Il club dei padri estinti
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Uccidilo Philip, uccidilo!!!!!
Philip ha soltanto undici anni quando Brian, il padre, muore in un incidente stradale. Proprio durante il funerale l’adolescente assiste per la prima volta ad un fatto inconsueto: il suo papà è tornato nella veste di fantasma, fa parte di quel che viene chiamato “Il club dei padri estinti” ed esige vendetta. Rivela infatti al giovane di essere stato assassinato dal fratello, lo zio Alan, e che l’unico modo per non restare prigioniero del regno del terrore è che il discendente lo uccida.
E se da un lato si instaura il rapporto tra mente e mente, dall’altro lo zio si insinua sempre più nella vita della famiglia con piccoli ma significativi gesti (dal risollevare le sorti finanziarie del pub del defunto allo sposare la ex cognata vedova). Per Philip la situazione è intollerabile, le pressioni non mancano. Giusto per rincarare la dose alle problematiche familiari si aggiungono quelle scolastiche in quanto il ragazzino è preso di mira dai bulletti dell’istituto, che approfittandosi del suo dolore, della sua vulnerabilità, non mancano di vessarlo appellandolo con nomignoli quali “Elmo” o “schizzato” nonché di umiliarlo pubblicamente con angherie fisiche di non poco rilievo.
Ci troviamo così davanti ad una situazione di impasse: da un lato il protagonista vorrebbe realizzare la volontà dello spettro-padre, dall’altro si rende conto che moralmente l’omicidio che gli viene chiesto di porre in essere è sbagliato. E’ combattuto il nostro moderno Amleto tra “l’essere e il non essere”, il “credo e non credo” ed il “sbaglio se lo uccido ma al tempo stesso se non lo faccio papà vagherà in eterno nel regno del terrore”.
Purtroppo la vita scorre, i giorni passano ed il ragazzo, preda degli eventi, non ha modo di metabolizzare la perdita. E come far fronte a questa mancanza di tempo, di comprensione, di lutto? Come andare avanti quando anche tua madre sembra aver dimenticato di aver perso un marito da nemmeno due mesi dimostrandosi già pronta ad un nuovo connubio?
Un improvviso cambio di registro riporta il lettore dal surreale alla realtà lasciandolo sgomento, sconcertato, obbligandolo a riflettere su quanto i condizionamenti esterni e l’ingannevolezza delle apparenze siano fuorvianti, su quanto sia complesso il rapporto adulto-bambino. Non c’è cosa più difficile che affrontare i nostri spettri, gli imprevisti che ci sconvolgono l’esistenza e la mente è talvolta l’unico vero rifugio nonché valvola di sfogo che abbiamo perché talvolta si ha semplicemente bisogno di dar la colpa a qualcuno.
Questo è un po’ quello che accade a Philip che si ritrova senza appoggi, senza quel punto di riferimento saldo capace di indirizzarlo nella giusta direzione.
Il racconto è caratterizzato da uno stile semplice, il linguaggio è quello di un bambino che si affaccia all’età dell’adolescenza; se deciderete di leggerlo vi troverete davanti ad una fiumana di pensieri, dialoghi con se stessi che, badate bene, non sono da sottovalutare; impressionante è infatti la linearità che Haigg ha trasmesso a questi.
“Pensai che Mrs Fell aveva ragione. Esistono delle scelte. SI può dare ascolto ai fantasmi oppure no e si può pensare ciò che si vuole dipende da noi perché ci sono soltanto due cose che sono vere al 100 per 100 e cioè che si vive e si muore e qualunque altra cosa non è né vera né falsa è un misto tra le due. E’ entrambe. Non è nessuna”.
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Commento sul romanzo
E' la storia apparentemente surreale di un ragazzino rimasto orfano che vede il fantasma del padre. Metà Amleto metà libro per ragazzi, la storia ha un epilogo del tutto inaspettato e piuttosto traumatizzante. Comunque il finale è decisamente bello anche se meno rassicurante e piacevole del resto della storia. C'è un improvviso cambio di registro che lascia il lettore sconcertato, un passaggio brusco dal mondo surreale alla realtà.
Il libro fa riflettere sui condizionamenti che esercitano le persone care (amici, familiari) e sull'ingannevolezza delle apparenze.
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Libri per ragazzi
Dentro di noi
Libro toccante con riflessioni che riescono a cogliere l'anima delle nostre più profonde emozioni. Haig è riuscito a collegare la mente del lettore con quella del bambino protagonista creando una specie di dialogo psicologico tra i due. Infatti solo chi approfondisce la conoscenza di sè può carpire i pensieri confusi e in apparenza insensati del giovane che sono di una linearità impressionante. Davvero un buon libro ,non per tutti, ma da me sicuramente consigliato.
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Bella lettura
Il piccolo Philip , 11 anni, perde il padre in un incidente d'auto e mentre sta cercando di rendersi conto della nuova situazione accade qualcosa di incredibile : questi gli appare nelle vesti di fantasma .
Come se non bastasse il padre gli dice di essere stato assasinato dal fratello (zio Alan) , di vagare in una specie di "limbo" e di essere condannato a rimanere in questo "regno del terrore" per sempre a meno che il piccolo Philip non lo vendichi uccidendo a sua volta lo zio entro 11 settimane...
Ovviamente Philip reagisce da ragazzino della sua età con i suoi dubbi(ci credo...non ci credo...) e i suoi valori ( non posso uccidere lo zio...ma se non lo uccido papà vagherà in eterno...).
Inquietante il parallelo della vicenda , mentre lo zio si insinua sempre di più nella vita di Philip e della madre fino ad arrivare addirittura a sposarla il padre-fantasma è protagonista di incertezze, errori , gaffe strane per uno che, essendo fantasma , dovrebbe saperne di più no ?. Il piccolo Philip viene risucchiato in un vortice di disavventure sempre più più pericolose, un ragazzino "disturbato" da un evento tragico evitato dai compagni di scuola ("è schizzato..." ) , il cui rapporto con la madre e con lo zio sembra andare in pezzi , il tutto porta ad un tragico finale.
Alla fine la storia è meno surreale di quello che sembrerebbe : ognuno di noi trova un modo per affrontare i propri spettri, le cose che ci sconvolgono l'esistenza, un bambino di 11 anni potrebbe aver creato un fantasma perchè non accetta la morte del padre, ed uno zio troppo "disponibile" ed interessato non fa che peggiorare le cose....
Bel racconto sui drammi dell'adolescenza e sul difficile rapporto tra i bambini e gli adulti.
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Il club
Forse perchè avevo letto da poco "Lo strano caso...", all'inizio ho faticato un po': troppo simile mi pareva. Ma andando avanti il piccolo Philip mi ha conquistato regalandomi due o tre perle che spero di portarmi dietro. Interessante l'utilizzo dello stile grafico a posto delle parole. Anche questo all'inizio mi sembrava banale, ma poi in realtà mi ha conquistato. In conclusione, contrariamente a quanto faccio di solito, non solo nella lettura, ho resistito e sono stato premiato.
Saluti
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Non credere ai fantasmi
Quando al piccolo Philip giunge la notizia della morte del padre in un incidente d'auto, il mondo non sembra cambiare molto. A parte la reazione della madre, dei parenti, non cambia molto nella sua vita, se non qualcosa di assolutamente sconcertante: dopo pochi giorni, gli appare il fantasma del Padre, che gli rivela la terribile verità: a ucciderlo non è stato un incidente, ma il fratello Alan, zio di Philip.
Lo zio Alan gli ha manomesso i freni della macchina per prendersi il pub di famiglia e pure la moglie, la mamma di Philip.
Solo il bambino è in grado di vedere e sentire il fantasma del Padre, che gli suggerisce l'unica soluzione possibile affinchè lui possa riposare in pace, e smettere di soffrire: essere vendicato.
Come ? Uccidendo lo zio, naturalmente. E l'unico che può farlo è proprio Philip.
Ed in effetti lo zio Alan comincia ad insinuarsi nella vita di Philip e della madre, al posto del padre, con grande sconcerto di Philip, e terribili sofferenze, per la facilità con la quale la madre lascia che lo zio la irretisca e si intrometta nella gestione del pub, fino a ...
Beh ... la trama sembra copiata dall'Amleto, ma i risvolti sono ancora più cupi e terribili.
Il fantasma del Padre di Philip deve essere vendicato entro un certo termine, altrimenti vagherà per sempre nel Regno del Terrore, dove non avrà più pace. Ecco quindi che inizia una corsa contro il tempo, per il piccolo Philip, che dovrà trovare il coraggio di vendicare il padre e uccidere lo zio Alan, per permettere al padre di riposare in pace e liberare la madre dalle mire del losco parente.
Qui posso solo anticipare che si tratta di un libro scritto da una giovanissima rivelazione della letteratura inglese, Matt Haig (http://www.matthaig.com/). La storia è raccontata in prima persona dal protagonista, Philip, con il linguaggio inconfondibile dei bambini quasi adolescenti: periodi privi di virgole, grandi verità frammiste a pensieri di bambino.
Una storia con personaggi ben affrescati, lo zio Alan, la madre di Philip, i perfidi compagni di scuola, la dolce Leah, e, cupo e disperato, il Padre, o meglio, il fantasma del Padre.
Una storia che racconta il grande amore di un bambino per il padre, e la capacità di scegliere tra il bene e il male, tra il pregiudizio e i fatti.
Fino all'ultima pagina, dal finale che vi lascerà ...