aspettando quel colpo di scena che non ci sarà mai. Alla fine del libro la scrittrice sembra voglia finirlo velocemente e il tempo comincia a scorrere alla velocità della luce giungendo ad un finale veramente INCONCLUDENTE, che non ha assolutamente senso e che lascia l'amaro in bocca.
Questo libro mi ha fatto sentire vecchia, a qualcun altro ha dato la stessa sensazione?
La scrittrice c'è da dire che scrive piuttosto bene, anche se tutti quei particolari erano piuttosto noiosi e irritanti considerando che scriveva pure quando Sandra andava in bagno...
L'idea non era male, e, mentre altri non l'hanno apprezzato, il non approfondimento dell'olocausto è stato una buona idea considerando che libri sul nazismo ce ne sono a sfare e fare qualcosa di originale è una buona cosa. Anche far capire che spesso la vita non è giusta e la vendetta non accadrà mai, non era brutta idea, ma andava strutturata diversamente. Ma così è tutto fuori che qualcosa di originale
Sono rimasta delusa. E poi i limoni quando compaiono?
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