Narrativa straniera Romanzi Il mondo estremo
 

Il mondo estremo Il mondo estremo

Il mondo estremo

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Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c'è una città selvaggia e poco abitata, Tomi, il luogo dell'esilio di Publio Ovidio Nasone. Ai giorni nostri, in un sovrapporsi di piani temporali, giunge a Tomi un amico di Ovidio, Cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le "Metamorfosi". Esiliato da Augusto, o dalla sua corte di oratori e politici, dopo aver tenuto un discorso meraviglioso per l'inaugurazione di un nuovo stadio senza però rendere il consueto e doveroso omaggio all'imperatore, Ovidio pagherà con gli anni della solitudine la sua denuncia di scandali politici e, forse, la libertà erotica dei suoi versi.



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Il mondo estremo 2016-03-07 15:04:34 pirata miope
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pirata miope Opinione inserita da pirata miope    07 Marzo, 2016
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UN IPPOPOTAMO IN BAGNO

Il mondo estremo è quello del caos, di forme e corpi mutabili, inafferrabili, contrapposto all’universo ordinato e gerarchizzato di Roma: il primo è simboleggiato dal poeta Ovidio, il secondo dall’imperatore Augusto. Lo scrittore deve spingersi in quei territori impervi e il bellissimo libro dello scrittore austriaco Christoph Ransmayr, classe 1954, metaforizza l’itinerario esplorativo di ogni poeta: più poema che romanzo “Il mondo estremo” ripercorre il soggiorno di Cotta a Tomi, sul mar Nero, luogo d’esilio del poeta latino, sulle tracce del capolavoro di lui, “Le metamorfosi”. Il cronotopo(il dove e il quando) evoca uno spazio interiore, un luogo seperato dell’anima dove della Storia e della civiltà arrivano vaghi riflessi: siamo in una contemporaneità indefinibile, simboleggiata da un imperatore che passa le giornate a contemplare un ippopotamo in una vasca, e in una città quasi fantasma, vivificata da Carnevali e riti arcaici e popolata da presenze più oniriche che reali, incarnazione delle tante figure mitiche raccontate nel poema ovidiano. Lì l’artista scopre che deve smarrire la propria immagine, confonderla con altre mille, sprofondare nel baratro del dolore e della follia, diventare pietra per essere sangue e carne.

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