Il destino del cacciatore
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Opinioni inserite: 4
Il mio primo Wilbur Smith
Come da titolo ecco la mia opinione sul primo libro da me letto, di questo maestro della letteratura, la trama in se non è nulla di straordinario; una trama lineare con pochi colpi di scena ma sicuramente gradevole dal finale quasi scontato e tutto sommato anche giusto.
La cosa che mi ha colpito di piu in assoluto è la capacità del autore, che nonostante la trama scialba, riesce a coinvolgerti e a incuriosirti.
Questo autore a una capacita di sintesi straordinaria, riesce a descriverti i paesaggi africani le persone e le emozioni con poche righe senza inutili e tediose pagine di parole inutili.Pulito lineare chiaro ! raramente mi capita di leggere un libro con una trama non eccezionale ed arrivare alla fine solo per il piacere di com'è stato scritto (ottima anche la traduzione).
Inutile dire che il protagonista e uno stereotipo consumato, il tipico eroe bello,senza macchia e inteligente, con attorno una schiera di amici di tutto rispetto, e di antagonisti ben caratterizzati e ben inseriti nel contesto storico.
Personaggio che spicca tra tutti e Lousima santona Masai che l'autore riesce in modo accattivante a ficcarti nella testa.
Libro dai sani principi dove spiccano coraggio onore senso del dovere, amore e sacrificio ed è bello sapere che qualcuo li tiene ancora in considerazione.
Conclusione, sono contento di aver letto questo libro prima degli altri che ha scritto, perche ho potuto apprezzarlo senza cadere nella delusione data dalla troppa aspettativa, e visto che a detta detta di molti questo romanzo è sotto tono, beh... non mi resta che leggere il resto e godermi i suoi capolavori .
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Un best seller di qualità
W. Smith sa bene quali sono gli ingredienti di un best seller: tanta avventura; un amore sublime ma contrastato; un eroe dalle doti (fisiche, intellettive, emotive) straordinarie, circondato da una stretta cerchia di “aiutanti” simpatici e volonterosi, e contrastato da una schiera di “antagonisti” spregevoli e potenti, ma un po’ meno furbi e fortunati; un finale che soddisfa. Credo che il piacere di leggere questo romanzo tragga forza però da qualche altra componente: ad esempio da una scrittura elegante e ricca di sfumature, mai forzata né prolissa (nonostante la mole del libro); dai dialoghi sagaci, pieni di ironia e di spessore, ma mai artefatti o stonati; da scene meravigliose in mezzo alla natura selvaggia della savana (l'indulgere su cruente scene di caccia non offende il lettore, perché è ben calato nel contesto storico). È un libro affascinante, che riempie con gusto alcune trascinanti ore di lettura.
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un wilbur smitho non in grande forma
Ho finito di leggere il libro da un bel po' e solo ora ho deciso di dare la mia modesta opinione;quando si tratta di un mostro sacro come Wilbur Smith, allora e meglio riflettere bene sulla storia per dare una risposta ben ponderata... Come il libro precedente (Alle fonti del Nilo)anche questo mi è parso un po' monotono... fluido e geniale come sempre, per quello che riguarda la tecnica e il rimo incalzante (del resto lui ne è il maestro del genere), ma anche ripetitivo sugli argomenti, nonostante fossero ben serviti.Mentre ho trovato ben descritte le usanze e le tradizioni della tribu Masai. Si è decisamente allungato con la caccia agli elefanti, poteva risparmiarci tante pagine; adesso i gusti del lettore e delle persone in generale sono molto cambiate per quanto riguarda la caccia degli animali. I personaggi erano ben inquadrati, e i dialoghi scorrevoli e fluenti, eppure io, come tanti altri lettori accaniti del grande Wilbur, sono rimasto leggermente deluso. Sarà perché la sua terzultima opera (Il trionfo del sole) era al livello degli standart di cui ci ha abbituati. Mi auguro che il prossimo libro segua le orme di quello... per la nostra sconfinata gioia...
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Il cacciatore....
Devo ammettere che mi aspettavo di più da questo scrittore, che comunque non è tra i miei preferiti.
Da non amante della caccia, credo che più di trecento pagine dedicate all'uccisione di elefanti, leoni & co. siano un po troppe.
A queste pagine si intreccia ogni tanto una vena di spionaggio e di rapporti sentimentali.
Molto ben descritta la cultura Masai attraverso le parole dei suoi protagonisti, i paesaggi e i rituali di un popolo misterioso quanto affascinante. Sempre ben dipinta l'amata Africa, ma oltre a questo nulla più.
Concludendo a mia opinione credo sia una lettura consigliabile agli amanti del genere.