Il messaggio segreto delle farfalle
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Opinioni inserite: 3
Evitabile
Uno dei libri peggiori che abbia mai letto!
La seconda stella è dovuta (oltre che alla pietà della sottoscritta lettrice) a qualche sprazzo di narrazione accettabile che, di tanto in tanto, s'incontra negli ultimi capitoli. Della protagonista si scopre il nome soltanto a partire dal capitolo cinque, mentre la sua triste vicenda, che si svolge sullo sfondo di un Kuwait che non gode di alcuna descrizione particolare che possa arricchire il romanzo (scarsissimi, praticamente quasi inesistenti i dettagli che richiamino una società islamica), viene narrata davvero male; soprattutto la prima parte più che da un'autrice di una certa età e, a quanto pare, apprezzata nell'area del Golfo, sembra essere stata buttata giù da una ragazzina a giudicare dallo stile di scrittura. Tutta colpa della traduzione? Non credo. Pesantissimo, inoltre, il ricorso alle metafore, a lungo andare abominevoli!
Storie di questo tipo, relative alla condizione della donna musulmana, certamente accadono e devono essere raccontate, ma almeno che ce le raccontino bene! D'un tratto, al confronto, ho rivalutato "La mandorla" di Nedjma, romanzo che certo non brilla per alcun merito nell'ambito della letteratura dei Paesi arabi, se non per essere stato abilmente spacciato come un caso letterario giusto per vendere qualche copia in più. Pure in questo caso, credo che la logica non cambi. Lettura che non consiglio, anzi: non buttate né soldi né tempo, voi che potete!
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Una farfalla dalle ali spezzate
Essere donna in alcuni Paesi non è un bene.
Essere donna in molti posti vuol dire essere schiave.
Schiave di: fratelli, cugini, padri e mariti.
Questa è la storia di Nadia una ragazza dalle ali spezzate.
Nadia è una giovane donna che deve sposarsi con un uomo che non ama.
Si tratta di un matrimonio combinato che porterà grandi benefici alla famiglia di lei.
Nadia però è una ragazza combattiva e cercherà di scappare dai tabù della sua terra.
Si tratta di un romanzo pieno di dolore e cattiveria.
Una storia scioccante, che lascia allibiti e senza parole.
Passiamo alla trama.
Nadia abita nel Kuwait e sogna una vita libera ed una laurea che le permetterà di guadagnare senza problemi.
I suoi genitori però l’hanno già promessa ad un uomo ricco e molto più vecchio di lei.
Questo uomo la relegherà nel palazzo in cui vivono, la costringerà al mutismo ed a non incontrare i suoi cari che tanto le mancano.
Nadia ne subirà di tutti i colori persino dal servo di suo marito.
Proprio questo servo sarà una figura poliedrica che ritroveremo in tutta la storia e con sfumature sempre diverse.
Nadia non si scoraggerà mai e cercherà di cambiare il suo destino a costo di rimanere da sola contro tutti.
È una storia molto cruenta.
In alcune parti ho trovato il libro un po’ noioso e ripetitivo, ma nel complesso mi è piaciuto.
Un’altra pecca che ho riscontrato sono gli errori di battitura disseminati qua e là nel testo.
Anche se questo libro non è perfetto la storia merita di essere letta!
“Le donne sono come le farfalle che un giorno, nonostante tutto, spiccheranno il volo.”
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"Il messaggio segreto delle farfalle" di L. Al-Uth
Romanzo shock, almeno nella prima parte, questo dell’autrice kuwaitiana da sempre impegnata a difendere la condizione della donna nel suo paese. Anche attraverso la letteratura, l’autrice è stata un’attivista che ha contribuito in maniera concreta al conseguimento del diritto di voto delle sue concittadine.
“Il messaggio segreto delle farfalle” narra la triste storia di Nadia, figlia di madre siriana e di padre kuwaitiano, concessa in sposa all’età di diciassette anni al vecchio Nayef, facoltoso sessantenne che, impotente, esercita lo “ius primae noctis” facendo violare l’ignara giovane dal servo Atiyya. Le pagine del dolore e del senso di ripugnanza per l’anziano marito inabissano il lettore nell’orrore di fatti che, se venissero chiamati con il loro nome, sarebbero soltanto una serie di reati: pedofilia (la ragazza è minorenne!), sequestro di persona, riduzione in schiavitù, violenza carnale e atti osceni dinnanzi a una minorenne.
Chiaro l’obiettivo di indurre sdegno nell’opinione pubblica, portando a galla pratiche se non lecite, comunque tollerate e accuratamente nascoste tra le mura delle case.
E’ la storia di un’altra Penelope che conduce la sua guerra, con ostinazione, per affermare il diritto elementare alla libertà di vivere la propria vita: senza ipocrisie sociali, scardinando i tabù, in una strenua battaglia per l’emancipazione femminile in un contesto che la vuole negare. A costo di fuggire dal marito violento, contrapporsi ai genitori, rinnegare la tradizione secondo la quale una vedova non dovrebbe vivere da sola. Con “il desiderio di infrangere tutte le regole familiari e sociali”, per affermarsi. Rifiutando anche “un matrimonio di godimento previsto dal diritto islamico” per non essere accusata di adulterio.
Lo stile narrativo, nella migliore tradizione araba, abbonda di immagini e di metafore. Come questa immagine, per esprimere lo schifo verso il marito tiranno: “Ero pronta a essere umiliata , a sentirmi come se dei vermi mi strisciassero in gola e scarafaggi affamati mi percorressero le gambe e il ventre.”
Tra le allegorie, quella della farfalla è la più ricorrente.
Nella dedica: “A tutte le farfalle in silenzio, rinchiuse come parole tra parentesi”.
Nelle prime evasioni di Nadia nel giardino del palazzo: “Iniziai a osservare le infinite sfumature di colore e le eleganti farfalle dalle rilucenti ali che si posavano sui … petali.”
Nella felicità con la quale la protagonista accoglie la notizia della morte del vecchio marito, dal quale eredita una fortuna: “Ero come una farfalla che danzava e strepitava in una girandola di colori lanciando strali di fuoco, illuminando e vestendo a festa l’universo intero.”
Nella descrizione del lutto: “Le donne avvolte negli abiti neri sembravano farfalle ricoperte dalla fuliggine di vecchie caldaie.”
Nell’impulso che guida la rinascita della giovane universitaria, determinata a laurearsi: “Era come se mi fossero spuntate due potenti ed enormi ali che mi incitavano a volare verso una vita nuova che solo io avrei tenuto in pugno senza alcuna ingerenza esterna.”
Per esprimere l’inquietudine: “Volteggiavo per l’appartamento come una farfalla che non sa dove posarsi.”
Per descrivere il proprio stato d’animo: “Ero un uccellino cui erano spuntate le piume, ero una farfalla variopinta che godeva del proprio silenzio.” Oppure: “Mi sembrava di essere una fragile farfalla rinchiusa in una bottiglia nella quale non riusciva a respirare.”
Bruno Elpis