Il fante di cuori e la dama di picche
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Il fante di denari
Era da un po’ di tempo che non leggevo un romanzo della Harris, ne sentivo la mancanza e per colmare questo vuoto ho intrapreso la lettura di questo libro.
Si tratta di un romanzo gotico, pieno di magia e di fascino.
Era stato scritto nel 1993, ma la stessa scrittrice lo aveva dimenticato e successivamente lo aveva fatto ristampare nel 2003 con l’apporto di modifiche e correzioni.
I personaggi sono poco chiari e riescono sempre a far uscire il peggio del loro carattere.
I temi trattati nel libro sono: la droga, l’alcool, i travestimenti, la pedofilia, i cimiteri, i bordelli e molto altro ancora.
Tenendo presente che si tratta di un’opera di ben 388 pagine non è proprio una passeggiata, ma lo stile di scrittura della Harris ci aiuta a questo traguardo.
Tutto si basa sulla lettura dei tarocchi.
I capitoli stessi sono stati nominati con ben 11 carte dei tarocchi.
Passiamo alla trama del libro.
Henry è un pittore, i soggetti che ama di più ritrarre sono le bambine e le ragazze.
Un giorno per caso incontrò Effie, la sua futura moglie.
La prima volta che venne ritratta aveva solo nove anni e Henry l’ha educata e plasmata a suo piacimento.
Effie sembrava la sposa ideale, ma era spesso ammalata e per curarsi si imbottiva di laudano cadendo in un mondo tra il sogno e la realtà.
A risvegliarla da questo sogno fu un altro pittore di nome Moses.
Con il passare del tempo Effie diventò amica di una tenutaria di un bordello di nome Fanny.
Quest’ultima attraverso lo spiritismo e con l’aiuto di Effie si vendicherà ed insieme faranno valere i propri diritti.
Una storia ricca di mistero, magia e fascino, il tutto ambientato nell’Inghilterra vittoriana amante dei quadri pre-raffaelliti.
Un libro appassionante che vi consiglio vivamente!
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Laudano e follia
Non convince questo nuovo romanzo inedito della Harris al profumo di laudano,cloralio e magica follia,non convince il groviglio ridondante di espedienti in qualche momento con richiami shakespeariani che l’autrice libera incautamente lungo il percorso letterario e che si fanno sempre piu’ irrazionali e metafisici fino all’astruso finale. Troppo di tutto finisce per banalizzare la trama che avrebbe potuto essere molto piu’ costruttiva anche per quanto concerne la descrizione dell’epoca prescelta e degli usi e costumi del tempo. Nonostante il racconto a “piu’ voci” utilizzato peraltro con successo anche da altri scrittori, il libro, quantunque cerchi in piu’ riprese di decollare,svolta e flette verso il basso,generando addirittura note di disaffezione nei confronti di protagonisti sempre piu’ screditati dalla piega oscura ed insensata degli avvenimenti.
Sebbene l’ideazione non sia del tutto scartabile, il rendimento ultimo si traduce in un prodotto letterario decisamente insignificante e limitato.