Il nuotatore
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Un giorno qualsiasi
“La vita è troppo spaventosa, troppo sordida e angosciosa”.
Un vero peccato aver ridotto ad una raccolta di soli tre racconti la produzione letteraria di Cheever, prosa da sorbire comunque a piccole dosi per quella sorta di urlo soffocato e di groppo in gola che trasmette ogni singola riga.
Non c’è niente di più doloroso di una disperazione inconfessata prima di tutto a se stessi, come nel racconto che dà il titolo alla raccolta. La ripetizione ossessiva, finto dilettantesca, di frasi come “bella giornata” e “bella nuotata” dà, per contrasto, l'idea di un dramma imminente, e il protagonista, che obiettivamente va fuori di testa, è però guidato da una logica folle che quasi convince, trasportando il lettore in una dimensione tanto allucinata quanto percepibile:
“Peggio ancora era il freddo che sentiva nelle ossa, insieme con la sensazione che non sarebbe mai più riuscito a riscaldarsi”.
I personaggi del secondo racconto (“Un giorno qualsiasi”) sono tutti a modo loro patetici, anche se differenti per età e condizione sociale, per una incomunicabilità di fondo che li condanna senza appello alla solitudine. Simili all’animale preso in trappola che si dibatte di fronte al suo carnefice, annaspano rabbiosi e impauriti in un'agonia esistenziale senza scampo.
Ma è nell’ultimo racconto che si sferra il colpo decisivo, con la classica coppia borghese di coniugi appassionati di musica classica che a causa delle interferenze di una radio intercettano le conversazioni dei vicini (l'inizio della fine è un pezzo di Chopin interrotto da una frase oscena pronunciata da chissà chi).
Un gradevole intrattenimento che si sostituisce alle note dei grandi maestri, fino a quando le vite degli altri non diventano lo specchio dentro cui, con sgomento, scorgono il loro riflesso.
Le conseguenze avranno l'inaspettata forza devastante di una verità taciuta troppo a lungo dietro una rassicurante, posticcia, serenità domestica:
“Ma noi non siamo mai stati come loro, vero tesoro? Vero?”
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...e un tuffo nella vita degli altri…
Avete presente il Bignami che si usava a scuola? Poche parole per spiegare il tutto, la panacea che confortava gli studenti poco avvezzi all’approfondimento e allo studio costante...Beh John Cheever, incarna un pò il Bignami…sto delirando, nel Bignami manca l’anima!
Daccapo…avete presente un breve racconto? C’era una volta un principe che diventa ranocchio e che col bacio della principessa…bla bla bla, John Cheever ce li racconta in punta di piedi e ci serve su un vassoio d’argento storie dove non ci sono principi e regni da favola.
Anima, John Cheever ha anima da vendere…è l’anima il motore dei suoi racconti. Cheever racconta storie brevissime, geniali che hanno dentro la linfa, l’essenza della vita, della quotidianità, della collettività nel suo insieme e lo fa mettendo la sua anima, quella di scrittore capace di vedere oltre il suo naso, oltre l’apparenza, oltre la facciata delle famiglie americane della metà del secolo scorso. Pennellate di vita raccontate senza fare giri di parole e senza elucubrazioni filosofiche, lo fa con la sua semplicità di uomo che ha sbattuto la faccia contro la società del suo tempo, con l’alcool, il successo, la depressione. Cosa ci si poteva aspettare da Cheever, amico di Carver, che si fa espellere dall’accademia come Fitzgerald e che ama Bellow e Malamud? Solo cose grandiose, piccoli sprazzi di verità nascoste dietro il cinismo e le bugie che fanno parte del nostro finto quieto vivere, come fa per certi aspetti Yeates, ma con minore angoscia.
Questa raccolta Fandango contiene tre racconti.
Il NUOTATORE che impersona le paure e le sofferenze dello stesso autore, che scriveva le sue opere in boxer, un uomo che decide di nuotare nelle piscine degli altri per esorcizzare il suo triste passato e lo fa in costume, denudato, privo di corazza e con l’orecchio teso all’ascolto dei salotti che attraversa, mistificando il suo fallimento, quasi macilento e affamato di gin.
UN GIORNO QUALSIASI punto di forza i dialoghi dei ricchi e dei loro servitori, la capacità di cogliere certe sensazioni quando gli altri sono completamente presi da altro o perché hanno troppo.
UNA RADIO STRAORDINARIA credo sia il migliore di tutti e tre. Una radio che parla e le sue interferenze fanno conoscere ad Irene un mondo completamente diverso dei suoi tranquilli vicini di casa, del suo bel condominio signorile e distinto. Irene rimane delusa dalle apparenze che finora l’hanno ingannata e la buttano nello sconforto…ma lei è come loro? E’ più felice, più appagata? Solo un genio come Cheever poteva dare una calibratura emotiva e perfetta a quell’Irene che si nasconde in ciascuno di noi.
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Un tuffo nella mente
Le storie di Cheever sono lunatiche e umorali. Con il cambiare della luce del giorno, cambia la percezione del mondo e la consapevolezza del protagonista della realtà delle cose: consapevolezza che non è mai totale. Il nuotatore attraversa a nuoto la conoscenza che ha della sua vita e di se stesso. E' come se avesse rimosso quasi tutte le cose che lo riguardano e uscisse da ogni piscina come un neonato in balia del mondo.
Il protagonista parte all'inizio del libro come se volesse vincere un premio e si ritrova alla fine fuori di casa sua, casa che ha venduto (quando, perché?) ma anche fuori dalla consapevolezza di cosa è successo, fuori dalla conoscenza che hanno di lui amici e vicini.E' un libro stranissimo ma veramente bello. E' come tuffarsi nel mistero. E' un libro molto malinconico.