Il caso dei libri scomparsi
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Opinioni inserite: 6
Ridondante
Avevo deciso di portarmi questo libro nel mio viaggio in Irlanda, perché è appunto ambientato in Irlanda (del nord) e perché mi sembrava un libro non troppo impegnativo, adatto ad un viaggio in traghetto ed uno in treno.
Sfortunatamente sono riuscita a leggerlo solo sul treno di ritorno, ma è stato comunque piacevole ritrovare alcune località che ho visitato.
E credo che la mia esperienza piacevole con questo libro termini qui.
Ah no, dimenticavo l’essere d’accordo sul fatto che le patatine Tayto onion e cheese siano le più buone del mondo.
Peccato le facciano solo in Irlanda del Nord.
La storia potrebbe anche essere carina e divertente, e ricordare un po’ il film francese “giù al nord”, peccato che non sia così.
Di sicuro non è un antidoto alla malinconia come pubblicizzato sulla copertina.
E’ un libro che mi ha fatto arrabbiare, per vari motivi. E non è mai bello quando un libro fa arrabbiare il proprio lettore.
Innanzitutto è un ritratto davvero pessimo degli Irlandesi e del loro paese. Sul serio, se io fossi un irlandese mi sentirei offeso.
Vengono dipinti come maleducati, che parlano in maniera strana, antiquata e sguaiata, sporchi, poveri e terroristi.
Ma non è così, almeno per quanto ho appurato io.
E poi poteva essere divertente se fatto in maniera umoristica, ma qui mi sembrava volessero farli sembrare inferiori agli inglesi, in special modo ai londinesi.
Parliamo del protagonista, il bibliotecario, Israel.
Che dire di lui? Probabilmente l’essere più sfortunato dell’intero sistema solare.
Gliene capitano di tutti i colori. E magari all’inizio potrebbe essere simpatico qualche piccolo incidente, ma non un incidente a pagina! Così si esagera e dopo scade tutto nel ridicolo e nel prevedibile.
Oltretutto, non appena si fa male, va avanti per mezz’ora a lamentarsi con una sola parola: AHIA, neanche fosse un bambino di 3 anni.
Parliamo dei libri: una biblioteca chiusa e 15000 libri scomparsi nel nulla.
Che è poi il clou del romanzo. Dove saranno i libri?
Mistero banale che si risolve in maniera banale nelle ultime pagine.
Davvero un finale insoddisfacente, ma andrà avanti con altri libri, che io non leggerò.
Seccanti le varie ripetizioni in tutto il romanzo: il continuo uso delle parole: seeee e Ach (che io in tutta l’irlanda non ho mai sentito pronunciare), ahia e la ripetizione ossessiva dei vari titoli e professioni precedenti dei personaggi, o luoghi di lavoro.
Si possono usare dei sinonimi, o almeno un’abbreviazione, non c’è bisogno di ripetere tutte le volte: lavorava al reparto libreria di bla bla, nel centro commerciale di bla bla, nella città di bla bla, essex.
Diventa noioso e ridondante.
Il protagonista poi è davvero assurdo, nonostante abbia letto migliaia di libri (così dicono) non conosce cose elementari, come "il primo sospettato", e quindi passa per un cretino; non solo, a quanto pare non apprezza i libri.
Perché quelli che si è portato dietro dalla sua casa di Londra, non solo non li legge, ma li usa in modi più utili, come la copia di "Vita di Pi" lanciata nelle fauci di un cane, o "Harry Potter e il principe mezzosangue" usato per rompere una finestra.
Io l’ho trovato triste. Perché vuol dire che l’autore odia tutti i i titoli che ha inserito, e che gli fa fare una brutta fine perché secondo lui è meglio non leggerli.
Ma queste sono opinioni sue personali, quindi ora mi chiedo: Ma Israel allora fino adesso che cosa ha letto? Quali libri gli sono piaciuti??
Se fosse un amante dei libri non li userebbe mai per rompere finestre!!
E’ in campagna, per rompere un vetro basta un sasso, o un pezzo di legno!
Per non parlare delle ripetizioni nei dialoghi, che proseguono uguali per mezza facciata, chiedendoti che cosa i vari personaggi non hanno capito.
Insomma, un libro altamente sconsigliato perché a me ha fatto uscire dai gangheri.
Ma le patatine ve le consiglio.
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Il caso dei libri scomparsi non a caso
Un romanzo con stile molto anglosassone, un po’ arcaico, un po’ fumoso, ma assolutamente simpatico. Per dare un idea nel leggerlo ci si ente un po’ come ad essere in un’antica magione, di un eleganza retrò, ingiallita e fuori dal tempo. Il giovane Israel, paffuto, complessato, fuori luogo in quasi ogni situazione viene nominato bibliotecario di un paesino dell’Irlanda del Nord. Lascia la sua casa di Londra e la sua fidanzata con la promessa di un rapido ritorno, per ritrovarsi in un mondo strambo, fatto di persone ancor più strambe. Giunto a Tundrum scopre che la biblioteca esiste ma non c’è, i libri sono scomparsi. Inizia a subire una serie interminabile di eventi che lo vedono catastroficamente in difficoltà ma alla fine raggiunge il suo scopo, e soprattutto scopre in se qualcosa che non conosceva. Questo nuovo mondo antico gli farà decidere di cambiare la propria vita e di rimanere per iniziarne una nuova
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Uno strano libro...
Uno strano libro, una strana storia. Anche se all'inizio sembra un giallo, ci si accorge ben presto che in effetti con i misteri non c'entra molto. Chiariamoci, un caso esiste, ma fa più da sfondo alla presentazione del protagonista, mezzo ebreo e mezzo irlandese, che si ritrova catapultato per caso in un mondo a lui completamente ignoto: da bravo cittadino, abituato ai ritmi della metropoli di Londra, si trova completamente spaesato nel luogo in cui dovra lavorare, l'estrema punta dell'Irlanda del Nord dove il nulla e il localismo paiono dominanti.
La storia del suo arrivo, del suo adattamento, dei suoi imprevisti che possono essere quelli di ognuno di noi: forse è per questo che alla fine appare un po simpatico, perchè in lui riflettiamo la nostra esistenza. Un libro gradevole, un misto di generi che sa farsi apprezzare. E non dimentichiamo l'altro gran protagonista della storia: la biblioteca itinerante, il bibliobus.
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il caso dei libri.....
non mi sento di dire che sia un gran libro, anzi, lo trovo abbastanza scialbo e "povero". parla di un giovane bibliotecario londinese che viene trasferito in uno sperduto paesino del nord dell'irlanda ad occuparsi di una biblioteca. tutto normale tranne il fatto che tale biblioteca sia priva di libri (dove sono finiti?). il protagonista si troverà a dover interagire con elementi del posto, molti dei quali poco socievoli. ripeto: molto,molto leggero, ma se ci si accontenta.....
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Insipido
Un giovane un pò complessato viene assunto come bibliotecario in un paesino dell'Irlanda del Nord. Ma la biblioteca sembra essere scomparsa...non è comunque un giallo, non è nemmeno particolarmente divertente, va bene come lettura sotto l'ombrellone se proprio non volete impegnarvi , ma è come la coca cola lasciata aperta un giorno, dolciastro e senza un sapore preciso...
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Ironico
Lo stile è un misto tra Pasillinna e Herriot...Divertente, ironico e sagace!
La storia è ben costruita i personaggi sono ben costruiti e tutti interessanti... Più ancora che il protagonista ci si innamora dei personaggi di contorno!!!
La lettura è scorrevole, piacevole e ti regala delle ore di puro divertimento!!
Lo consiglio vivamente!