Narrativa straniera Romanzi Il gioco di Ayyan
 

Il gioco di Ayyan Il gioco di Ayyan

Il gioco di Ayyan

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«Bombay. Ayyan Mani è furbo e intraprendente, ma appartiene alla casta più bassa e può aspirare solo a una vita subalterna e senza prospettive. Ogni mattina esce dall’unica stanza che divide con la moglie Oja e il figlio Adi in un mostruoso complesso di case popolari e raggiunge l’Istituto per la teoria e la ricerca, dove lavora come umile impiegato. Mentre osserva con sarcasmo la “ricerca della verità” a cui si dedicano gli scienziati dell’odiata casta dei bramini, nell’Istituto divampa la guerra fra due fazioni divise da rivalità professionali e personali, ma anche la passione fra l’austero direttore e un’affascinante astrobiologa. Le conseguenze saranno dirompenti anche a causa dell’intervento di Ayyan, che sfrutta spregiudicatamente la situazione per alzare la posta del suo gioco personale: spacciare Adi per un genio, regalando a Oja la possibilità di sognare».



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Il gioco di Ayyan 2012-08-22 09:17:23 amedh74
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amedh74 Opinione inserita da amedh74    22 Agosto, 2012
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la rivincita dei dalit sui bramini

Ayyan Mani vive a Bombay in uno squallido chawl, “alveare di diecimila abitazioni” dove solo un matrimonio ben riuscito può convincere un uomo a rincasare. Ayyan Mani lavora come impiegato nel prestigioso istituto per la Teoria e la Ricerca, dove scienziati bramini si affannano a inseguire una verità astratta e ridicola, uomini integerrimi si abbandonano a passioni profane e menti superiori perpetuano la più antica divisione tra caste.

Ayyan Mani è un dalit, un intoccabile, ma ha una mente acuta e sottile, di cui si servirà per farsi gioco delle “intelligenze superiori” dei bramini e realizzare la sua vendetta. Una vendetta personale che è anche quella dell’intera casta degli intoccabili, breve momento di riscatto da una vita resa povera e mediocre a causa di una tradizione ingiusta, di una Storia ingiusta.

Il Gioco di Ayyan di Manu Joseph è dunque la storia di una rivalsa, ottenuta ricorrendo all’astuzia e all’intelligenza, ovvero a quelle virtù che gli scienziati bramini negano ad Ayyan e alla sua gente. Questo “gioco” non prevede spargimenti di sangue, né rivolte epocali, bensì mira a umiliare i bramini, privandoli del podio loro riservato dagli avi per scaraventarli in quella dimensione materiale, carnale e caduca, da cui si ritengono esenti. Per farlo, Ayyan avrà quale aiutante e ignaro complice suo figlio Adi, un bimbetto sveglio e affettuoso che, grazie ai raggiri del padre (e a una buona dose di fortuna), assurgerà all’attenzione dei media come precocissimo genio della matematica. Un genio dalit!

Il romanzo di Manu Joseph, ha una trama che conquista il lettore, destinato a rimanere irrimediabilmente affascinato dallo stile accattivante e deliziosamente ironico dello scrittore indiano, da una storia che riesce a far diventare gli asettici corridori di un istituto scientifico teatro di una vendetta personale e di classe, dai personaggi vividamente caratterizzati, tra i quali si distingue Ayyan, di cui ci si scoprirà complici compiaciuti (perdonate l’allitterazione) nel suo gioco ironico e spregiudicato.

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