Narrativa straniera Romanzi Il pianeta di Mr. Sammler
 

Il pianeta di Mr. Sammler Il pianeta di Mr. Sammler

Il pianeta di Mr. Sammler

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Mr. Sammler, ebreo di origini polacche sopravvissuto all'Olocausto, vive a New York, perennemente inseguito dal ricordo dell'occupazione nazista e amareggiato da vicende personali che lo hanno reso misogino, misantropo, razzista. Intellettuale un tempo famoso, ora si dedica allo studio della complessità della natura umana. E mentre intorno a lui l'America vive l'intensa stagione della rivoluzione sessuale e dei movimenti per i diritti civili e si prepara a conquistare la Luna, Sammler, "un individuo al passato", si sente sempre più alienato dal presente e si scopre a sognare il futuro.



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Il pianeta di Mr. Sammler 2013-05-06 07:47:56 lisetta.
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lisetta. Opinione inserita da lisetta.    06 Mag, 2013
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Mr Sammler e il suo pianeta.

Oh, Mr Sammler mi rivolgo direttamente a lei, perché altrimenti non so come uscirne….!!!
Lo so, lo so, immagino già cosa penserà di me: “Questa ragazza è pazza”!
Forse si, Mr Sammler, ma che posso fare?

In fondo lei stesso faceva notare che in questa società o si è pazzi oppure, se si è in grado di elevarci al di sopra della pazzia, si può diventare Santi.
E poi di che si stupisce? Lei oramai sarà abituato a convivere con i pazzi. Tanti dei personaggi che ruotano intorno alla sua vita - come piccolissimi pianeti, gravitano e vorticano,compiono le rivoluzioni intorno al suo pianeta, punto di stabilità e sicurezza- dicevo dunque, tutti questi screanzati in fondo cosa sono Santi o pazzi?
Secondo il suo modo di pensare, sono folli, perché attraverso la spettacolarizzazione l’esibizionismo della loro esistenza si illudono di poter emergere, affrancarsi definitivamente dalla società di massa, senza rendersi conto che, paradossalmente, producono l’effetto contrario divenendo essi stessi volantini di propaganda del sistema democratico e di omologazione dell’anima.

"Così , la pazzia, invece di essere un tentativo libertà compiuto dagli uomini che si sentono soverchiati da forze gigantesche", si trasforma in un legame con quelle stesse forze.
Mi rendo conto, che in fondo in fondo lei, Mr Sammler è arrabbiato anche con se stesso. Consapevole del processo di democratizzazione in atto,di massificazione che coinvolge l’intera società, anche lei ha sentito l’esigenza di adeguarsi. Come intellettuale non poteva di certo starsene ancora li, seduto a contemplare(non c’è tempo per la contemplazione, la riflessione nella società di massa tutto continua a cambiare, evolvere incessantemente), e dunque si è lasciato un po’ trasportare dall’onda emotiva e, volente o nolente si è ritrovato, parte di una “dimostrazione dell’insignificanza”, lottando così ancora una volta tra le sue intuizioni superiori e il “continuo risucchio fangoso” che pesta (con le sue scarpe vecchie e logore, come il suo animo oramai stanco)quotidianamente.

Ma l’ammiro Mr Sammler perché nonostante tutto non vuole “gettare la spugna”. Di fronte alla povertà dell’animo umano, nutre ancora la speranza, perché arrendersi è per lei una soluzione codarda e volgare.

E la prego non mi guardi così, con quello sguardo torvo ….!

Oh, mi scusi non volevo offenderla, dimenticavo che in realtà lei ha perso un occhio durante la seconda guerra mondiale. Un nazista l’ha picchiato a sangue e il risultato è quell’occhio perso, che insieme ai ricordi, che ogni tanto si fanno spazio tra un pensiero e l’altro, è li a ricordarle un passato inglorioso, di ebreo fuggito per caso dalla morte. Ma da grande uomo e intellettuale quale lei è, ha saputo sfruttare la situazione così ora possiede una doppia vista: quella proveniente dall’occhio sano, che gli permette di vedere tutto ciò che esteriormente la circonda e, la “capacità di vedere"tramite l'occhio malato, al di là, dentro e oltre l’anima dell’uomo.

Mr Sammler a questo punto non mi rimane che salutarla, ma volevo prima ringraziarla e ringraziare anche il suo amico Bellow, perché tramite voi mi sono resa conto ancora una volta dei limiti di questa società,e nei quali, è inutile negarlo, io stessa in quanto “uomo massa” incappo spesso. Però mi rimane la consolazione che da ora in poi, ogni volta che vorrò almeno tentare di uscire fuori da uno dei tanti meccanismi di omologazione sociale, nella quale rimango inconsapevolmente invischiata, mi basterà alzare gli occhi al cielo, sperando che tra tante stelle e tanti pianeti, incontri di nuovo il suo, più luminoso e splendente che mai.

Arrivederci Mr Sammler……..

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