Il club degli uomini
Editore
Recensione della Redazione QLibri
CONFESSIONI
Cinque uomini semi sconosciuti che decidono consapevolmente di incontrarsi senza uno scopo preciso ma con la sola volontà di scambiarsi esperienze. Io sono una donna e chiaramente ero particolarmente curiosa di vedere se leggendo questo romanzo avrei scoperto qualche nuovo lato del genere maschile o magari sarei rimasta sorpresa dal modo in cui gli uomini affrontano i loro pensieri e le loro esperienze e soprattutto nella modalità con cui la condividono con i loro simili. Obiettivamente non è accaduto nel senso che i personaggi che ruotano intorno a questa notte “da leoni” (o mici più che altro) rappresentano un pò lo stereotipo dell’uomo con tutte le fantasie e le sue rappresentazioni nella vita reale, le contraddizioni che per l’universo femminile contraddistinguono il sesso cosiddetto forte. L’uomo a mio modo di vedere ne esce un pò sconfitto, un pò vittima dello stereotipo di se stesso, fatto di una continua gara di virilità, vittima dei propri istinti e del fascino del gentil sesso; un uomo nella cui vita rimane centrale il sesso e l’attrazione fisica, spesso in alcuni fasi nascosta dietro un falso amore. L’altro sconfitto è sicuramente il matrimonio, dipinto nelle storie di ognuno dei presenti (forse tranne nella voce narrante e partecipante al club, di cui se non ho perso qualcosa non si sa neanche il nome) come la fine di ogni libertà espressa , delle emozioni, delle proprie volontà. C’è proprio un passo in cui si racconta di quando uno dei protagonisti si imbatte in un vecchio amico e alla affermazione di essere sposato scatena in lui una immediata sensazione di costrizione, il che appunto dimostra il cliché del pensiero maschile che il matrimonio sia la tomba dell’amore. Credo sinceramente da donna che gli uomini siano un pò meglio di cosi, amano profondamente e riescono ad essere fedeli alla propria donna senza particolari sacrifici. E’ chiaro che in tutta questa confessione a più voci troviamo anche storie di amore perso e sentimenti autentici di cui ogni lettore darà la propria interpretazione ma l’impronta generale che lascia è quella appena descritta. Nel loro continuo gioco, nel prendersi poco sul serio, nell’azzuffarsi e poi abbracciarsi c’è poi tutta quella semplicità, nel senso buono del termine, di cui noi donne avremmo alle volte bisogno e che ho ritrovato molto nel modo di confrontarsi e colloquiare tra questi uomini; non oso immaginare un club femminile alla stessa stregua che cosa avrebbe potuto creare, probabilmente una lunga e noiosa seduta psicologica volta ad analizzare ogni gesto e sussurro, diciamo che molto probabilmente non avrebbe restituito lo stesso tono leggero qui presente, anche se magari le storie trattate in alcuni casi nascondevano un elemento tragico abbastanza preponderante.
Sarei curiosa di leggere una recensione di questo stesso romanzo scritta da un uomo per vedere se effettivamente le impressioni siano le medesime.
Non conoscevo l’autore e devo dire che ha uno stile diretto e mai noioso, nonostante il contenuto non mi abbia entusiasmato, è riuscito a rendere comunque il romanzo piacevole alla lettura. Mi piacerebbe leggere altro di Michaels.