Il circolo delle giovani vedove
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Una commedia liberatoria?
Tutto fuorché una “commedia esilarante, che mette istantaneamente di buon umore”.
Non so chi abbia scritto il trafiletto nel retro della copertina ma sicuramente non ha letto questo libro.
Pensavo di aver acquistato un libro divertente ed invece mi ritrovo davanti a tre donne con tre differenti problemi. Prissy, alle prese con il suo divorzio, Lottie che fatica a pagare le bollette e con un marito alcolizzato che si suicida e Georgia vedova da cinque anni e che non riesce a farsene una ragione. Mi aspettavo, visto il titolo, un “club” dove queste giovani vedove si riunissero e ne combinassero di cotte e di crude.
Nulla di tutto questo, solo drammi familiari.
Sono io che in questo periodo sono troppo sensibile o la descrizione data al libro era completamente sbagliata?
Tutto sommato un romanzo che si fa leggere. Ma non lo consiglierei.
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Libro da spiaggia
Un libro leggero, di quelli che si leggono per distrarsi sotto l'ombrellone o all'ombra di un albero secolare. Non è un capolavoro, la sua autrice non sarà ricordata nei libri scolastici e probabilmente non uno di quelli che si rileggono volentieri più di una volta. Detto questo, ho comunque dato una valutazione positiva del volume perchè è stata una lettura gradevole. perchè l'editore è stato onesto: l'edizione che ho acquistato io ha la copertina di una verdino acqua e con una grafica che non lascia dubbi sullo "spessore" dei contenuti. E' vero nella presentazione viene definito come "una commedia esilerante, che mette istantaneamente di buon umore" e questo è francamente eccessivo. Però simpatico, con alcuni alcuni momenti di divertimento sì.
Veniamo alla trama. Tutt'altro che credibile sia nello svolgimento che nel finale. (scontato) Penso però che considerando il genere letterario l'adesione alla realtà non debba essere uno dei suoi obiettivi principali. Prissy totalmente infastidita dal marito, sia per il modo in cui mangia, che per altre sue abitudnii quotidiane scende letteralmente dalla pianta quando quest'ultimo le chiede la separazione. Fugge a casa di mamma nel suo paese di origine. La genitrice imbarazzata all'idea di raccontare agli amici del fallimento del matrimonio della figlia si inventa di aver perso il genero a causa di una malattia. Da qui si sviluppano ulteriori bugie volte a rendere credibile la storia. Non ultimo l'avvicinamento ad altre due vedove (vere questa volta).
La scelta stilistica è quella di intitolare ogni capitolo col nome della donna che ne è protagonista e di farla raccontare la sua vicenda in prima persona. Dopo un momento iniziale di incertezza devo dire che è una scelta azzeccata perchè ci permette di vedere la stessa vicenda dal punto di vista di ogni attore. La trama, piuttosto complessa per la presenza di parecchi personaggi ed avvenimenti, ne guadagna in chiarezza. In questo contribuisce molto la scrittura agile e leggera della Sooley.