Il club delle fate dei libri
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Galeotti furon i libri e chi li consegnò
Victor Iordanescu è un giovane immigrato rumeno diplomato al conservatorio in composizione, ma, per vivere in Germania, s’è adattato a fare l’autista per una società di consegne a domicilio e, ogni giorno, gira la città sul suo furgone portando pacchi e pacchetti. Victor è intelligente e osservatore e si diverte a immaginare la personalità dei suoi clienti dagli oggetti che recapita loro a casa. Però la sua fantasia prende il volo quando un giorno gli capita di consegnare all’indirizzo di Bianca Martini, (a cui normalmente porta dei libri) una elegante confezione contenente, a tutta evidenza, della biancheria intima sexy. Come fare per incontrare questa misteriosa Bianca che, quando lui fa le consegne, non è mai in casa?
Dopo il lavoro pensa di recarsi in una piccola libreria per acquistare qualche bel libro da lasciare in omaggio alla bella (almeno così se la immagina) sconosciuta. Inizia così, per lui, un percorso che lo farà appassionare sempre di più alla lettura grazie al quale farà la conoscenza di una graziosa libraia, di Leòn, un ragazzino spigliato e accanito divoratore di libri e di un cagnone che ne diventerà l’ombra.
E che ne è di Bianca Martini? Si tratta, in realtà, di una anziana signora impiegata part-time in un negozio di te; le mutandine sexy le aveva ricevute solo per far un piacere alla giovane vicina. Ma il Caso è in agguato per far felice Victor, Bianca, Leòn e tutti gli altri protagonisti di questa favola moderna.
“Il club delle fate dei libri” è un piccolo romanzo lieve e delicato, verrebbe da dire, leggero come le ali di una farfalla o, per restare in tema, come quelle di una fata. Non ci sono drammi esistenziali da risolvere, non tragedie in agguato sui protagonisti. Anche l’unica ombra scura che aleggia sul piccolo Leon, alla fine, sembra dileguarsi. Insomma è una storia rasserenante e distensiva nella quale il protagonista principale è l’amore per la lettura. Non per nulla spesso la narrazione viene intercalata con ampi stralci che i protagonisti leggono da questo o quel romanzo che li ha particolarmente colpiti. Così, alla prosa di Montasser si alternano brani tratti da Defoe, Mann, Calvino o Martel e, talvolta, queste storie importate fanno da filo conduttore per guidare (dirottare?) le vite dei personaggi della storia.
Divertente, poi, che tutte le coincidenze e gli equivoci che inizialmente sembrano intrecciare le vite dei protagonisti in uno strano viluppo, alla fine congiurino assieme per un happy end consolatorio e rassicurante.
Lo stile, semplice e scorrevole, è, al pari della storia, un invitò alla lettura disimpegnata. Insomma non si tratta di un capolavoro letterario, ma di un librino che dona qualche momento di tranquilla serenità d’animo.