I territori del lupo
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I territori del lupo
Dopo l'improvvisa e quasi comica morte di zia Mansfield, la famiglia Teager inizia a sfaldarsi, colpita incessantemente da lutti e disgrazie. Nell'arco di pochi anni i soli superstiti sono i tre fratelli maschi, che però raggiungeranno la fama in tutti gli Stati Uniti, chi nel bene chi nel male.
Il buon Arthur, traumatizzato dalla dipartita dell'amata zia, fugge da casa e presto diviene incredibilmente noto come attore cinematografico, grazie soprattutto alla coppia che forma anche sul grande schermo con sua moglie Glenda. Il pubblico, si sa, ama le storie d'amore che proseguono nella vita reale, e ben presto Arthur si torva intrappolato sempre nello stesso ruolo, sia sul lavoro sia in casa propria. A movimentare questa penosa quiete arriva come un turbine il fratello Edward, che dopo anni di silenzio torna a dare sue notizie: è in fuga dalla polizia di tutta America per aver assassinato sua moglie. Il duo di attori decide di mettersi in viaggio con il ricercato su uno di quei treni che tagliano per intero gli Stati Uniti. Grazie alle sue conoscenze Arthur procura un passaporto falso a Edward, che spicca il volo verso il Sudamerica nel puro terrore che qualcuno lo riconosca durante l'imbarco.
Il terzo fratello, Milton, ambizioso e senza scrupoli, si dà beatamente al malaffare, divenendo ben presto il gangster più spietato e temuto di Chicago. La sua quotidiana lotta contro le altre famiglie mafiose lo porta inevitabilmente a rischiare la vita di tutti quelli che gli stanno vicino e ad attirare verso di sé invidia, rancori e gelosie femminili.
Accanto ai protagonisti “ufficiali” fanno mostra di sé molti altri tipi umani, le cui vicende sono strettamente connesse con quelle dei Teager, anche se a prima vista sembrano indipendenti: proprio qui - e in uno stile impeccabile e avvincente - sta il fascino del romanzo, che sembra prendere e lasciare e intrecciare in un'inestricabile rete i suoi personaggi, tra salti temporali e logistici, tra realtà e finzione, per ritrovarli più disgraziati che mai dopo qualche anno o qualche migliaio di chilometri.
Per niente secondari sono ad esempio il giovane Osgood Perkins, che da ingenuo ragazzino diventa cercatore di improbabili fortune lasciate da santoni neri, e finirà per ammazzare il suo datore di lavoro e trovarsi nel peggior carcere dello Stato. Con lui ci sarà lo spavaldo Terence, famoso musicista e compositore, che ormai orfano dell'ispirazione ricatta vittime milionarie per mettere le mani sulla loro fortuna, finché evidentemente la sua tattica gli si ritorce contro.
Il romanzo è stato partorito in un paio di mesi dall'allora diciassettenne Javier Marias, che era fuggito momentaneamente da Madrid a Parigi, ospitato da uno zio pornografo circondato da immagini peccaminose ed esplicite. Ha voluto allontanarsi dalla Spagna anche nel suo primo libro, in cui ci si immerge totalmente in un'America lontana, fumosa e indesiderabile. I territori del lupo è stato pubblicato un paio di anni dopo la sua stesura, nello stupore dell'autore, e a tutt'oggi, dopo tante altre opere, è da molti considerato il suo miglior romanzo, anche a detta dello stesso Marias.
Personalmente l'ho trovato piacevolissimo, ben architettato e costruito, in un ottimo stile (oserei dire sorprendente tenendo conto dell'età dello scrittore). La narrazione assume alternativamente toni noir, grotteschi, drammatici e comici in un'amalgama irresistibile.
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IMPOSSIBILE FERMARSI
Mi è arrivato tra le mani per caso, da un'amica che per caso lo aveva visto sullo scaffale della libreria dove stavamo vagando alla ricerca di una novità da leggere.
La trama mi aveva ispirato, ma mai avrei immaginato fosse così coinvolgente.
In poche pagine iniziali in cui tutto sempre perfetto, si passa alla catastrofe con una caratterizzazione dei personaggi, strambi e affascinanti, davvero coinvolgente. Apperentemente tra i vari episodi raccontanti non sembra esserci un legame, poi tutto è chiaro.
Sarà che amo particolarmente gli anni in cui è ambientato, ma davvero in poche l'ho bevuto.
Scrittura fluente, chiara, impossibile fermarsi.
Peccato che galvanizzata da questo libro, abbia poi ricevuto una delusione dal successivo di Marias.
Cose che capitano.