Il pomeriggio di un piastrellista
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Lo strano piastrellista
Il piastellista Torsten Bergman viene chiamato dall'amico idraulico a piastrellare un bagno. Torsten è un tipo solitario. La moglie è morta e da allora si lascia vivere. Ha un cattivo rapporto con la vita e con la società. Lavora solo in nero perchè la società esige da lui troppe tasse che gli sembra ingiusto pagare. In questo ragiona proprio come un italiano. La situazione sembra subito strana. La casa è deserta, chi gli ha commissionato il lavoro non si fa vedere, l'inquilina del piano di sopra, Sophia K., non si sa che fine ha fatto. Per di più non c'è corrente, almeno all'inizio, e le tubature dell'acqua sembrano dotate di vita propria. La situazione sembra interessante, potrebbe venirne fuori un bel racconto alla Buzzati. Invece all'autore non interessa molto raccontare una storia, catturare la fantasia del lettore, gli interessa riflettere sulla propria vita. Credo che non gli interessi nemmeno far riflettere e questo gioca a suo favore, nel senso che il testo non è mai scontato o didascalico. A volte sembra un po' criptico. Il pavimento è una metafora? Forse, ma niente è molto chiaro perchè Lars il libro l'ha scritto soprattutto per sè. In ogni caso le sue riflessioni non sono scontate e banali, e sicuramente è uno scrittore interessante. Il libro nel suo complesso è nordico: freddo e distante e un po' misterioso. Qualcosa di diverso da quello cui siamo abituati.
"E Torsten aveva l'impressione di essere una mosca discretamente soddisfatta, che si muoveva lungo la parete. Una parete che era un rovescio. Il rovescio di qualcos'altro quindi, si poteva supporre, che era il dritto."
Indicazioni utili
Consigliato a chi vuole leggere per riflettere sulla vita più che per ascoltare una storia.