Narrativa straniera Romanzi Il garzone del macellaio
 

Il garzone del macellaio Il garzone del macellaio

Il garzone del macellaio

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In fondo a Francie Brady sarebbe bastato poco per essere felice: un amico del cuore con cui esplorare la campagna attorno al suo paese, nel nord dell'Irlanda, fingendo di essere nel Far West, qualche tavoletta di cioccolato, un po' di musica, tanti fumetti e la confortante sicurezza che al mondo, magari solo nel ricordo, qualche cosa di bello c'è. E invece... Rievocando ad anni di distanza la sua tormentata infanzia e prima adolescenza, Francie, il "Signore del tempo", ci accompagna in un'esplorazione della propria follia. E' un'ossesione che si nutre di piccole e grandi delusioni, della mancanza di calore umano e dell'impossibilità di sfuggire al destino di emarginazione e isolamento che sembra perseguitare la sua famiglia.



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Il garzone del macellaio 2015-12-10 15:11:07 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    10 Dicembre, 2015
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Il mondo della follia

Francie è un ragazzo che proviene da una famiglia molto disagiata. Il padre alcolizzato e la madre depressa hanno serie difficoltà ad occuparsi di lui e di se' stessi. Qualche timido tentativo lo fa la madre, ma la lotta contro il male oscuro, che deve combattere da sola la vede sccombere. Il padre perso nel suo delirio alcolico, forse non prova neppure ad opporsi all'inevitabile. Tutto questo avviene in un paesotto iralndese agli inizi degli anni '60. Delle dificoltà di questa famiglia ci si accorge solo in occasone di alcuni fatti gravi e le soluzioni sono sempre del tutto inadeguate. Quasi come mettere un cerotto ad un uomo che ha perso una gamba. Tra timidi tentativi di "correggere" Francie e ricadute sempre più gravi il comportamnte del ragazzo non farà che peggiorare fino a che la società dovrà per forza di cose smettere di guardare da un'altra parte.
Storie di povertà, ignoranza e degrado sono state raccontate in molti romanzi in modo più o meno credibile. La differenza in questo volume è il punto di vista da cui è raccontato. Qui infatti è Bradie che ci parla. Anzi è la vena di follia che pian piano si fa largo nei suoi pensieri fino a possederli completamnte. Il ragazzo ci spiega in modo lucido e dettagliato le ragioni che lo spingono a compiere atti di vandalismo o di violenza. La sua mente malata gli fa vedere cose che non esistono, lo porta alla paranoia e ad avere visioni. Mi è piaciuto molto questo aspetto anche se alcune pagine sono piuttosto contorte da seguire. Mi hanno fatto sorridere le ingenue spiegazioni che il Francie bambino trovava alle cose orrende che gli accadevano. Mi hanno fatto infuriare le libertà che gli adulti hanno ritenuto di prendersi con un ragazzo che non avva nessuno a difenderlo.
L'altra cosa di rilievo del romanzo è la condanna senza appello per tutte le istituzioni che avrebbero potuto aiutare Francie. L'orfanatrofio prima, poi il centro psichiatrico ed infine polizia e carcere escono da queste pagine in modo tutt'altro che lusinghiero. Violenza e sopprusi sembrano essere gli unici "mezzi educativi" di cui dispongono. E poi ci si meraviglia delle continue ricadute dei delinquesnti.

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