Il frutteto Il frutteto

Il frutteto

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Il frutteto, un altro magnifico romanzo dell’autore de Il Minotauro, ancora una volta ha come scenario il Mediterraneo, spazio di sensuali atmosfere e incrocio imprevedibile di destini. In particolare la Palestina dove lo scontro e le passioni sembrano assumere sempre tinte più violente che altrove. La storia raccontata è quella di due fratellastri (stesso padre ebreo, ma madri diverse: una ebrea, l’altra musulmana), separati da un odio micidiale, in lotta per la stessa donna e per la stessa terra. Il frutteto conteso passa di mano, viene distrutto da siccità e cavallette, rinasce, è curato amorevolmente, sacrifica esistenze, vede passare generazioni, ma resta, resiste come la terra di Palestina che simboleggia, sulla quale e per la quale popoli fratelli devono scegliere continuamente tra pace e guerra.



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Il frutteto 2019-08-21 08:17:14 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    21 Agosto, 2019
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Odio tra fratelli

Il frutteto è un libro strano, di piacevole lettura e di sapore biblico.. Due fratellastri figli dello stesso padre hanno un rapporto fatto di amore e rivalse. Il maggiore è figlio della serva, il minore della legittima e colta moglie. Il maggiore è strappato alla madre brutalmente per essere allevato dal padre assieme al fratello minore. Ma appena possibile scappa di casa, non dà più notizie e va a lavorare presso lo strano frutteto di un ricco arabo che ha una ancora più strana figlia adottiva. Tra i due ragazzi nasce una relazione non si sa se anche sentimentale o solo erotica, che è simile alla relazione che lega il giardiniere alla sua terra cioè al frutteto. Il fratello minore a un certo punto arriva anche lui nel paese, si innamora perdutamente della ragazza e la sposa. Ha ereditato tutte le ricchezze del padre, anche la parte del fratello, il quale non può quindi chiedere in sposa la ragazza. Non si sa se la chiederebbe potendo. Nemmeno sono noti in tutto il romanzo i sentimenti della misteriosa ragazza, Luna, se ne ha. Ma forse non ha sentimenti anche se sembra una persona buona. Il narratore è un agronomo responsabile del frutteto dell’arabo, amico di entrambi i fratelli. Questo frutteto che non rende, pieno di piante dove entrano cavallette eccetera ricorda la vigna biblica che a sua volta ricorda la sposa di Dio, Israele, la sposa infedele. Nel libro c’è un discorso molto palese sull'assurdità dell’odio fratricida tra arabi e musulmani per la stessa donna, Luna-Israele. Si arguisce il rammarico dell’autore che pensa che sarebbe stato meglio non sposare la donna Israele, e lasciare che l’amore per questa donna-terra restasse un sogno. C’è l’idea che la realizzazione del sogno sia stato una chimera, un inganno, che sotto questa realizzazione ci sia una specie di maleficio, che la soluzione più giusta sarebbe stata rinunciare al proprio sogno, con tutto il dispiacere che questo avrebbe comportato. Solo il sacrificio del proprio bene a favore di quello del fratello, avrebbe potuto ricucire un rapporto nato malato. Molte cose restano misteriose nel romanzo anche a fine lettura, anzi il mistero di Luna ( quante Lune ci sono, una due tre?) si infittisce. Luna è come la donna città della Bibbia, la donna Israele o donna Gerusalemme, ricorda anche la donna dell'Apocalisse dove in effetti le donne sembrano due, la santa Gerusalemme e Babilonia la prostituta, come due forse sono le Lune del romanzo.

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