Il bruto
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Fratello di croce
Istrati vale sempre la pena leggerlo. Questo non è il suo romanzo migliore dal punto di vista stilistico. Forse la traduzione è appena meno brillante di quelle proposte da altri editori, almeno questa è la sensazione che mi ha dato alla lettura. Comunque la storia è interessante. I personaggi sono karamazoviani, belli, pieni di luci e ombre. Moralmente oscillano tra abissi di bene e di male, in particolare Kodin, il protagonista, l'uomo perduto, ex galeotto, capo di una banda di quartiere. Eppure il desiderio del galeotto di amore, di purezza, di assoluto, di affetti disinteressati è qualcosa che colpisce profondamente: l'idea del fratello di croce. Il tutto è inserito nel solito nomadismo, desiderio di conoscere nuovi luoghi (la palude, il quartiere malfamato), persone, usi. Istrati ha una curiosità senza fondo per tutto quello che riguarda gli uomini e un profondissimo desiderio di giustizia, di bene, di condivisione e di amicizia assoluta. I suoi personaggi si butterebbero nel fuoco per un amico e non conoscono la misura, anzi la disprezzano profondamente.