Il cigno
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Mah!
Non è un libro scritto male, ci sono belle immagini, soprattutto quella finale, bei paesaggi, però il libro non mi è piaciuto. Forse la scrittura nordica non fa per me.
La storia è anche di quelle che mi potrebbero interessare: una bambina di 10 anni viene mandata dai genitori a lavorare in campagna come punizione per alcuni furti di tramezzini e marmellata, tra l'altro fatti perchè aveva fame. I personaggi sono tutti strani. O in Islanda i contadini sono diversi da come li pensiamo noi, ma quelli del romanzo ragionano tutti come filosofi in modo abbastanza improbabile e sembrano gente agiata. In alcuni momenti della storia ci sono situazioni ambigue, al limite della pedofilia forse (non so) anche dell'incesto, con situazioni la cui pesantezza è suggerita ma anche contemporaneamente negata o alleggerita da ragionamenti più filosofici che gretti in un connubio secondo me sgradevole.
Devo però salvare il finale del libro, quello che dà il titolo al libro, veramente bello, in cui il grande cigno bianco spinge l'agnello dentro il lago perchè si è avvicinato troppo al suo cucciolo.
Bella la scena della vacca che cerca il suo vitello e non si dà pace. Anche se il momento in cui forse lo riconosce nella carne vomitata dalla bambina fa un po' accapponare la pelle. Tutto sommato le bestie sono più comprensibili degli uomini in questo romanzo.
Tra l'altro il contadino si chiama contadino, la bambina bambina, come il cavallo è il cavallo: mancano i nomi propri.
L'aspetto psicologico è carente e le riflessioni non mi hanno colpito. Belle alcune immagini. Ma credo sia colpa mia, non riesco ad apprezzare i nordici. Per chi volesse provare a leggere il romanzo bisogna dire a suo favore che l'autore ha vinto un premio considerato un mini Nobel e è molto apprezzato anche se non da me.