Narrativa straniera Romanzi Il paradiso degli orchi
 

Il paradiso degli orchi Il paradiso degli orchi

Il paradiso degli orchi

Letteratura straniera

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Una banda di strani personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima.



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Opinioni inserite: 17

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Il paradiso degli orchi 2020-04-07 12:35:32 Elspa_2973
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Elspa_2973 Opinione inserita da Elspa_2973    07 Aprile, 2020
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l'antieroe

intrigante, favolistico, razionale, stile narrativo asciutto e ironico a raccontare un antieroe: subisce e accetta, quasi con superiorità, il ruolo che la vita o gli altri gli cuciono addosso, se ne distacca, a tratti lo combatte, ma è lui l'anticonformista, il ribelle. guerreggia contro tutto il sistema, quello delle elites, ma anche quello degli altri, della maggioranza quasi sempre silenziosa. è neutrale e superiore questo Maloussene.

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la saga di Maloussene
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Il paradiso degli orchi 2018-02-28 08:22:05 combinazionimagiche
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combinazionimagiche Opinione inserita da combinazionimagiche    28 Febbraio, 2018
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Di Professione "Capro Espiatorio"

Confesso che fino alla scorsa estate, con l’uscita dell’ultimo libro della serie, ignoravo l’esistenza della saga di Belleville. Me ne hanno parlato più persone e come accade in ogni lettore che si rispetti la curiosità ha cominciato a lavorare dentro di me...ho aspettato un po' prima di iniziare quest’avventura, e un altrettanto po' a recensire la prima opera.
Non è stata per me una lettura scorrevole, continuativa, a tratti ho pensato di mollare il caro Ben Malaussène e dedicarmi ad altro...e l’ho fatto, ma cedevo sempre al richiamo di quelle pagine dove ogni parola sta li per un motivo, ogni minimo dettaglio è minuziosamente descritto tanto da dover tornare più volte sullo stesso paragrafo per paura di perdersi qualcosa di necessario. E’ una narrazione ricca, intricata, che trasuda realismo da tutte le parti.
Benjamin è di professione “capro espiatorio” al Grande magazzino, ”la funzione detta di controllo tecnico è assolutamente fittizia. Io non controllo proprio niente, poiché niente è controllabile nella profusione dei mercanti del tempio...Il mio lavoro consiste nel subire l’uragano di umiliazioni con un’aria così contrita, così miserabile, così profondamente disperata, che di solito il cliente ritira i reclami per non avere il mio suicidio sulla coscienza”.
Nella vita privata egli è tutore dei suoi fratelli e sorelle minori, nati tutti dalla stessa madre ma da padri diversi e sconosciuti, una famiglia allo sbaraglio, che si riunisce la sera per raccontarsi le giornate e ascoltare la STORIA. E’ questa l’idea geniale di tutta la narrazione, una storia nella storia, il resoconto delle esplosioni, della vita che scorre dentro il magazzino, che il protagonista fa per rimettere a posto i pezzi di un puzzle complesso, e uscire dalle vesti di capro espiatorio che lo vogliono colpevole degli orribili fatti.
Tutta la famiglia collaborerà, ognuno con i propri mezzi (esperimenti, visioni, indagini), per arrivare alla scoperta delle vicende remote, eppure così attuali, che si nascondono dietro le esplosioni.

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consigliato a chi vuole avventurarsi in una saga mai banale, e ama lo stile di Pennac
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Il paradiso degli orchi 2017-01-18 16:57:06 Il Nido Del Gufo
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Il Nido Del Gufo Opinione inserita da Il Nido Del Gufo    18 Gennaio, 2017
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Orchi, cani epilettici e Cous - Cous

Mi ritrovo a recensire questo romanzo dopo averlo letto alcuni anni fa, ma lo ho divorato talmente tante volte che lo conosco quasi a memoria. Effettivamente, andando a memoria, mi è difficile trovare un libro meglio riuscito tra quelli da me letti scritti dopo gli anni Novanta.
E non sto esagerando. Tutto in questo libro, semplicemente, FUNZIONA.

Funziona la prosa dell’autore, una narrazione ruvida, cinica, graffiante e al tempo stesso umana e mai meno che complessa e sapientemente architettata nell’utilizzo delle singole parole e nelle argutissime descrizioni.

Funziona la vicenda, un oscuro e surreale giallo la cui risoluzione lascia sbalorditi e al tempo stesso inorriditi
.
Ma più di ogni altra cosa funzionano i personaggi, un universo multiforme e brulicante di un’umanità al tempo stesso surreale e profondamente calata in una socialità mai così viva, complessa e verosimile.
Ecco dunque il protagonista, lo sfortunato Malaussene, insieme alla sua sgangherata e composita famiglia, con i suoi innumerevoli fratelli e sorelle minori nati tutti da stessa madre ma da padri diversi; ecco un corpo di polizia che sembra venuto fuori da un telefilm; ecco i vicini di casa di un quartiere multietnico di cui sembra davvero di percepire tutte le sfumature di odori, colori, atmosfere…

Non credo sia un caso che il romanzo (così come i successivi della serie) sia scritto in prima persona. Solo nella mimesi profonda del protagonista riusciamo a cogliere un mondo surreale, magico e al tempo stesso crudo e feroce. La risoluzione dell’enigma (un antico orrore che torna a galla e miete vittime innocenti ma non casuali) è paradossalmente marginale nel testo.
Pennac dà l’impressione di poter essere letto comunque, indipendentemente dalla vicenda che ci sta raccontando.

Non è cosa da poco.

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...o ha intenzione di leggere altre opere dello stesso Autore e a chi desideri capire come scrivere un romanzo "contemporaneo" ben fatto.
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Il paradiso degli orchi 2016-08-01 18:35:41 Njna
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Njna Opinione inserita da Njna    01 Agosto, 2016
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Malaussene, un eroe della vita di tutti i giorni

Se siete di quei lettori che facilmente si affezionano alla storia e ai suoi personaggi e, che concluso il libro vorrebbero con loro incominciare una nuova avventura, il ciclo di Belleville è quello che fa per voi. Sono infatti ben sei i romanzi che hanno per protagonista Malaussene e la sua straordinaria famiglia e, della serie, Il paradiso degli orchi è solo il primo capitolo.
Nonostante un certo disorientamento iniziale a causa dei troppi personaggi e delle loro dinamiche non ancora chiarissime, lo stile -unico- di Pennac mi ha tenuto avvinta alla lettura: per quanto non propriamente lineare (perché ricca di dialoghi alternati a pensieri qua è là inclusi in parentesi) la scrittura risulta fluida ,chiara, calibrata alla perfezione. Da essa trasuda quella comicità che, come Pirandello ci insegna, attraverso la “riflessione” diventa umorismo che non a caso lo stesso Pennac definisce “irriducibile espressione dell’etica”.
Ad appena un terzo della lettura la trama spicca il volo e mantiene alta quota fino all’ultimo capitolo e mentre gli indizi, le ipotesi (anche quelle del lettore) e i colpi di scena si avviluppano in questa intrigante matassa, prende nitidezza il ritratto di ogni personaggio, ciascuno con i suoi propri colori e le sue peculiarità.
Credo sia impossibile non affezionarsi al personaggio di Benjamin Malaussene, di lui sappiamo tutto perché Pennac ce lo racconta in ogni suo brontolio mentale e l’immagine che se ne riceve e quella non di un “santo”( come spesso viene definito nel libro) ma di una 'bella persona', un eroe della vita di tutti i giorni prima che dell’avventura di turno nella quale è coinvolto.

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Il paradiso degli orchi 2016-03-21 22:53:36 Misspix
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Misspix Opinione inserita da Misspix    22 Marzo, 2016
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-Il signor Malaussène è desiderato all’Ufficio Rec



Scuola, Parigi, orchi. Daniel Pennac racconta:

"C'era una volta Benjamin Malaussène...."

Benjamin Malaussène non è solo il fratello/padre di un banda di ragazzini stravaganti ma lavora come “capro espiatorio” a tempo pieno presso i Grandi magazzini. Si, avete capito bene. Le sue doti di caprino espiatore consistono nel proporre, come reazione al reclamo dei clienti, un vero e proprio teatrino di lacrime, espressioni facciali disperate e mortificazione acuta, il tutto contornato dagli apocalittici rimproveri del direttore, il vero registra dell’opera.

Una serie di attacchi bomba fa letteralmente esplodere il Grande magazzino e la stabilità ordinaria di Benjamin oscilla tra il terrore e l’inquietudine.

La squadra d’azione composta da due “zie” (rispettivamente una ladra e un omosessuale modaiolo) una sorellina prodigio e un vecchio cane antropomorfo si coalizza per aiutare Benjamin che, trovandosi ogniqualvolta sul luogo del misfatto, desta non pochi sospetti.

C’è da dire che il nostro capro espiatorio rivela se stesso solo nel suo ambiente naturale, la piccola casa nei pressi di Belleville, alla periferia di Parigi, dove la fantasia galoppa ammaestrata dai fratellini. Il quartiere operaio (oggi borghesizzato) si dipinge così di avventure appassionanti impersonate da buffi poliziotti e curiosi personaggi.

Le storie che Benjamin inventa per Jeremy, Therese e il Piccolo sono infatti raccontate con un linguaggio semplice ma talmente coinvolgente da non riuscire sempre a distinguere il racconto dalla trama stessa del libro, la realtà è separata dalla finzione dagli occhiali rosa del Piccolo che di notte sogna gli Orchi.

Perché gli orchi veri non dimorano nelle favole, vivono tra noi vestiti da cigni bianchi, sguazzano in acque pure e non vanno in paradiso.

O almeno me lo auguro.

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Il paradiso degli orchi 2014-09-25 10:38:52 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    25 Settembre, 2014
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Bombe al grande magazzino.

Conoscete Benjamin Malaussène? Sicuramente se avete letto ( o sentito parlare) di Daniel Pennac, scrittore francese dell’ultimo ventennio del 1900, avrete anche sentito parlare del nostro Malo, che è infatti il protagonista di molti suoi romanzi. Sono infatti sei i romanzi che formano il ciclo di Malaussène, il primo è appunto “Il Paradiso degli orchi” del 1985 e l’ultimo è “La passione di Therese” del 1999. In questo libretto di sole 200 pagine Pennac ci presenta innanzitutto i protagonisti del ciclo, e non sono per nulla pochi, anzi la famiglia Malaussène sembra quasi essere infinita, nel corso del romanzo infatti vedrete sbucare fuori fratelli e sorelle da ogni dove ed ognuno con una sua particolarità, si va dall’appassionata della fotografia all’amante dell’esoterismo per concludere con il cane della famiglia, Julius, anche esso con la sua particolarità, è epilettico e puzza da morire. Ma chi è Ben Malaussène? In poche parole, un capro espiatorio. Ben lavora infatti in un grande magazzino ed il suo lavoro è quello di subire umiliazioni e critiche da parte dei clienti insoddisfatti così da lasciare in pace gli altri dipendente del grande magazzino. La tranquilla (se così possiamo definirla) vita di Ben e degli altri dipendenti viene però sconvolta da una serie di esplosioni che non solo mietono vittime ma sembrano avere una certa frequenza, come se fossero calcolate. Logicamente dopo le prime esplosioni la colpa tende a ricadere sul nostro Ben (è il suo ruolo d’altra parte…), ma come vedremo in seguito la storia e soprattutto i moventi sono molto più complessi di quello che sembrano. Un giallo, a tratti pulp, molto intrigante nella sua semplicità, non mancano infatti i colpi di scena e le sorprese che sconvolgono quanto stabilito nelle pagine precedenti. Il linguaggio è lineare e semplice (Pennac era professore di francese), i periodi sono brevi, così come i capitoli. Pennac racconta spesso scene grottesche, al limite del surreale e con aria comica, ed a mio avviso contrastano benissimo con le scene invece più cruente (come le descrizioni dei cadaveri dopo le esplosioni). In alcuni tratti magari si crea un po’ di confusione con i mille personaggi che intervengono nella scene, ma credo che anche questo sia un artifizio letterario per non rendere chiaro a chi legge il proseguimento della storia, d’altra parte i colpi di scena sono frequenti. Per il resto un romanzo leggero da leggere in poco tempo che vi lascerà con il fiato sospeso fino alla fine, fino all’ultimo capitolo, dove le carte verranno messe apposto (come in ogni giallo che si rispetti) e il nostro Ben potrà tirare finalmente un sospiro di sollievo. Piacevole.

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Il paradiso degli orchi 2014-09-20 09:49:13 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    20 Settembre, 2014
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Una Parigi incredibilmente affascinante

La voce della bella Miss Hamilton echeggia per il Grande Magazzino annunciando che "Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami". E Benjamin Malaussène si dirige all'Ufficio Reclami per accollarsi, davanti ad un cliente scontento, la colpa di un frigorifero che va a fuoco, di un letto che si rompe troppo facilmente, di un deodorante spray che esplode. Perché la sua mansione ufficiale di addetto al controllo nel centro commerciale maschera quello che in realtà è il suo vero ruolo, cioè "capro espiatorio", pronto a sorbirsi umilianti ramanzine e minacce di licenziamento che fanno commuovere il postulante fino a fargli ritirare il reclamo, con grande risparmio per l'azienda. Un compito singolare e imbarazzante, ma ottimamente pagato ed egregiamente svolto dal nostro eroe, che con il cospicuo stipendio che ne ricava riesce a mandare avanti la sua eccentrica famiglia composta da una masnada di fratellastri e sorellastre, figli di madre comune ma sempre assente e di padri vari ed eventuali, nonché da un cane epilettico con la grazia di un elefante. Ma la strampalata routine del buon Benjamin viene sconvolta quando nel centro commerciale cominciano a scoppiare ordigni che dilaniano anziani signori apparentemente rispettabili. Da buon capro espiatorio Malaussène, sempre presente direttamente e non sui luoghi del delitto, rischia di passare per colpevole, e solo dopo svariate disavventure riuscirà a dimostrare la sua innocenza. Tra giocattoli e bombe, orchi e babbi natale, amori passionali e botte da orbi, Pennac ci trascina in questo simpatico e piacevole giallo dai colori tenui, in cui lo stile brillante e innovativo della narrazione, l'ottima caratterizzazione dei personaggi e la loro amabilità hanno il sopravvento su una trama piuttosto semplice e priva di veri e propri colpi di scena. Interessanti le tematiche affrontate, dal consumismo di massa alla pedofilia, passando per l'importanza del concetto di famiglia, il tutto ambientato in una Parigi di periferia irrequieta, malfamata, multietnica e proprio per questo incredibilmente affascinante.

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Il paradiso degli orchi 2014-06-15 17:58:33 smile_anny
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smile_anny Opinione inserita da smile_anny    15 Giugno, 2014
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Tutto d'un Fiato!

Un libro da cui non ci si può staccare, l'ho letto tutto d'un fiato, per una serie di motivi:
-I personaggi: protagonista del libro, Malaussene, un personaggio davvero particolare, stupendi i suoi ragionamenti e metafore imprevedibili e divertenti! La sua famiglia, composta da fratellastri e sorellastre, è davvero straordinaria!
-La storia: la trama è piacevolissima, un giallo, da cui non si esce facilmente, fino all'ultimo si crede che il capro espiatorio sia anche il colpevole.
- La lettura è agile e molto molto piacevole..

ps: se vi affezionate alla famiglia Malaussene, come è successo a me e come è facile che accada, raccomando tutti i libri del ciclo di Belleville!

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Il paradiso degli orchi 2013-12-18 21:33:36 Donna Flor
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Donna Flor Opinione inserita da Donna Flor    18 Dicembre, 2013
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Imprevedibile!

IL PARADISO DEGLI ORCHI di Daniel Pennac (1991)

Un libro da cui non riesci a staccarti.
Un giallo, di cui fino alla fine non riesci a veni r a capo, ed allo stesso tempo lo spaccato di una società vista attraverso gli occhi del protagonista, Benjamin Malaussène di professione “capro espiatorio”, e della sua “originale” famiglia composta dalle sue sorelle e dai suoi fratelli minori di cui lui si fa carico a seguito delle fughe d'amore della madre.
Nel Grande Magazzino in cui lavora si verificano una serie di espolosioni, le vittime sembrano non avere nulla che le accomuni, salvo che le bombe esplodono sempre quando Malaussène è nelle vicinanze. La polizia lo considera il primo indiziato ma non il Commissario Rabdomant.......
Ho riletto il libro dopo più di 10 anni grazie a mio marito che me lo ha richiamato alla lettura (i libri chiamano!) parlandomi dell'uscita del film “Il Signor Malaussène”. Ho avuto un vuoto, non ricordavo il libro e neanche chi era il Signor Malaussène. Ho preso il libro ed ho cominciato a leggerlo, subito dalle prime pagine ricordo i personaggi e mi manca qualcosa... controllo. Il primo libro della saga è “Il Paradiso degli Orchi”. Che bella riscoperta! Leggendo ritornano alla memoria le personalità dei personaggi principali, mentre i secondari li scopro ora: Theò, Stojil, Amar, Hadouch; tutti hanno una forte caratterizzazione ben rintracciabile nelle righe a loro dedicate ma che alla prima letture rimangono giustamente ofuscate da quella di Malaussène e della sua famiglia.
La cosa che ho apprezzato di più in questo libro è la senzazione piacevole di aver incontrato un personaggio come Malussène e la sua famiglia......da un certo punto di vista “santificabili” e che tutto questo mi fa venir voglia di stare ancora un po' con loro, per questo continuo con “La Prosivendola”....

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Il paradiso degli orchi 2013-07-15 14:51:44 giuse 1754
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giuse 1754 Opinione inserita da giuse 1754    15 Luglio, 2013
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L'umorismo, irriducibile espressione dell'etica

Di Pennac avevo letto solo qualche brano nelle antologie per studenti delle scuole superiori, e ne avevo ricavato l’impressione di un bravo scrittore di libri per ragazzi, ma niente di più.
Ho deciso di leggere qualcosa di suo in occasione del premio alla carriera internazionale che gli sarà assegnato tra qualche mese a Vigevano, e grande è stata la mia sorpresa nell’imbattermi in una prosa che a tratti sfiora il genere splatter, sempre ammorbidito però dal tono leggero e quasi comico, che fa passare in secondo piano il fatto che si sta parlando di persone dilaniate e interiora sparse ovunque dalle deflagrazioni di bombe nei Grandi Magazzino dove Benjamin Malaussène fa di professione il capro espiatorio.
Ben mantiene i suoi fratelli di madre comune e padri incerti e diversi proprio perché la genitrice, sempre persa in nuovi innamoramenti e sempre incinta, non se ne occupa molto.
Therèse la sensitiva, Clara la sorella amata al limite dell’incesto, alle prime armi come fotografa, il piccolo dagli occhiali rosa verso cui Ben nutre tenerezza infinita e Jérémy il bombarolo in erba, formano con il protagonista una squadra divertente e quanto mai improbabile.
Daniel Pennacchioni (Casablanca, 1944) usa l’umorismo come arma irriducibile contro il grande capitalismo e le sette pseudo-sataniche, quindi contro la rigidità del pensiero e il conformismo che aleggia in una Parigi natalizia e consumistica.
“Il paradiso degli orchi” è un libro giallo-noir-rosa-verde che diverte e si legge con piacere, scritto per una scommessa sulla sua capacità di scrivere un thriller che Pennac ha vinto alla grande, creando il primo libro di una famosa saga. Non ho trovato prevalente la trama del mistero rispetto alla felicissima descrizione dei personaggi della famiglia Malaussène. Ma non è detto che sia un disvalore, anzi.

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