Il nostro tragico universo
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Una libro senza storia
Il nostro tragico Universo. Un libro che pretende di essere originale e inusuale, di avere caratteristiche zen - una storia senza storia - come lo definisce uno dei protagonisti. Leggere questo libro porta ad immedesimarsi nelle vicende della protagonista, una donna che, senza farsi troppe domande, affronta la vita come se fosse una successione di eventi incontrollabili, senza avere un preciso scopo. Una persona convinta che non potrà mai essere felice, rassegnata ad essere passiva spettatrice di una realtà che non apprezza. Ecco, sono arrivato a chiedermi perché stessi leggendo una cosa del genere. Sembra di stare nella testa di un'altra persona, una persona che vorresti prendere a capate in bocca e a cui vorresti sputare in faccia.
Dopo "Che fine ha fatto Mr. Y", un fantasy profondo e bellissimo, con riferimenti filosofici ed esoterici, come piacciono a me, proprio non capisco come abbia fatto Scarlett Thomas a scrivere 'sta merda. Non compratelo. Non provatelo a leggere. E' una rottura di coglioni epocale. Non lo auguro al mio peggior nemico. Non oso nemmeno riciclarlo e regalarlo a qualcuno, lo metto nella raccolta differenziata della carta. Persino diventare una pagina del Giornale o del Mattino è una fine migliore per quelle povere fibre di cellulosa, piuttosto che far parte di un così miserabile aborto di storia. Vaffanculo Scarlett, te e il tuo libro di merda, sinceramente.
Indicazioni utili
Una storia senza storia!
Dopo aver letto Popco, L'isola dei segreti e Che fine ha fatto Mr. Y (li ho apprezzati tutti, in particolar modo Popco)ho acquistato, con molte aspettative, Il nostro tragico universo di Scarlett Thomas. Aspettative non deluse devo dire.
Il nostro tragico universo è un libro sui generis che gode di tutti i pregi della Thomas ovvero originalità, erudizione, fantasia. Un modo di scrivere brillante senza dubbio. Quella narrata è una storia senza storia non fa che ripeterlo (attraverso Vi, uno dei personaggi), così come non fa che ripetere di voler sfuggire allo schema in tre atti dei racconti convenzionali e di eroi che sconfiggono dragoni. Trovo poi che il finale, forse una delle cose più criticate di questo libro, non sia per niente inconcludente anzi credo sia il più riuscito tra quelli di Scarlett Thomas. Negli altri libri invece avevo trovato che la Thomas (mia umile opinione!)avesse qualche difficoltà a concludere, tirare le fila delle sue storie.
Secondo me vale la pena leggere questo libro (e anche gli altri di questa autrice) anche solo per farsene un'idea. I suoi libri sono decisamente particolari e oserei quasi definire il suo stile "di nicchia" quindi forse non consiglierei Il nostro tragico universo a chi ama le storie convenzionali con un inizio, uno svolgimento e una fine ben definiti. Agli altri invece mi sento di consigliane la lettura. Lo definirei illuminante.
Indicazioni utili
Anna Karenina
Opere varie di Cechov
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La mia tragica recensione
A chi mi chiedeva come fosse il libro che stavo leggendo rispondevo con un pieno e sonoro "mmmaah", di quelli che riempiono la bocca e provocano una strana espressione di scetticismo misto a curiosità in chi ci è di fronte. Devo ammetterlo: la Thomas mi ha lasciata senza parole lungo tutto il corso della lettura; ho volutamente atteso di finire il libro per farmene un'opinione (non che di solito mi faccia opinioni affrettate "in itinere", però, il più delle volte, s'intende abbastanza dove l'autore voglia andare a parare, no?!).
L'opera è complessa, fa molti riferimenti ad altri testi (anche se non credo che Aristotele sarebbe poi così orgoglioso di essere ivi citato...), racchiude in sé molte vicende parallele, che alla fine vengono ad incrociarsi. Meg, l'io narrante, si trova a dover recensire un libro intitolato "La scienza dell'immortalità" (…una dolce ragazza che scrive recensioni.... ora avete capito perché l'ho comprato..!) e sarà proprio questo testo a farle analizzare la realtà sotto un diverso punto di vista, apportando cambiamenti radicali nella sua stessa esistenza. Intorno a lei una schiera di personaggi di cui sinceramente fatico a ricordare tutti i nomi (e stiamo parlando di poco più di 350 pagine... cosa piuttosto insolita per me, amante di Dostoevskij... probabilmente molti personaggi non hanno catturato nemmeno una piccola parte del mio interesse...).
Più che lo stretto contenuto è lo stile della Thomas a far sempre da grande protagonista: sicuramente la nostra docente di scrittura creativa ha una grande cultura e sa dare esempio di ogni suo insegnamento, ma a tratti la sua “scrittura creativa”, per l'appunto, diventa troppo creativamente-ridondante per i miei gusti. Mi sembra che cerchi l'eccesso di originalità in ogni minima frase, con il risultato, ai miei occhi, di un flusso narrativo tutt'altro che consistente.
Periodi scollegati tra loro, argomenti all'apparenza superflui, eccessivo numero di aneddoti e barzellette che spezzano la continuità della storia e, quel che è peggio, risultano a volte più interessanti e accattivanti della storia stessa!! Questo stile così "innovativo" ha comunque anche punti positivi: mi sono segnata diverse frasi e citazioni dal testo: ci sono vere e proprie perle, disseminate qua e là, per quanto difficili da pescare e cogliere nel magma narrativo della Thomas.
Non mi sento di bocciare totalmente questo testo, nemmeno di affermare che l'idea sia buona ma la realizzazione quantomeno caotica: penso sia un libro per palati molto fini, sicuramente per i fan dell'autrice, per i suoi discepoli e per chi si cimenta nella scrittura. La sensazione che ho provato lungo tutto il corso della lettura è paragonabile a quella che si ha quando, pur avendo una relazione amorosa con una persona, non la si sente completamente, come se qualcosa sfuggisse, o fossimo noi ad allontanarlo, inconsapevolmente, perché sappiamo in fondo che quel qualcosa non ci piace.. ma non vogliamo prenderne coscienza.. non so se rendo l'idea.. probabilmente la Thomas mi ha contagiata e sto diventando contorta anch'io (o creativa?!)!! Ci sono degli spunti che me la fanno apprezzare moltissimo come donna di cultura, ma non mi sento di consigliare con leggerezza questa sua opera: sarà forse questo il senso della tragedia?
Indicazioni utili
- sì
- no
a chi s'interessa di scrittura ed ha una minima preparazione in merito
..infine lo consiglierei ad una persona in particolare, un frequentatore di Qlibri, non perché credo possa piacergli, ma perché, egoisticamente, penso mi piacerebbe leggere una sua recensione a riguardo! ;) chissà...