Il petalo cremisi e il bianco
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Il filo rosso della storia
Libro forte, ambientato nell’Inghilterra Vittoriana, che racconta la storia di una prostituta che cerca di redimersi. E’ un po’ troppo ricco di minuziose descrizioni, con una ricerca del dettaglio molto spinta, fin negli angoli più nascosti dei luoghi e nelle pieghe meno visibili dell’animo umano, ma la realtà è che forse questa grande capacità descrittiva nasconde una trama probabilmente un po’ troppo fragile. E’ comunque un libro complesso, che attira ma che non soddisfa completamente, se non per l’ambientazione di un fine Ottocento inglese, che è un’epoca davvero singolare ed affascinante. E’ questo il filo rosso della storia che ti porta avanti nella lettura. Peccato che il finale non sia un vero e proprio finale: questo ti lascia un senso di insoddisfazione.
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Un libro come pochi altri
Non so di preciso cosa dire di questo libro: ne sono rimasta folgorata e me ne sono innamorata sempre di più, mano a mano che mi immergevo nei personaggi, nell'ambientazione, nella storia.
è inutile negarlo, ci sono scene crude, c'è del sesso descritto in maniera estremamente minuziosa (d'altronde, se si leggono libri che hanno per protagonista una prostituta e il suo amante, come ci possiamo lamentare che ci sia del sesso nel libro?), che però non risultano pesanti o disturbanti, o per lo meno, a me non hanno dato fastidio. Anzi, probabilmente l'intento dell'autore è stato quello di mostrare la vita, per come è davvero: nel farlo descrive la società intera, partendo dai bassifondi per arrivare all'alta borghesia e alla nobiltà. Descrive tutto in maniera cruda e realistica, senza soffermarsi su chi è buono e chi è cattivo. Sugar, ad esempio, è guidata da grande opportunismo, che sembra trasformarsi in sentimenti sinceri, cosi come William è giudato da una forte infatuazione per Sugar, che col tempo si trasformerà in quello che apparentemente è totale indifferenza. Tuttavia, quello che l'autore ci da, è uno sguardo sui gesti e sulle azioni, più che sui pensieri dei suoi personaggi, che quindi restano sempre nell'ombra. Non sapremo mai davvero se i sentimenti di Sugar o William sono cambiati effettivamente, o se sono solo cambiate le circostanze e il mondo attorno a loro. Discorso che, ovviamente, vale per ogni personaggio.
Lo stile di Faber, poi, è uno stile che mostra: il romanzo si apre con una chiacchierata dell'autore con il lettore, che incanta e spinge ad immaginare (ma più ancora, ad osservare) ciò che succede agli attori, quasi come fossimo a teatro. Solo che, a teatro la storia è inventata per intrattenere, ha dei buoni, dei cattivi, un inizio e anche un finale. Qui no, perchè quello che vediamo sono vite di persone, non avventure. E cosi, abbiamo anche il finale-non finale, che ci lascia con tante domande e con l'amaro in bocca.
Insomma, questo libro mi è piaciuto tanto, ma per leggerlo bisogna predisporsi a tutto, perchè non manca veramente niente: ci sono sesso, religione, amore, opportunismo, pregiudizi, desideri e sogni, che formano un amalgama di sensazioni, che difficilmente si dimenticheranno.
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Dai zucchero!
Leggendo varie recensioni,avevo notato come non ci fosse freddezza nei confronti di questo romanzo.
C’era chi ne parlava come qualcosa di straordinario,chi l’avrebbe volentieri dato in testa al suo stesso autore.
Io mi trovo esattamente nel mezzo.
Non perché sia rimasta indifferente,ma perché ci sono cose che ho amato e cose che ho odiato.
Quindi scusate la mia semplicità,ma come a scuola,dove la lavagna veniva divisa tra buoni a cattivi,io dividerò questo romanzo tra amore e odio.
Ho odiato:
-la maniacalità minuziosa delle descrizioni:dovrebbero inventare un nuovo aggettivo per Faber.
Capisco la sua voglia di metterci in una sorta di “presa diretta”con la storia,di farcela vedere(del resto si rivolge al lettore “a tu per tu”segno evidente di un desiderio di reale partecipazione)ma è a dir poco eccessivo.Intere pagine descrittive che non sono né utili,né strumentali al racconto,conducono a uno sfiancamento della pazienza e fanno venire voglia di gridare “Ho capito,vai avanti adesso!!!”
-la vanità nello stile:per sua stessa ammissione ci sono voluti anni e anni a scrivere queste quasi mille pagine.E’evidente la ricerca che c’è dietro,la volontà non solo di ambientarlo nel 1800 ma di scriverlo come un autore di quell’epoca.In effetti riesce nell’intento (se non fosse per la crudezza,che però non mi ha disturbato,dei resoconti sessuali).
Ma anche qui esagera.La ricerca del termine perfetto,più idoneo,traspare letteralmente dalle pagine e rilascia la sensazione di poca verità,di poca anima.La voglia di perfezione mi ha infastidito.
Passiamo ai “buoni”,all’amore:
-l’incredibile capacità di andare a fondo nei personaggi,nell’animo umano,nelle dinamiche psicologiche,nei conflitti sopiti ma presenti.Lo splendido divario tra l’essere e il dover essere,tra i sentimenti e le regole.
I protagonisti sono tutti a 365 gradi,vizi e virtù,bontà e cattiveria.Non si impone nessuno stereotipo,non si richiede giudizio,si racconta,semplicemente si racconta.E’un dono questo.Oltretutto rarissimo.
-L’assenza di finale:mi ha inizialmente infastidito.Ma come?Dopo tutto questo sforzo mi lasci cosi?Interrompi improvvisamente?Che succede?Come finisce?
Poi dopo questo sbandamento,ho capito,ho apprezzato.
Faber mi ha raccontato un pezzo di vita.
Faber in una sorta di Grande fratello mi ha fatto spiare dal buco della serratura.
Faber mi ha regalato del tempo con queste persone.
Il mio tempo con loro è finito.Non so dove sono,non so cosa fanno,il che gli regala per me immortalità.
Adesso dovete perdonarmi,avrei dovuto avvisare che ho poche idee e anche confuse su Il petalo cremisi e il bianco.Pensate non so nemmeno se consigliarvelo o meno.
Ma si,forse,tutto sommato…si.
Nel bene e nel male….vale comunque la pena.
P.s.:Salutatemi Sugar quando la incontrate.La immagino serena,davanti al camino a leggere un libro.
Buona fortuna ragazza mia.
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Se avesse avuto 700 pagine sarebbe stato meglio
Va bene, è bello.
Lo scrittore ti fa conoscere intimamente, che più intimamente non si può, i personaggi del romanzo, tanto che finisci per amarne e condividere le debolezze.
Tranne per quel William Rackham..be' gente, sono riuscita a essere costante nell'opinione che ho di lui dall'inizio alla fine: gli scaricherei addosso una gran raffica di legnate. Oh..ora che ci penso..le ha già ricevute..allora a posto così.
Umorismo a parte. Per quanto consiglierei davvero ad ogni lettore questo libro, che MERITA d'esser letto, penso sinceramente che verso la fine..verso le ultime duecento pagine il ritmo, esclusi i colpi di scena sia troppo lento. Ma cosa mi deve importare oramai di Emmeline Fox e di quanto è sciatta? Cosa m'importa dei dettagli di una gita, di una lettera, di un panorama. Quando sei arrivato ad un certo punto, al punto di non ritorno..basta!devi finire, il romanzo doveva chiudersi prima, perché sinceramente gente, la sensazione che ho avuto è simile a quella che si prova a vedere la trama inoltrata di un dinasty o sentieri. una trama straordinaria (non quella di dinasty o sentieri per carità)che sul finire, non ha voglia di finire e viene stiracchiata qua e là.
E, (sempre sottolineando che mi è piaciuto, anche se faccio notare solo aspetti negativi e me ne scuso) sempre verso la fine avvengono due episodi che hanno dato un'impronta squallida, quasi a insozzare con ulteriore fango una storia in cui il fango sparso era quello necessario alla sopravvivenza di ogni prsonaggio.
Spoiler: mi riferisco alla scena del vicolo con i tre baldanzosi amici e le tre prostitute, e sulla stessa scia di squallore, l'indecente e insano prurito del cocchiere. Ecco, queste due scene mi hanno fatto pensare a quei film, anche storici, che si fanno chiamare filmoni, che ogni tanto per tenere sulla corda lo spettatore ci infilano un evento trash, porn o inumanamente crudele che forse non è mai successo nella storia del mondo, ma che ti vendono come amara verità. Per me questi film sono robaccia, ma per non uscire completamente fuori tema:
SUCCO DEL MIO COMMENTO:
il libro è straordinario e lo riconsiglio a tutti, ma se il signor Faber ci impiegava 9 anni invece di 10, e scriveva 700 o 800 pagine invece di 1000 era pure meglio. concedetemela:D
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Bellissimo e controverso
Non c'è niente da fare, questo romanzo o lo ami o lo odi alla follia, senza mezze misure. Questo è ciò che ho realizzato leggendo decine di recensioni su internet da parte delle persone che avevano incrociato il mondo di Sugar, la protagonista di questo romanzo, e del suo amante, William, erede di una famiglia di industriali profumieri. E devo dire che sono state proprio le recensioni negative che mi hanno spinto a comprarlo, non chiedetemi perchè, non lo so nemmeno io, tra l'altro è pure ambientato in un'epoca che non ha mai esercitato un grosso fascino su di me, ovvero l'epoca vittoriana. Eppure faccio parte della schiera di persone che sono state rapite da questo romanzo, dal modo di scrivere dell'autore, che reputo assolutamente unico, e dalla storia, che apparentemente sa di "già letto", ma che in realtà non è affatto così.
Come ho già detto ci troviamo in Inghilterra in piena epoca vittoriana; la protagonista della nostra storia è Sugar, una giovane prostituta che lavora nel bordello diretto dalla stessa madre. A differenza delle "colleghe" ormai rassegnate a quella vita, Sugar cerca da tempo il modo di riscattarsi da quel mestiere degradante; ci rendiamo subito conto che lei non è come le altre, Sugar ha un'intelligenza brillante e, soprattutto, sa leggere e scrivere, infatti la troviamo quasi subito intenta a scrivere quello che nei suoi progetti sarà il suo primo romanzo, uno scritto autobiografico dove la ragazza riversa tutto l'odio che prova per gli uomini. La sua scalata verso l'alta società sarà repentina ma non priva di sorprese.
Non aggiungo altro alla trama ma vorrei spendere due parole per quanto riguarda lo stile della scrittura: posso dire tranquillamente di non avere mai letto un libro dove lo scrittore riesce a trascinarti talmente bene all'interno della storia che sembra quasi di potersi trovare fra i vicoli della lurida Londra ottocentesca oppure nei grandi e scintillanti saloni delle ricche case vittoriane; non è un'esagerazione, a tratti hai la sensazione di potere sentire perfino gli odori. Provare per credere.
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Se questo è un capolavoro...
Il libro è di una noia mortale. Pur essendo una lettrice, ho dovuto lottare con me stessa per non abbandonarlo a metà strada. Non so se ci siano gli estremi per considerarlo pornografico, ma di sicuro è un libro volgare. Si perde in descrizioni lunghe e gratuite che ne rallentano paurosamente il ritmo narrativo. I capolavori lasciano una traccia nel lettore, lo coinvolgono emotivamente, tutto questo non avviene con questo libro. Non lo consiglierei neppure al mio peggior nemico.
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Unico nel suo genere
"Il Petalo Cremisi E Il Bianco" è un libro dalle diverse sfumature. Lo si odia per la frequente prolisittà delle descrizioni, lo si adora per l'eccezionale scrittura dell'autore, capace di ricreare perfettamente luoghi, odori, situazioni e personaggi. La storia di una giovane prostituta, ambientata nel pieno fascino di una Londra Vettoriana, è certmente seducente tanto da non lasciare indifferente il lettore, portato a emozionarsi profondamente quanto scandalizzarsi per vicende descritte con puro realismo. Faber ci porta in un mondo diverso e al contempo simile al nostro, penetrando con carattere gli oscuri menandri della perversione umana, descrivendone la fragilità e la complessità. Non è un libro perfetto, ma è unico nel suo genere.
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vieni a seguire Miss Sugar...
Non ho parole per descrivere le emozioni che mi ha suscitato la lettura di questo capolavoro e dopo averlo letto ho capito perchè è stato tradotto in più di 22 paesi e ne hanno fatto un film.
Ambientato nell'epoca vittoriana il romanzo ti proietta davvero in una realtà descritta dall'autore con una tale dovizia che addirittura ti sembra di sentire gli odori, i profumi, rivedere i vicoli le strade, i solotti all'ora del te e le case di piacere. La protagonista, Miss Sugar, la più famosa prostituta di Londra, un personaggio che non ti abbandonerà più per il resto della tua vita dopo averne fatto la conoscenza. Chi è? una semplice donna di piacere? potrebbe. un'opportunista? forse. Una donna capace di fedeltà, amore ed istinto materno, delusa ancora dagli uomini che lei stessa è costretta ad usare per sopravvivere nella casa di Mrs Castaway, una maitresse che altri non è se non .... sua madre. E la piccola Sophie, la figlia del suo amante, dell'uomo che deciderà di portarla via dalla casa di piacere per averne un "uso" esclusivo, quanta tenerezza suscita il suo personaggio. Ti sembra di vederla, una bimba coi suoi abiti delicati, un po' cicciotta, il viso sei imbronciato con gli occhi grandi azzuri e dolci, che impara per la prima volta l'affetto, si emoziona quanto sente dirsi che è una brava bambina dal padre. Un romanzo complesso, raffinato e scorrevole, coi suoi personaggi ben delineati, ognuno che vive di luce propria, in un rapporto di equilibrio perfetto, senza oscurare gli altri.... e tu spettatore sei invitato ad osservarli, a seguirli, ad ascoltarli... ed allora cosa aspetti... muoviti a seguire Miss Sugar!
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il petalo cremisi e il bianco
Anche se il libro può sembrare abbastanza pesante dal numero di pagine, si riesce a leggere in maniera abbastanza scorrevole. Alcuni dilungamenti si potrebbero evitare ma mi è piaciuto molto come l'autore rende partecipe il lettore e il modo in cui ci si rivolge. Alla fine del libro si riesce a conoscere in pieno ogni singolo personaggio poichè evolve nella storia assieme al lettore. L'unica pecca il finale inconcludente. Non mi potete lasciare così!
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il petalo cremisi e il bianco
Un romanzo d'ambientazione, la Londra dell'800 è magistralmente descritta e il lettore riesce grazie alla scrittura precisa e accurata di Faber, a viverla in ogni aspetto. Quanto alla protagonista, Sugar non suscita molta compassione... sì, è vero, la sua è una vita disgraziata e le si riconosce il merito di averci saputo fare. Ma in realtà, mi sembra una scaltra, che fino alla fine gira e sfrutta ogni cosa e persona a suo vantaggio. L'epilogo ne è la prova: si impossessa persino della bambina, la prende con sé come fosse cosa sua. Nel complesso un bel romanzo, corposo, e mai nelle sue 900 pagine, ampolloso.