Narrativa straniera Romanzi Il dio delle piccole cose
 

Il dio delle piccole cose Il dio delle piccole cose

Il dio delle piccole cose

Letteratura straniera

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India, fine anni Sessanta: Amnu, figlia di un alto funzionario, lascia il marito, alcolizzato e violento, per tornarsene a casa con i suoi due bambini. Ma, secondo la tradizione indiana, una donna divorziata è priva di qualsiasi posizione riconosciuta. Se poi questa donna commette l'innaccettabile errore di innamorarsi di un paria, un intoccabile, per lei non vi sarà più comprensione, né perdono. Attraverso gli occhi dei due bambini, Estha e Rahel, il libro ci racconta una grande storia d'amore che entra in conflitto con le convenzioni.



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Il dio delle piccole cose 2021-03-22 16:46:58 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    22 Marzo, 2021
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Il valore delle piccole cose

Il caldo umido del monsone avvolge l'intero paese, il gusto dolce della conserva di mango e banana lenisce la mancanza di affetto mentre i profumi e gli afrori del suolo indiano pervadono ogni quartiere.
Una galleria di personaggi variopinti popola le pagine di questo intenso romanzo della scrittrice Arundhati Roy, che mette in scena una storia familiare che si snoda dagli anni sessanta agli anni ottanta del secolo scorso, in una terra dai mille colori, dove i retaggi culturali secolari si incontrano e scontrano con i venti della modernità.
India, antica culla delle caste, cesura netta e invalicabile tra uomini e donne, marchio indelebile che condanna ogni essere umano a vivere recluso nel proprio microcosmo.
Ogni tentativo di evasione alla ricerca di un briciolo di felicità viene punito dall'intransigenza della legge e dall' ottusità umana.

Un romanzo corale che presta la voce agli ultimi della società indiana, alle donne separate, ai figli senza un padre, ai lavoratori ingaggiati per svolgere le attività più usuranti e umilianti.
Un groviglio di storie che mescolano dolore, crudeltà, discriminazione, ma sulle quali soffia la timida brezza dell'amore, del sogno e della speranza.

L'elemento distintivo da altri romanzi che hanno trattato gli stessi temi, sta nello stile di scrittura, originale, visionario e realistico al contempo, pindarico per i salti temporali, carico di immagini, di dettagli minuziosi, di riflessioni genuine e di visioni fantasiose affidate al racconto diretto dei due bambini protagonisti.
Un mondo complesso filtrato attraverso gli occhi dell'innocenza e della gioia di vivere dell'infanzia che osserva con stupore e curiosità gli eventi circostanti che toccano familiari e conoscenti.

Lettura complicata solo all'apparenza, in realtà un testo che regala forti emozioni e coinvolgimento fino all'ultimo rigo.

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Consigliato a chi ha letto...
Salman Rushdie
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Il dio delle piccole cose 2017-10-09 19:50:52 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    09 Ottobre, 2017
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Contenuti interessanti ma scrittura rivedibile.

Avevo sentito tanto parlare di questo romanzo ma per un motivo o per un altro non ero mai riuscito ad iniziarlo. Ora, visto anche la recente uscita del secondo romanzo, l’ho trovato in una libreria vicino casa ed a prezzo scontato, mi è quindi sembrata un’ottima occasione per leggerlo una volta per tutte.

Purtroppo però fin dalle prime pagine non ne sono rimasto molto entusiasta. La scrittura è a dir poco intricata e per nulla scorrevole, tanto che molte volte si è costretti a rileggere quando appena letto. Premetto che non sono un amante della scrittura beat, nè del realismo isterico di Wallace e nè dei vari flussi di coscienza, ho sempre pensato infatti che la scrittura debba essere fluida, comprensibile e scorrevole per poter prendere meglio il lettore, quindi magari è semplicemente una mia impressione ma credo che quello che per molti forse può essere il punto di forza di questo romanzo per i miei gusti è invece un punto debole. Oltretutto anche la traduzione italiana, a tratti un po’ sconnessa, non aiuta.

Detto ciò veniamo alla storia, che parla di una donna, Ammu, che dopo aver lasciato il marito violento si innamora di Velutha, un Paravan, e cioè un intoccabile. Questo è forse il punto forte del libro e cioè i vari rapporti tra le caste e i costrutti sociali, che fanno si che chi abbia rapporti con un intoccabile perda a sua volta ogni diritto. Gli altri protagonisti del romanzo sono i due figli gemelli di Ammu, soprattutto Estha, che patirà i vari finali tragici del romanzo. Filo conduttore di tutta la storia sono le piccole cose, come dice il titolo, che aiuteranno i protagonisti a passare attraverso le varie avversità.

La storia è senza dubbio molto bella ed interessante, soprattutto perché racconta di una cultura, quella indiana, ancora purtroppo legata a retaggi antichi ed assurdi quanti crudeli. Il problema però, come detto all’inizio è che la scrittura ed i vari salti temporali non aiutano il lettore ed anzi lo scoraggiano.

Un libro interessante ma non di facile lettura che quindi non consiglio a tutti, compratelo solo se siete disposti a perderci molto tempo per leggerlo e comprenderlo a pieno.

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Il dio delle piccole cose 2015-10-08 19:22:49 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Ottobre, 2015
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L'amore fa quello che vuole

Siamo nell'India degli anni settanta. Il cervello è proiettato verso il futuro, verso la libertà dagli inglesi, verso la tecnologia. i ragazzi vengono mandati a studiare all'estero, gli operai si fanno attrarre dalle idee comuniste, le donne desiderano maggiore autonomia. Il cuore però è ancora tenacemente legato al passato. Ancora ci sono le divisioni in caste, ancora i paravan non possono sfiorare gli appartenenti ad una casta e meno che meno sposarne uno. Le divorziate sono viste come donne poco oneste dagli estranei e come fonte di disonore dai familiari. In questo ambiente per noi così contraddittorio, ma per chi lo vive così naturale nascono due gemelli che ci racconteranno la storia di un amore sbagliato ma lecito, di uno giusto ma proibito, di una donna resa crudele dall'assenza di amore e di una ragazzina che non conoscerà nessuna di queste situazioni.
Nonostante tutto questo tribudio di amore, questo romanzo non è un concentrato di sospiri ed ammiccamnti, ma è molto di più. Le storie che si intecciano sono parecchie. Forse un pò troppe, tanto da rendere a tratti difficile seguirne la trama. Con pazienza e qualche ritorno a ritroso sulle pagine appena, lette, però tutto diventa chiaro ed anche abbastanza piacevole.

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Il dio delle piccole cose 2013-03-21 11:31:50 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    21 Marzo, 2013
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Al cuore non si comanda

Per una serie di ovvie ragioni sarebbe bene innamorarsi sempre della persona giusta, o meglio che si ritiene giusta per utilità, convenienza, decoro, convenzioni sociali, soprattutto quando si appartiene ad una famiglia di un certo rango, soprattutto quando si è già sbagliato giocandosi male la propria (unica) possibilità. Ma al cuore, si sa, non si comanda. Allora può capitare che si perda la testa per chi non si dovrebbe e le conseguenze possono essere catastrofiche. È ciò che succede ad Ammu, madre di due gemelli e con alle spalle un matrimonio con un uomo alcolizzato e bugiardo contratto solo per sfuggire ad un padre ipocrita e violento, che trova in Velutha una nuova giovinezza, un’altra ragione di vita, l’amore e la dolcezza che ha sempre desiderato e non ha mai avuto, il suo Dio delle piccole cose. Ma Velutha è un Intoccabile, un Paravan, uno schiavo sporco e selvaggio che per di più professa idee marxiste di affrancamento. Che ha la sfrontatezza di ricambiare Ammu con tenerezza e ardore. Che si permette di amare i gemelli come fossero suoi figli e di farsi amare da loro. Ma come si può parlare di errore davanti ad un legame così forte ed intenso? Quando un sentimento è così viscerale, così puro, non si è necessariamente nel giusto? Perché devono intervenire e vincere stupide differenze di casta o di classe che siano, perfidia e invidia dei parenti, squallide motivazioni religiose e politiche? Perchè Ammu è costretta alla clandestinità e al disonore per amare di notte colui che i suoi figli amano di giorno? Ed è proprio attraverso gli occhi ingenui e innocenti dei due gemellini dizigoti Estha e Rael che Arundhati Roy narra questa struggente e tragica storia d'amore. Due bambini con una sola anima, che guardano il mondo con la fantasia, la gioia, la paura tipiche della loro età, ma che a causa di questioni più grandi di loro, si ritrovano troppo presto e troppo brutalmente fuori dall’infanzia ad andare incontro non alla morte ma alla fine della vita. La durezza dei fatti narrati è ben compensata da uno stile raffinato e poetico, dalla dolcezza dei protagonisti e da atmosfere incantate. Sullo sfondo le contraddizioni tipiche degli uomini di ogni razza e latitudine qui descritte attraverso un’India in cui i progetti di riscatto ed emancipazione professati da un governo di ispirazione marxista si scontrano con una società bigotta e legata a vecchie tradizioni e pregiudizi, all’ipocrisia, all’invidia, alla rassegnazione, a sporchi interessi economici e a desolanti giochi di potere.

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Il dio delle piccole cose 2012-06-26 10:43:10 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    26 Giugno, 2012
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Lettura difficoltosa

E' una storia familiare, intrecciata con una storia d'amore, ambientata nell'India delle caste. E lo stile della narrazione è tale da rendere la lettura davvero difficoltosa. I nomi indiani, i soprannomi, le caste, i termini tipici di questa lingua disorientano e fanno perdere al lettore il filo e il senso della storia. E' bella la doppia figura dei due gemellini, con i momenti di gioia suprema, tipici dei bambini. Ma non è sufficiente a far apprezzare la storia. L'unico insegnamento apprezzabile, ed è una verità che rimane dopo la lettura, è che le cose possono cambiare in un giorno. Complessivamente, purtroppo, libro decisamente non consigliato.

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