Il fiore del desiderio
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Anju e Sudha
Sono sempre dubbiosa nell'intraprendere il seguito di un libro, ma in questo caso sono partita con il piede giusto presa dall'entusiasmo che mi ha suscitato la lettura di "sorella del mio cuore", e dalla fregola di voler nuovamente immergermi nella storia di Anju e Sudha, nella loro amicizia.
Sudha lascia l'India, parte per l'America per passare un periodo con l'amatissima Anju, trasferitasi nel nuovo continente dopo le nozze con Sunil. Per entrambe, il volersi riunire dopo anni di lontananza e con vicende che hanno segnato profondamente il loro animo e il loro modo d'essere, rappresenta apparentemente la soluzione per trovare la forza per potersi rialzare dalle loro condizioni e trovare la speranza per poter vivere un futuro diverso, libero.
Se in India le tradizioni vengono vissute come un fardello pesante e vincolante, in America , le due giovani donne, assaporano una libertà che le affascina ma allo stesso tempo le disorienta e le destabilizza, anche la loro amicizia , da sempre rifugio per entrambe, viene compromessa da una sorta di ménage à trois , che è sempre stato latente negli anni e che ha portato, nello scorrere delle vicende, alla rottura degli equilibri.
Anju e Sudha si allontanano, soffrono, si perdono, ma forse la loro distanza di cuore ha origini più lontane, e non è detto che non possano ritrovare un nuovo equilibrio che le porti a vivere nuovamente la loro amicizia.
In realtà sono rimasta un pò delusa, o forse avevo troppe aspettative.
La storia non decolla mai realmente, il libro si sviluppa con pochissimi scontri diretti tra i personaggi per lo più è un racconto individuale dei singoli che si alternano nei capitoli del libro. Se questo espediente narrativo ha funzionato benissimo nel primo libro, qui, mi sembra sia un pò tirato per i capelli...o forse Divakaruni ha voluto sottolineare, con le singole sensazioni, i singoli ragionamenti e le singole descrizioni, la solitudine dell’essere umano.